25 mila post cancellati da Big Tech in Australia per “disinformazione”

di redazione eti/ Naziya Alvi Rahman
9 Giugno 2025 20:21 Aggiornato: 9 Giugno 2025 20:21

Otto grandi aziende tecnologiche – Google, Meta, Apple, Adobe, TikTok, Microsoft, Twitch e RedBubble – hanno reso pubblici i risultati delle proprie attività di contrasto alla disinformazione in Australia. Secondo quanto riportato l’8 giugno, nell’arco di un anno sono stati eliminati decine di migliaia di post fuorvianti, annunci fraudolenti e profili falsi. Le misure rientrano negli obblighi previsti dal Codice australiano sulla disinformazione.

Le rimozioni documentate includono oltre 123 mila video cancellati da YouTube, 95 mila annunci pubblicitari rimossi da Meta e circa 150 mila contenuti eliminati da TikTok per violazione delle rispettive norme interne. Microsoft ha sospeso oltre 1.200 account LinkedIn responsabili della diffusione di notizie false, mentre Apple ha gestito 2 mila 700 segnalazioni valide su 1.300 articoli.

Nel contesto elettorale del 2024, l’attività di controllo si è intensificata. Google ha bloccato oltre 42 mila inserzioni politiche da parte di soggetti non verificati, mentre Meta ha rimosso più di 95 mila annunci in violazione delle proprie politiche su temi politici e sociali. Solo in Australia, oltre 14 mila contenuti di disinformazione sono stati cancellati dalla piattaforma, che ha inoltre segnalato 350 post fuorvianti e applicato avvisi a 6 milioni e 900 mila di contenuti identificati da fact-checker esterni.

YouTube ha eliminato 123 mila 128 video caricati da utenti australiani, di cui oltre 5 mila relativi a frodi, contenuti ingannevoli o disinformazione. Il 74% dei video rimossi aveva ottenuto meno di 10 visualizzazioni, a indicare un’intercettazione efficace.

I fenomeni di disinformazione non si concentrano più solo su canali marginali. Microsoft ha escluso dalla propria rete oltre 1.200 profili falsi su LinkedIn, mentre Apple ha ricevuto e analizzato migliaia di segnalazioni su contenuti diffusi da media tradizionali. TikTok, da parte sua, ha registrato in Australia oltre 148 mila rimozioni legate a violazioni delle norme su integrità e autenticità, in aumento rispetto all’anno precedente.

Meta ha segnalato che, nel primo trimestre del 2025, circa il 3% degli utenti attivi mensili su Facebook corrispondeva a profili falsi. L’azienda ha dichiarato di aver incrementato l’efficienza nella loro identificazione e rimozione.

Le tensioni geopolitiche hanno alimentato la diffusione di contenuti falsi, trasformando le piattaforme digitali in veri e propri campi di battaglia. Dopo l’attacco di Hamas a Israele nel 2023, YouTube ha eliminato oltre 130 mila video, chiuso più di 5 mila 500 canali e cancellato 350 milioni di commenti legati al conflitto. Dall’inizio della guerra in Ucraina nel 2022, sono stati rimossi 152 mila video e 12 mila canali per incitamento all’odio, violenza o diffusione di propaganda.

Meta ha individuato le principali fonti di campagne di disinformazione coordinate, identificando Russia e Cina come attori principali. Dal 2017, sono state smantellate 39 operazioni russe, 31 iraniane e 11 cinesi. Una delle più estese, denominata “Doppelganger”, mirava a sostenere l’invasione russa dell’Ucraina tramite siti web che imitavano media occidentali. L’operazione è stata ricondotta a due società russe poi sanzionate dall’Unione Europea.

Nel 2024, Meta ha interrotto 20 reti di influenza occulta attive in diversi Paesi, tra cui Cina, Iran, Israele, Stati Uniti, India e Moldavia. Le campagne prendevano di mira soprattutto pubblici stranieri, cercando di orientarne le opinioni attraverso account fittizi, pagine manipolate e contenuti ingannevoli. Anche quando bloccate in fase iniziale, queste operazioni hanno confermato la portata mondiale dell’impegno per influenzare la percezione pubblica attraverso la disinformazione.


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