La Casa Bianca ha smentito le insinuazioni di The New York Times e di NPR secondo cui si starebbe cercando un sostituto per il ministro della Difesa Pete Hegseth, definendo l’articolo una «totale fake news» basata su una sola fonte anonima priva di qualsiasi credibilità.
In precedenza, NPR aveva riferito, citando come “fonte anonima qualificata” un funzionario statunitense non autorizzato a parlare pubblicamente, che la Casa Bianca avrebbe avviato la ricerca di un nuovo ministro della Difesa.
Ma anche il presidente Trump ha ribadito la piena fiducia nel ministro: «Sta facendo un ottimo lavoro. È stato scelto per liberare il ministero della Difesa da funzionari corrotti e incompetenti, e quando fai pulizia ti fai dei nemici». Dagli ambienti democratici è subito partita la richiesta di dimissioni, con il senatore Mark Warner in prima fila: «Hegseth mette a rischio i nostri militari».
Né Hegseth né Trump hanno fatto nomi, ma il Pentagono ha confermato che tre funzionari — Dan Caldwell, consigliere di Hegseth; Darin Selnick, suo vice capo di gabinetto; e Colin Carroll, capo di gabinetto del vice ministro Stephen Feinberg — sono stati recentemente sospesi nell’ambito di un’indagine su fughe di notizie non autorizzate. Venerdì scorso, i tre hanno diffuso una dichiarazione congiunta in cui lasciavano intendere di non far più parte dell’amministrazione, denunciando quelle che hanno definito «accuse infondate».
Pete Hegseth, un ex militare e una voce autorevole nel “nuovo” partito Repubblicano di Trump, ha ottenuto la conferma del Senato a gennaio con il voto decisivo del vicepresidente JD Vance (il vicepresidente degli Stati Uniti è contemporaneamente anche il presidente del Senato). Il ministero della Difesa ha chiarito che Hegseth non ha divulgato informazioni segrete, e gli scoop giornalistici hanno tutta l’aria di essere un tentativo di colpire politicamente un funzionario pubblico che sta facendo il proprio dovere.
