Perseveranza e determinazione premiano, lettera di un medico alla generazione futura

di Terrence A. Smith per ET USA
30 Aprile 2025 11:32 Aggiornato: 30 Aprile 2025 11:32

Cara Generazione Futura,

Dopo quasi settant’anni di vita, vi scrivo per trasmettere a voi, Prossima Generazione, il segreto non tanto segreto del successo. Ma devo prima parlarvi di come è iniziato il mio “viaggio” verso la realizzazione piena di questo segreto.

Sono stato uno studente nella media o inferiore alla media per tutti gli anni in cui ho frequentato una scuola parrocchiale, diplomandomi senza clamore circa cinquanta anni fa. Venivo da una famiglia piuttosto povera e, se i miei compagni di classe avessero potuto votare la persona con minori probabilità di successo, sospetto che sarei stato in cima alla lista o quasi. Ricordo chiaramente il mio incontro obbligatorio con il consulente scolastico, il quale mi chiese cosa avessi intenzione di fare dopo il diploma e io gli dissi che mi sarei arruolato nell’Esercito. Con quello che sembrava essere un senso di sollievo, disse: «Bene, perché non hai la stoffa per andare all’università!».

Così, poche ore dopo la cerimonia di consegna del diploma, salii su un autobus e partii per il campo di addestramento. Era la prima volta che mi allontanavo da casa. Avevo paura. Ero ansioso. Mi sentivo solo e avevo nostalgia di casa. Ma avevo anche un’altra cosa: ero “assetato”,  una sete di essere, come avrebbe recitato in seguito uno slogan dell’Esercito «tutto quello che potevo essere».

Al liceo non ero stato un campione dello sport né un genio negli studi. Ero un “signor nessuno”: qualcuno da bullizzare, rimproverare e, in generale, da ignorare. Ho pensato che forse, solo forse, avrei potuto diventare “qualcuno” nell’Esercito.

Non mi sono distinto subito, nell’Esercito, ma col tempo sono diventato un buon soldato, ottenendo incarichi speciali e frequentando corsi che mi hanno spianato la strada per alcune promozioni. Durante questo periodo, ho continuato a sentire il desiderio di conoscenza e di esperienza.

Ho puntato su un corso universitario organizzato durante le ore serali. La mia votazione è stata una B. Non era il massimo, ma non era nemmeno male per chi, solo un anno prima, si era sentito dire che non sarebbe stato in grado di affrontare studi di livello universitario.

A quel corso sono seguiti altri corsi, molti altri corsi, fino al conseguimento di un diploma biennale, poi di una laurea triennale, di un dottorato in Economia e uno in Medicina, tutti con lode. Nello stesso periodo, sono stato per sedici anni agente di Stato, per ventitré anni medico curante e membro di facoltà in una prestigiosa università e per trentadue anni in servizio militare.

Una sete infinita di vita, di conoscenza, di rivelazioni e di arricchimento è alla base del successo, ma qual è la chiave del successo? Qual è stato il segreto per realizzare quello che gli altri pensavano fosse impossibile? Che cosa ci dà la sicurezza di rischiare e di superare i nostri limiti personali? Come fa una persona normale a distinguersi e a diventare unica?

La risposta a queste domande e il segreto del successo si trovano in una sola parola: perseveranza. Per avere successo nella vita, bisogna essere perseveranti in ogni cosa, ogni giorno. Non sono, né sono mai stato, il più intelligente o il più abile. Tuttavia, mi sono laureato con il massimo dei voti, o quasi, dei miei programmi universitari, lavorando e studiando meglio di chi mi stava vicino. Quando gli altri si sentivano soddisfatti, io mi impegnavo di più per arrivare alla perfezione. Quando gli altri si riposavano, io andavo avanti. Quando gli altri dormivano sugli allori, passavano in seconda posizione, e io li superavo. Io ho perseverato.

Dubito che qualcuno possa definire la perseveranza meglio del presidente Calvin Coolidge. È riuscito a definire questa virtù in profondità, fino al nocciolo, affermando:
«Niente al mondo può prendere il posto della perseveranza. Non il talento: non c’è niente di più comune di uomini di talento che non hanno successo. Non il genio: il genio non premiato è quasi proverbiale. Neanche l’istruzione lo può fare: il mondo è pieno di derelitti istruiti. Solo la perseveranza e la determinazione sono onnipotenti».

Platone insegnava che chi ha una fiaccola la deve passare ad altri: io passo la mia fiaccola a voi, Prossima Generazione. Può illuminare il vostro cammino con un unica luce: la perseveranza. Non arrendetevi mai e poi mai!


Dr. Terrence A. Smith

Consigliati