Israele colpisce due siti nucleari iraniani

di Redazione ETI/Melanie Sun
19 Giugno 2025 15:03 Aggiornato: 4 Luglio 2025 14:27

L’aviazione israeliana ha condotto nella notte del 19 giugno una serie di attacchi mirati contro due impianti nucleari iraniani di primaria importanza: un reattore nucleare in grado di produrre plutonio per armi atomiche situato ad Arak e il principale centro di arricchimento dell’uranio del Paese, a Natanz. Gli attacchi, che si inseriscono in una vasta operazione militare volta a colpire obiettivi strategici a Teheran e in altre aree, hanno preso di mira anche siti di produzione di missili balistici e sistemi di difesa aerea iraniani, inclusi batterie antiaeree, depositi di missili e radar.

Poco prima delle 5 del mattino, ora locale di Teheran, le Forze di difesa israeliane hanno diffuso un avvertimento attraverso il loro canale in lingua farsi, esortando chiunque si trovasse entro un raggio di due chilometri dall’impianto nucleare di Arak a evacuare immediatamente. Nel frattempo, l’accesso a internet in Iran è stato interrotto per quasi 24 ore, secondo quanto riportato da NetBlocks. Il regime iraniano ha attribuito la causa del blackout nazionale a Israele.

Il complesso nucleare di Arak, noto come Ir-40, era stato costruito negli anni 2000 per attività di ricerca e produzione di isotopi, ma è sotto stretta sorveglianza dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica per la sua capacità di generare plutonio utilizzabile in armi nucleari. L’esercito israeliano ha dichiarato che i bombardamenti su Arak hanno preso di mira componenti del reattore progettati per la produzione di plutonio, con l’obiettivo di impedirne il ripristino per scopi bellici.

A Natanz, il principale sito iraniano per l’arricchimento dell’uranio, l’aviazione israeliana ha colpito attrezzature e componenti considerati essenziali per lo sviluppo di armi nucleari. L’uranio altamente arricchito prodotto in questo impianto può essere utilizzato sia per scopi civili, come la produzione di energia nucleare, sia per la fabbricazione di ordigni atomici. Secondo fonti dell’intelligence israeliana, l’Iran sarebbe a pochi giorni o settimane dal possedere uranio arricchito al 90%, livello necessario per la costruzione di un’arma nucleare, grazie all’uso di centrifughe avanzate.

L’Organizzazione per l’energia atomica dell’Iran ha dichiarato a Al Jazeera che gli attacchi non hanno causato vittime e che, grazie a misure di sicurezza adottate preventivamente, non vi sarebbero rischi per gli abitanti nelle vicinanze dei siti colpiti. L’organizzazione ha inoltre informato l’Aiea dell’accaduto, la quale ha confermato che la distruzione del reattore di Arak, ancora in fase di costruzione e privo di materiale nucleare, non ha causato effetti radioattivi. L’agenzia ha anche precisato che l’impianto per la produzione di acqua pesante, adiacente al reattore, non sembra essere stato danneggiato.

Il direttore generale dell’Aiea, Rafael Grossi, ha dichiarato in un’intervista a Sky News che non vi sono prove di un’attività sistematica iraniana per lo sviluppo di un’arma nucleare: «Noi abbiamo constatato che l’Iran sta arricchendo uranio al 60%, un livello che desta preoccupazione, ma non possiamo affermare che stiano effettivamente costruendo un ordigno nucleare».

In risposta agli attacchi israeliani, l’Iran ha lanciato un’ondata di missili contro il centro e il sud di Israele, colpendo tra l’altro il complesso ospedaliero Soroka di Beersheba, uno dei maggiori nosocomi del Paese. Secondo il canale arabo Al Mayadeen, il generale iraniano Mousavi ha approvato il Corpo delle guardie rivoluzionarie islamiche per la risposta agli attacchi israeliani. L’agenzia di stampa iraniana Irna ha riferito che l’obiettivo principale dei missili iraniani era un centro di comando militare israeliano, situato nel Gav Yam Technology Park, a poco più di un chilometro dall’ospedale Soroka e che «l’ospedale ha subito solo l’onda d’urto, senza riportare danni significativi, mentre l’infrastruttura militare è stata colpita con precisione». Il parco tecnologico ospita alcune delle principali unità informatiche israeliane, mentre nelle vicinanze si trovano l’Università Ben Gurion e il quartier generale C4i (Comando, controllo, comunicazioni, computer e intelligence) delle forze armate israeliane.
Israele ha ribattuto definendo «un’altra menzogna» l’idea che sotto l’ospedale si trovino basi di intelligence o attrezzature militari: «Noi non siamo così depravati da mettere a rischio i civili. Attaccare ospedali è un crimine di guerra», ha dichiarato la Difesa israeliana in un comunicato su X. Il ministro della Sanità israeliano, Uriel Buso, ha aggiunto: «È stata superata una linea rossa: questo è un crimine di guerra del regime iraniano».

Secondo il servizio di ambulanze israeliano, almeno 65 persone sono rimaste ferite a causa dei missili iraniani che hanno superato i sistemi di difesa aerea israeliani. I giornali locali hanno riferito che anche l’area di Ramat Gan, nel distretto di Tel Aviv, è stata colpita e che risultano danni anche all’edificio della Borsa di Tel Aviv.


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