Ecco perché il Pcc è l’unico responsabile della pandemia

Di James Gorrie

Mentre la pandemia continua il suo percorso mortale in tutto il mondo, alcuni media e organizzazioni internazionali nascondono alcuni fatti cruciali per preservare le loro relazioni con la Cina. Di conseguenza, sotto la guida del Pcc, la  storia stessa di questo disastro globale sta cambiando radicalmente.

Sarebbe utile quindi focalizzarsi su alcuni fatti principali.

La pandemia è iniziata in Cina a Wuhan, capitale dell’Hubei, ed è noto ormai che il virus non ha avuto origine dal mercato locale di animali selvatici. Piuttosto, il virus del Pcc probabilmente proveniva dall’unico e solo laboratorio di bio-sicurezza cinese, l’unica struttura di livello 4 in Cina che si occupa di coronavirus, e che si trova proprio a Wuhan.

Come si può sapere per certo che il virus provenga dal laboratorio? L’esperto cinese Steven W. Mosher, sul New York Post aveva raccontato di come il presidente cinese Xi, in un incontro a febbraio a Pechino, abbia parlato della necessità di istituire un sistema nazionale di contenimento dei coronavirus «per proteggere la salute della popolazione», per prevenire future epidemie e per limitare i rischi di bio-sicurezza, in quanto la sicurezza dei laboratori è una questione di «sicurezza nazionale».

Quindi, se l’epidemia si fosse davvero originata dal mercato degli animali selvatici, perché Xi avrebbe dovuto menzionare la sicurezza dei laboratori? L’unica ragione potrebbe essere che il laboratorio di Wuhan sia la vera fonte dell’epidemia.

Inoltre, a gennaio, è stato inviato a Wuhan il maggior generale Chen Wei dell’Esercito di Liberazione del Popolo (Pla), principale esperto di guerra biologica in Cina. Secondo Mosher, il compito di Chen era di contenere l’epidemia, ma, come abbiamo visto, ha fallito.

Alla Cina sfugge il virus mortale

Le epidemie di coronavirus non sono una novità in Cina; dal 2003 si sarebbero già verificati due casi di fughe di coronavirus dal laboratorio di Pechino; tuttavia, l’agente patogeno contagioso di Wuhan è una nuova forma di coronavirus, ed è per questo che alcuni l’hanno inizialmente etichettato come «nuovo coronavirus».

Il Pcc è colpevole

Poiché il Pcc controlla le forze militari cinesi, autorizza lo studio e la produzione di tutte le armi biologiche, esso è  l’unico responsabile del nuovo coronavirus, che in qualche modo è sfuggito ai protocolli di laboratorio al quale Xi ha fatto riferimento.

Il Partito ha anche diretto la risposta del Paese – o la mancata risposta – all’epidemia. Le menzogne, l’inganno, le smentite, la decisione di permettere alle persone infette di viaggiare, sono tutte sue responsabilità.

Ma quanto è colpevole il Partito? Poiché nel processo decisionale la direzione del Partito controlla il Pcc, e il presidente a vita Xi Jinping controlla la direzione del Partito, prendendo decisioni finali su quasi tutto, il Pcc è il solo responsabile di questa pandemia globale.

Un ritardo dannoso

A seconda della fonte delle informazioni, i primi casi si sono verificati ad ottobre, novembre o dicembre 2019. La fonte del South China Morning Post è un rapporto del governo cinese che colloca il primo caso al 17 novembre 2019. Al 15 dicembre, i casi erano 27 e al 20 dicembre, 60. Il 27 dicembre le autorità sanitarie di Wuhan sono state informate dai medici della rapida diffusione di un nuovo virus.

Con una città di 11 milioni di persone da infettare, la malattia si è diffusa rapidamente. Al 1° gennaio 2020 c’erano 381 casi confermati, ma nonostante il numero fosse raddoppiato in soli due giorni, il regime cinese e le autorità locali di Wuhan insistevano a dire che non vi fosse trasmissione umana della malattia. Quindi il 25 gennaio le autorità cinesi hanno permesso a milioni di persone di lasciare Wuhan per i 40 giorni del Capodanno lunare, il più grande movimento di massa di persone sulla Terra, dove centinaia di milioni di cinesi hanno viaggiato in tutto il Paese e alcuni verso il resto del mondo, portando con loro un virus mortale che poi avrebbe infettato le persone, le città e le nazioni.

Il regime cinese lo sapeva in anticipo, ma non ha fatto nulla per fermarlo, né ha avvertito nessuno. Per tutto il mese di gennaio e febbraio, casi e decessi sono stati coperti dalle autorità. Quando i medici e il personale sanitario hanno cercato di dare l’allarme, riferendo che i pazienti erano malati e morivano a causa di un nuovo tipo di virus o di un nuovo coronavirus, sono stati arrestati e costretti a firmare confessioni in cui affermavano di aver mentito.

Alla fine la voce si è sparsa in tutto il mondo, e per oltre un mese gli Stati Uniti e l’Oms si sono offerti di inviare entro 24 ore degli esperti per il controllo e la prevenzione delle malattie, ma la Cina ha rifiutato.

Perché? Per il solo motivo che gli esperti riconoscono subito un agente di guerra biologica.

Deviare la colpa

Alla fine la Cina ha invece invitato l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), fortemente politicizzata. Il  principale contributo dell’Oms è stato quello di elogiare la leadership cinese e di cambiare il nome della malattia in Covid-19 (anziché ‘virus di Wuhan’), per distogliere attenzione dalla responsabilità della leadership del Partito. Questa era una menzogna di omissione e complicità allora, e lo è ancora oggi.

La logica dell’agenzia è che il virus non guarda alla razza, credo o nazionalità, e, quindi, chiamarlo virus di Wuhan,  virus cinese (come lo chiama il presidente Donald Trump), o virus del Pcc, sarebbe impreciso o addirittura razzista.

Se il presidente americano è razzista per aver insistito nell’incolpare della pandemia la Cina e, più specificamente alla leadership del Pcc, allora lo sono anche milioni di cinesi che incolpano il Partito.

Incolpare il Pcc della pandemia che sta portando sofferenza, morte e rovina economica a tutto il mondo non è forse giusto e corretto? Come rileva un recente studio, se la Cina avesse agito appena tre settimane prima, il 95 per cento della diffusione della malattia avrebbe potuto essere contenuta.

Il mondo oggi sta andando sempre peggio a causa del Pcc. In effetti, il Partito ha firmato la condanna a morte di migliaia e migliaia di persone. Ma questa non è nemmeno una novità.

 

James Gorrie è uno scrittore e relatore nel sud della California. È l’autore di «La crisi cinese».

Le opinioni espresse in quest’articolo sono quelle dell’autore e non riflettono necessariamente quelle di Epoch Times.

Articolo in inglese: Here’s Why the CCP Owns This Pandemic

 
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