Uccisa una coppia al museo ebraico di Washington

di Redazione ETI/Joseph Lord
22 Maggio 2025 7:13 Aggiornato: 22 Maggio 2025 12:05

Due dipendenti dell’ambasciata israeliana a Washington sono stati assassinati a colpi d’arma da fuoco nella serata di ieri, 21 maggio, nei pressi del museo ebraico, il Capital Jewish Museum. Un uomo e una donna sono stati colpiti a morte nell’area tra la 3rd e la F Street Northwest; nella zona ci sono anche una sede operativa dell’Fbi e l’Ufficio del Procuratore degli Stati Uniti.

Il duplice omicidio è stato annunciato dal ministro degli Interni degli Stati Uniti, Kristi Noem: «Due dipendenti dell’ambasciata israeliana sono stati uccisi senza motivo questa sera vicino al Museo ebraico di Washington. Stiamo indagando attivamente e lavoriamo per raccogliere ulteriori informazioni da darvi» ha dichiarato la Noem in un messaggio pubblicato su X, «Vi esorto a pregare per le famiglie delle vittime». Il ministro degli Interni ha poi aggiunto: «Assicureremo alla giustizia l’autore di questo spregevole atto».

Le vittime erano una giovane coppia di fidanzati in procinto di sposarsi, ha detto l’ambasciatore israeliano. Tal Naim Cohen, portavoce dell’ambasciata israeliana a Washington, ha poi dichiarato che due membri del suo personale sono stati colpiti «a distanza ravvicinata» mentre partecipavano a un evento ebraico al museo.

Il capo della polizia di Washington, Pamela Smith, ha detto alla stampa che un individuo, che era stato visto camminare avanti e indietro fuori dal museo prima dell’omicidio, è attualmente in stato di fermo. Il sospettato, che non ha precedenti, avrebbe scandito la frase «Free Palestine» dopo essere stato fermato dagli agenti.

Nel corso di una conferenza stampa organizzata dalla polizia di Washington, un agente dell’Fbi responsabile del caso ha reso noto che il Bureau sta valutando l’ipotesi che si tratti di un crimine mosso unicamente dall’odio verso Israele e ha confermato che un sospettato è sottoposto a fermo di polizia, ma senza fornire ulteriori dettagli.

Il ministro della Giustizia, Pam Bondi, arrivato personalmente sulla scena del crimine insieme al procuratore Jeanine Pirro, massima autorità giudiziaria del Distretto di Columbia (ovvero l’area amministrativa speciale della capitale americana), ha commentato l’accaduto in un messaggio su X, sottolineando la gravità dell’episodio, come il presidente israeliano Isaac Herzog e il ministro degli Esteri americano Marco Rubio.

Danny Danon, ambasciatore di Israele presso le Nazioni Unite, ha definito il duplice omicidio «un vile e riprovevole atto di terrorismo antisemita» per poi aggiungere: «Colpire la comunità ebraica significa superare un confine inaccettabile. Confidiamo che le autorità statunitensi adottino misure forti contro i responsabili di questo crimine» ha scritto Danon su X, concludendo: «Israele continuerà ad agire con fermezza per proteggere i suoi cittadini e i suoi rappresentanti, ovunque si trovino».

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha espresso su Truth il proprio cordoglio alle famiglie delle vittime aggiungendo: «Questi orribili omicidi a Washington, chiaramente motivati dall’antisemitismo, devono fermarsi qui. Odio e radicalismo non hanno posto negli Stati Uniti».

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