Arizona, parlamentari chiedono al Congresso di riconoscere le liste alternative di grandi elettori

Di Ivan Pentchoukov

Un gruppo di parlamentari dell’Arizona ha chiesto al Congresso degli Stati Uniti di basarsi su una lista alternativa di grandi elettori presentata dai repubblicani dello Stato e favorevole al presidente Donald Trump. La richiesta formale è arrivata lunedì con una risoluzione indirizzata al Congresso e siglata da 22 parlamentari dell’Arizona e 8 parlamentari eletti.

L’iniziativa è arrivata proprio nel giorno in cui i grandi elettori del Collegio Elettorale si sono riuniti, esprimendosi in favore di Joe Biden. Tuttavia, molti repubblicani ritengono che i risultati elettorali negli Stati in bilico (e quindi i grandi elettori nominati di conseguenza) siano viziati per via di sistematiche irregolarità e brogli elettorali.

«È il dovere costituzionale e legale del Parlamento dello Stato dell’Arizona di garantire che i grandi elettori dello Stato rappresentino veramente la volontà degli elettori dell’Arizona», afferma la risoluzione. I firmatari sostengono che le elezioni generali del 2020 sono state «inficiate da irregolarità talmente significative da rendere altamente opinabile che i risultati certificati rappresentino la volontà degli elettori».

La risoluzione chiede quindi al Congresso di contare i grandi elettori in favore di Trump o di invalidare tutti gli elettori fino a quando non verrà effettuata una verifica forense completa. Chiede inoltre che il Congresso non prenda in considerazione alcun grande elettore dell’Arizona fin quando il Parlamento dello Stato non considererà definitivi i risultati delle elezioni.

Anche i repubblicani di altri sei Stati hanno inviato liste alternative di grandi elettori lunedì, gettando così le basi per un potenziale contenzioso riguardo i voti del Collegio Elettorale, quando il Congresso si riunirà il 6 gennaio per certificare i risultati delle elezioni.

Nello specifico, i repubblicani di Pennsylvania, Michigan, Georgia, Wisconsin, New Mexico e Nevada hanno già inviato al Congresso liste alternative di grandi elettori. E in realtà non si tratta di una mossa senza precedenti. Nel 1960, i democratici delle Hawaii inviarono una lista alternativa di grandi elettori in favore di John F. Kennedy, dopo che il governatore dello Stato aveva certificato Richard Nixon come vincitore. Il Congresso alla fine ha scelto di contare i voti dei grandi elettori forniti dai democratici.

Gran parte della stampa ha ignorato la mossa dei repubblicani e anche l’ex vicepresidente Joe Biden non vi ha fatto alcun riferimento durante il suo discorso, nel quale ha nuovamente rivendicato la propria vittoria alle elezioni del 2020. Nel frattempo, il presidente Donald Trump non ha mai riconosciuto la sconfitta e sta continuando a portare avanti azioni legali negli Stati decisivi.

Per giunta, il 14 dicembre, un consigliere della Casa Bianca ha pronosticato che i grandi elettori alternativi voteranno in molti Stati, portando potenzialmente alla rielezione del presidente Donald Trump.

Il consigliere in questione, Stephen Miller, ha dichiarato durante la trasmissione ‘Fox & Friends’ che «L’unica data nella Costituzione è il 20 gennaio [la data dell’insediamento del nuovo presidente, ndr]. Quindi abbiamo tempo più che sufficiente per correggere il marcio di questo risultato elettorale fraudolento e certificare Donald Trump come vincitore delle elezioni».

«Mentre parliamo oggi, una lista alternativa di elettori negli Stati contesi andrà a votare, e noi manderemo quei risultati al Congresso».

Quando i voti dei grandi elettori verranno contati dal Congresso, il 6 gennaio, Trump avrà bisogno dell’appoggio quasi unanime dei repubblicani del Senato per contestare con efficacia i voti dei grandi elettori del Collegio elettorale.

 

Articolo in inglese: Arizona Lawmakers Urge Congress to Count Alternate Slate of Trump Electors

 
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