Gli Stati Uniti attaccano gli impianti nucleari iraniani

di Redazione ETI
22 Giugno 2025 8:12 Aggiornato: 4 Luglio 2025 14:27

Il 21 giugno Donald Trump ha dichiarato che aerei da guerra americani hanno bombardato i siti di arricchimento dell’uranio di Fordow, Natanz ed Esfahan, considerati centrali per il programma nucleare iraniano. In un messaggio successivo, Trump ha confermato che i velivoli dell’aeronautica americana hanno lasciato lo spazio aereo iraniano e stanno rientrando alle basi di partenza. «Abbiamo completato con successo l’attacco contro i tre siti nucleari in Iran: Fordow, Natanz ed Esfahan. Tutti gli aerei sono ora fuori dallo spazio aereo iraniano. Un carico completo di bombe è stato sganciato sul sito principale, Fordow», ha scritto il presidente americano su Truth. L’operazione è stata preceduta dalla partenza di bombardieri stealth B-2 Spirit della Us Air Force dalla base di Whiteman, in Missouri, diretti verso ovest. Sebbene Trump non abbia specificato il tipo di velivoli coinvolti, il B-2 è l’unico in grado di trasportare la bomba bunker-buster Gbu-57A/B Massive Ordnance Penetrator, un ordigno da 13 tonnellate e mezzo progettato per colpire strutture fortificate come quella di Fordow.

Il presidente Trump ha tenuto un discorso alla nazione alle 22 di ieri (ora della costa orientale Usa), accompagnato dal vicepresidente JD Vance, dai ministri degli Esteri Marco Rubio e della Difesa Pete Hegseth: «Questa sera posso annunciare al mondo che gli attacchi sono stati un successo militare spettacolare», ha dichiarato, sottolineando che gli Stati Uniti hanno «completamente distrutto» i tre siti nucleari iraniani e che l’obiettivo americano «era l’eliminazione della capacità di arricchimento nucleare dell’Iran e la neutralizzazione della minaccia nucleare posta dal principale sponsor statale del terrorismo». Parlando con il conduttore di Fox News Sean Hannity, Trump avrebbe descritto l’attacco, spiegando che i B-2 hanno sganciato cinque o sei bombe bunker-buster su Fordow, mentre sottomarini americani, posizionati a circa 620 km di distanza, hanno lanciato 30 missili da crociera Tomahawk contro i siti nucleari di Natanz e Esfahan.
Donald Trump ha concluso il suo discorso alla nazione esortando l’Iran a cercare la pace. E avvertendo che, in caso contrario, l’Iran subirà attacchi «molto più gravi». Il presidente degli Stati Uniti ha anche annunciato che Pete Hegseth terrà una conferenza stampa nella mattinata di domenica per fornire ulteriori dettagli sull’operazione.

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, in un discorso televisivo ha naturalmente plaudito la decisione di Donald Trump: «La tua coraggiosa scelta di colpire i siti nucleari iraniani, con la straordinaria e giusta potenza degli Stati Uniti, cambierà la Storia» ha dichiarato il capo del Governo israeliano rivolgendosi a Donald Trump, sottolineando che gli Stati Uniti hanno compiuto un’azione senza precedenti e aggiungendo: «la Storia ricorderà che il presidente Trump ha agito per impedire al regime più pericoloso del mondo di ottenere le armi più pericolose».

Sul fronte interno, l’operazione ha suscitato reazioni contrastanti tra i parlamentari statunitensi. Il senatore democratico John Fetterman, noto per il suo sostegno a Israele, ha definito l’attacco «la decisione giusta», scrivendo su X: «L’Iran è il principale sponsor mondiale del terrorismo e non può avere capacità nucleari», il senatore repubblicano Lindsey Graham ha appoggiato la scelta, commentando: «Una decisione corretta. Il regime se lo merita», il presidente della Commissione intelligence della Camera, il repubblicano Rick Crawford, ha approvato la decisione di Trump esprimendo sostegno alle forze armate. D’altra parte, il deputato repubblicano Thomas Massie ha criticato l’attacco definendolo «incostituzionale», insistendo sulla necessità di un’autorizzazione del Parlamento; il democratico Ro Khanna ha chiesto una sessione straordinaria del Parlamento a Washington per votare una misura volta a evitare un coinvolgimento americano in un nuovo conflitto prolungato in Medio Oriente. Il Comitato nazionale democratico, la direzione del partito, a sua volta accusa Trump di aver agito senza l’approvazione del Parlamento federale, citando le sue stesse parole pronunciate durante l’inaugurazione di gennaio: «misureremo il nostro successo non solo dalle battaglie che vinciamo, ma anche dalle guerre a cui poniamo fine e, soprattutto, da quelle che non iniziamo mai»; il presidente del comitato democratico, Ken Martin, ha dichiarato che gli americani si oppongono fermamente alla guerra e si aspettano che il presidente ottenga l’approvazione parlamentare prima di intraprendere azioni militari.

L’Organizzazione per l’energia atomica dell’Iran ha condannato gli attacchi come una violazione del diritto internazionale, promettendo di continuare il suo programma nucleare. Attraverso l’agenzia stampa del regime iraniano PressTv, l’Iran ha chiesto alla comunità internazionale di condannare l’azione americana. Il Centro nazionale iraniano per la sicurezza nucleare ha riferito che non sono state rilevate contaminazioni radioattive nei siti colpiti, assicurando che non vi sono pericoli per i residenti delle aree circostanti. Anche la Commissione per la regolamentazione nucleare e radiologica dell’Arabia Saudita ha confermato l’assenza di radiazioni nei Paesi del Golfo vicini all’Iran.


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