Monumento a Stalin nella metropolitana di Mosca

di Redazione ETI/Reuters
24 Maggio 2025 7:11 Aggiornato: 24 Maggio 2025 7:11

Il monumento al dittatore sovietico Josip Stalin, eretto nella metropolitana di Mosca, sta suscitando un acceso dibattito. Alcuni russi lo considerano un omaggio storico, mentre altri lo giudicano un errore, vista la sofferenza causata dal suo regime. La scultura a grandezza naturale, situata nella stazione Taganskaya, raffigura Stalin sulla Piazza Rossa, circondato da cittadini sovietici che lo ammirano. Si tratta di una riproduzione di un’opera inaugurata nella stessa stazione nel 1950, tre anni prima della morte del leader.

La metropolitana di Mosca ha spiegato che il monumento originale era andato “perduto” nel 1966, durante una riconfigurazione della stazione Taganskaya. Durante la Grande Purga del 1937-38, circa 700 mila persone sono state giustiziate in processi farsa e epurazioni contro, nemici reali o presunti, di Stalin. Molti altri cittadini sovietici sono stati inviati nei Gulag, la rete di campi di prigionia sparsi nel vasto territorio del Paese.

In una nota, la metropolitana di Mosca ha definito la nuova versione del monumento, presentata al pubblico il 15 maggio, uno dei “regali” ai passeggeri per celebrare il 90esimo anniversario del sistema di trasporto, noto per la sua vastità, eleganza ed efficienza. Intitolata originariamente “Gratitudine del popolo al leader e comandante”, l’opera celebra il ruolo di Stalin nella vittoria dell’Unione Sovietica nella Seconda guerra mondiale, il cui 80° anniversario è stato commemorato quest’anno con grande solennità.

«Quest’uomo ha fatto molto — ha dichiarato Evgenij Ivanov, residente a Mosca, osservando il monumento inaugurato il 15 maggio — Ha motivi di cui essere orgoglioso. Non spetta a noi abbatterlo. Ha realizzato qualcosa, e dobbiamo rispettare ciò che ha fatto». Kirill Frolov, altro abitante della capitale, ha riconosciuto che il bilancio di Stalin è controverso e non lo si può definire “buono”. Tuttavia, ha sostenuto che la vittoria nella Seconda guerra mondiale e l’industrializzazione dell’Unione Sovietica rappresentano risultati concreti, tali da meritare un ricordo. «Quest’uomo ha fatto più di chiunque altro per il nostro Paese. Per questo ritengo che il monumento sia positivo e ce ne vorrebbero altri. Le generazioni dal 2000 in poi non sanno davvero chi sia», ha aggiunto.

Non mancano le critiche. La sezione moscovita del partito di sinistra Yabloko ha formalmente protestato contro quello che ha definito il ritorno di un monumento a «un tiranno e dittatore», chiedendo alla metropolitana di commemorare invece le vittime delle repressioni staliniane. «Ripristinare simboli dello stalinismo a Mosca è uno schiaffo alla storia e un atto di scherno verso i discendenti dei repressi», ha dichiarato Yabloko in una nota. Ignoti hanno inizialmente lasciato due cartelli accanto al monumento con citazioni critiche di Stalin attribuite a Vladimir Putin e all’ex presidente Dmitrij Medvedev, poi rimossi.

Nel 1956, il leader sovietico Nikita Khrushchev denunciò Stalin per la sua brutalità e i suoi crimini, avviando una campagna di destalinizzazione che portò alla rimozione sistematica delle sue immagini. Negli ultimi anni, alcuni monumenti a Stalin sono riapparsi in alcune località, ma il suo lascito resta profondamente divisivo. Aleksandr Zinoviev, ricercatore ed esperto di architettura sovietica, ritiene che il nuovo monumento e l’epoca che evoca presentino paralleli con l’attuale clima in Russia, segnato da un confronto con l’Occidente per la guerra in Ucraina: «Il tema di Stalin, con la sua estetica, che invita a fidarsi del leader, a essere felici e a non criticare chi governa, è molto in sintonia con il nostro tempo».

Consigliati