I dazi decisi dal presidente Trump sono stati preannunciati tanto a gran voce che il loro effetto iniziale è stato l’opposto di quanto previsto. A partire dal quarto trimestre del 2024, gli importatori statunitensi hanno cercato di anticipare i dazi, ordinando carichi massicci dalla Cina per assicurarsi scorte a basso costo prima che i prezzi schizzassero alle stelle.
Ora che i dazi sono in vigore, gli ordini sono crollati drasticamente: gli acquirenti hanno già accumulato enormi scorte con gli acquisti precedenti, i costi sono più alti e la speranza di future riduzioni dei dazi ha spinto i compratori statunitensi ad attendere il più possibile per evitare di acquistare con i costi attuali. Sebbene i dati ufficiali per questo periodo recente non siano ancora disponibili, le notizie dal settore dei trasporti raccontano la storia.
Tra novembre 2024 e marzo, le importazioni dalla Cina hanno vissuto continue oscillazioni. Nessuno sapeva con precisione quali dazi sarebbero stati applicati né a quanto li avrebbe fissati la Casa Bianca, ma tutti erano consapevoli che avrebbero aumentato i costi futuri, specialmente in Cina, obiettivo principale di Trump.
Gli americani che si riforniscono in Cina hanno ordinato in grande quantità per accumulare scorte prima che i dazi facessero salire i prezzi dei prodotti cinesi. I flussi di esportazioni cinesi verso gli Stati Uniti sono cresciuti di quasi l’11% tra novembre 2024 e gennaio 2025. Poiché le importazioni contano come un valore negativo nel calcolo del Pil statunitense, questo enorme flusso ha contribuito da solo a rallentare la crescita nel primo trimestre, seppure di un modesto 0,3%.
Ma ora che i dazi sono in vigore, fare acquisti in Cina non è molto conveniente. Gli acquirenti statunitensi hanno ridotto drasticamente gli ordini. Non solo non vogliono pagare i dazi, che fino a poco tempo fa ammontavano al 145%, scesi poi al 30%, ma le scorte accumulate nei mesi precedenti hanno riempito i magazzini. Inoltre, le voci di possibili ulteriori riduzioni dei dazi in futuro hanno scoraggiato gli acquisti nell’immediato.
Sebbene le cifre ufficiali di import-export per questo periodo recente non siano ancora disponibili, le informazioni del settore marittimo fanno riflettere. Il porto di Long Beach, in California, dove arrivano molti prodotti cinesi, segnala un calo del 30% negli arrivi di container nelle ultime settimane.
Sebbene pochi di questi operatori abbiano ridotto ulteriormente le spedizioni programmate, molti hanno effettuato ordini con navi più piccole. I piccoli operatori hanno già tagliato i viaggi, cancellandone circa 24 dalla Cina alla costa occidentale degli Stati Uniti nei primi giorni di maggio. Le prenotazioni dal Sud-est asiatico sono aumentate, soprattutto da operazioni di proprietà cinese in questi Paesi, ma non compensano il vuoto lasciato dalla riduzione delle spedizioni dirette dalla Cina.
In un ulteriore segnale della pressione commerciale, le piattaforme di e-commerce cinesi hanno registrato un aumento di attività. Questi operatori inviano prodotti cinesi direttamente agli acquirenti negli Stati Uniti e altrove. Effettuando piccole spedizioni, possono aggirare i nuovi dazi che i loro concorrenti commerciali più grandi sono invece costretti a pagare.
Le spedizioni inferiori a 800 dollari, ad esempio, sono soggette a un dazio del 120% o a un dazio fisso di 100 dollari per articolo. Un costo elevato rispetto agli anni precedenti, ma comunque inferiore al 145% applicato alle spedizioni più grandi. L’aumento del dazi sulle spedizioni piccole era previsto per l’1 giugno, ma è stato sospeso. Per ora, è un’alternativa vantaggiosa, e queste piattaforme stano intensificando la loro attività. Hanno persino sviluppato app per suddividere le spedizioni in quantità minori, permettendo a compratori e venditori di beneficiare della cosiddetta esenzione per piccoli pacchi.
Per il momento, tali stratagemmi e le scorte abbondanti accumulate in precedenza possono sostenere gli acquirenti statunitensi di prodotti cinesi. Tuttavia, il tempo per queste strategie sta per scadere. Per i rivenditori statunitensi, per affrontare la stagione del ritorno a scuola e quella natalizia, gli importatori dovranno ordinare entro giugno per garantire la merce durante la stagione estiva, che è sempre stata intensa a livello di importazioni. Possono sperare che i negoziati tra Washington e Pechino riducano presto i dazi, oppure dovranno cercare fonti al di fuori della Cina, e dovranno farlo in fretta. In ogni caso, l’economia cinese è alla resa dei conti.
Copyright Epoch Times