Si è concluso venerdì a Roma il quinto ciclo di colloqui tra negoziatori iraniani e statunitensi, con il mediatore Oman che ha segnalato alcuni progressi, nelle trattative volte a risolvere la decennale disputa sulle ambizioni nucleari di Teheran. Nonostante le posizioni intransigenti espresse pubblicamente da entrambe le parti prima dei negoziati sull’arricchimento dell’uranio iraniano, il ministro degli Esteri iraniano, Abbas Araqchi, vede un progresso grazie a diverse proposte avanzate dall’Oman durante i colloqui: «Abbiamo appena completato uno dei round di negoziati più professionali [..] Il fatto che siamo ora su un percorso ragionevole, a mio avviso, è già di per sé un segnale di progresso» ha dichiarato Araqchi alla Tv di Stato iraniana. Non è giunto alcun commento immediato dalla delegazione statunitense.
La posta in gioco è alta per entrambe le parti. Il presidente Trump punta a limitare la capacità di Teheran di sviluppare un’arma nucleare, che potrebbe innescare una corsa agli armamenti nucleari nella regione e rappresentare una minaccia non solo per Israele ma per l’intero Pianeta. L’Iran, cerca di liberarsi delle sanzioni devastanti che gravano sulla sua economia, fortemente dipendente dal petrolio.
La portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, aveva dichiarato giovedì ai giornalisti che, secondo Trump, i negoziati con l’Iran stavano «procedendo nella direzione giusta». Tuttavia, rimangono ostacoli significativi, tra cui il rifiuto di Teheran di trasferire all’estero l’intero stock di uranio altamente arricchito – materiale potenzialmente utilizzabile per bombe nucleari – e la sua indisponibilità a discutere del programma di missili balistici. Il ministro degli Esteri statunitense Marco Rubio, ha affermato martedì che Washington sta lavorando a un accordo che consenta all’Iran di mantenere un programma di energia nucleare civile, senza però arricchire uranio, pur riconoscendo che «non sarà facile».
La Guida suprema iraniana, l’ayatollah Ali Khamenei, che detiene l’ultima parola sulle questioni di Stato, ha definito «eccessive e oltraggiose» le richieste di interrompere l’arricchimento dell’uranio, avvertendo che tali negoziati hanno poche probabilità di successo. L’Iran si dice disposto ad accettare alcune limitazioni sull’arricchimento, ma chiede garanzie inattaccabili che gli Stati Uniti non recedano da un accordo nucleare, come successo nel 2018. Attualmente, l’Iran ha intensificato l’arricchimento dell’uranio, superando di gran lunga i limiti stabiliti dall’accordo concluso dall’amministrazione Obama del 2015.
Un fallimento dei negoziati potrebbe avere conseguenze gravi. Israele considera il programma nucleare iraniano una minaccia alla propria esistenza e ha dichiarato che non permetterà mai al regime di ottenere armi nucleari. Teheran sostiene di non avere alcuna ambizione militare e che il programma abbia scopi esclusivamente civili.