L’Europa prova a trattare con Teheran

di Redazione ETI/Chris Summers
20 Giugno 2025 12:38 Aggiornato: 4 Luglio 2025 14:27

I ministri degli Esteri di Regno Unito, Francia e Germania, insieme all’Alto Rappresentante per la politica estera dell’Unione europea, Kaja Kallas, incontrano oggi, venerdì, il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi a Ginevra, in Svizzera, nel tentativo di individuare una soluzione diplomatica al conflitto tra Israele e Iran. Questa iniziativa segue la dichiarazione della portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, che giovedì ha annunciato come il presidente statunitense Donald Trump deciderà entro le prossime due settimane se intraprendere un’azione militare contro l’Iran.

Giovedì, il ministro degli Esteri britannico David Lammy ha incontrato a Washington il ministro degli Esteri americano Marco Rubio e l’inviato speciale presidenziale Steve Witkoff. In un messaggio pubblicato su X, il ministro britannico ha definito la situazione in Medio Oriente estremamente pericolosa: «Siamo fermamente determinati a impedire che l’Iran acquisisca armi nucleari – ha dichiarato – Abbiamo discusso come un accordo possa evitare un’ulteriore escalation del conflitto. Nelle prossime due settimane si apre una finestra per raggiungere una soluzione diplomatica».

In una nota congiunta diffusa mercoledì, i ministri europei hanno riferito di aver avuto lunedì una lunga conversazione telefonica con Araghchi, durante la quale hanno «riaffermato il diritto di Israele a garantire la sicurezza del proprio territorio e dei propri cittadini, nel rispetto del diritto internazionale». La dichiarazione si è conclusa sottolineando l’appello dei ministri e della Kallas a «ridurre le tensioni» e il loro impegno a «contribuire a una soluzione negoziata per il programma nucleare iraniano». L’Ue e il cosiddetto E3 (Regno Unito, Francia e Germania) stanno coordinando i loro sforzi anche con Rubio.

Lo scorso 13 giugno, Israele ha avviato una serie di attacchi aerei contro obiettivi strategici in Iran, poche ore dopo che il consiglio dei governatori dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) aveva approvato una risoluzione che dichiarava l’Iran non conforme agli obblighi del Trattato di non proliferazione nucleare.

Oggi, 20 giugno, le Forze armate israeliane hanno annunciato su X: «Oltre 50 caccia hanno colpito nella notte obiettivi selezionati del programma di armamenti nucleari e siti industriali per la produzione di componenti missilistici a Teheran»; e in un altro messaggio, le hanno poi precisato: «l’aviazione ha neutralizzato diversi sistemi missilistici iraniani destinati a colpire i nostri velivoli nella regione di Isfahan. Negli ultimi giorni, i caccia hanno preso di mira sistemi missilistici e radar nelle aree di Isfahan e Teheran, progettati per attaccare i nostri aerei e ostacolarne le operazioni».

Martedì 18 giugno, sempre i militari israeliani, hanno confermato che uno dei loro droni è stato abbattuto vicino a Isfahan, nel cuore dell’Iran. L’emittente di Stato iraniana Irib ha trasmesso immagini di quello che ha descritto come il relitto di un drone israeliano Hermes 900. Le immagini dei due F35 abbattuti dalla contraerea iraniana che giravano sui social, invece, sono subito state identificate come fake dagli esperti.

Nell’ultima settimana, l’Iran ha lanciato centinaia di missili verso Israele: mercoledì 19 giugno, uno di questi ha danneggiato un edificio del complesso ospedaliero Soroka a Beer Sheva, nel sud del Paese, causando danni materiali e ferite lievi. Giovedì il ministro della Difesa israeliano Israel Katz ha dichiarato ai giornalisti: «Khamenei proclama apertamente di voler distruggere Israele. È lui in persona a ordinare attacchi contro ospedali. Considera l’annientamento dello Stato di Israele un obiettivo primario. Un dittatore come Khamenei, che guida un Paese come l’Iran e ha fatto della distruzione di Israele la propria missione, non può continuare a esistere».


Iscriviti alla nostra newsletter - The Epoch Times