Usa, attivista di Black Lives Matter ha partecipato all’irruzione in Campidoglio

Di Zachary Stieber

Un attivista di Black Lives Matter faceva parte del gruppo che mercoledì ha fatto irruzione nel Campidoglio degli Stati Uniti.

John Earle Sullivan era stato arrestato nel luglio 2020 per minacce, violenza e atti criminali, dopo aver sostenuto una rivoluzione armata sui social media. Aveva organizzato una protesta insieme ad attivisti di Black Lives Matter e membri della rete di estrema sinistra Antifa. Secondo Deseret News, Sullivan ha in quell’occasione danneggiato veicoli e esortato i manifestanti a bloccare le strade. E alcuni filmati lo hanno mostrato mentre minacciava di picchiare una donna.

Questa volta invece, le fotografie hanno mostrato Sullivan all’interno del Campidoglio di Washington il 6 gennaio. Da allora Sullivan ha rilasciato interviste affermando di aver preso parte all’irruzione illegale come parte di una sua iniziativa per comprendere meglio i sostenitori del presidente Donald Trump.

Intervistato da Ksl-Tv, Sullivan ha dichiarato: «Secondo me, è importante per il gruppo e le persone intorno a me vedere quel lato delle cose, vedere la verità. Non mi interessa, come o da che parte stai, dovresti solo vederla per come è, a crudo».

Tuttavia, Sullivan non è stato accusato di irruzione illegale o degli altri reati di cui, secondo le dichiarazioni della polizia, sono accusate le persone entrate in Campidoglio. La sua foto non è tra quelle diffuse dalle autorità delle persone coinvolte nell’incidente. Nondimeno Sullivan afferma di essere stato arrestato giovedì notte e interrogato su ciò che ha visto durante l’assalto al Campidoglio. Il Dipartimento di polizia metropolitana non ha ancora risposto alle domande di Epoch Times a riguardo.

Giovedì la polizia ha comunicato di aver arrestato 68 persone a Washington – 41 davanti del Campidoglio – con l’accusa di ingresso illegale e di possesso illegale di un’arma da fuoco.

Spazzatura lasciata all’esterno dell’edificio dopo che i manifestanti hanno fatto irruzione nel Campidoglio degli Stati Uniti, a Washington, il 7 gennaio 2021. (Brendan Smialowski/AFP via Getty Images)

In un’altra intervista, Sullivan ha raccontato a Kutv: «I manifestanti non stavano davvero cercando di bruciare o di rompere qualcosa, il loro obiettivo era di entrare nelle Camere. Quei manifestanti si sono davvero arrabbiati e hanno oltrepassato gli agenti molto rapidamente, e sì, ci si poteva davvero muovere liberamente e entrare in qualsiasi stanza e guardare fuori dalla finestra, quindi è stato davvero surreale da vedere».

Mentre a Ksl-Tv ha spiegato come è stata uccisa dagli agenti la giovane donna morta durante l’irruzione, che era vicina a lui: «C’era una parete di vetro e la donna è stata la prima persona a tentare effettivamente di entrare. Tutto quello che riuscivo a vedere erano delle mani con delle pistole. […] Non si vedevano i loro volti, niente. E allora ho urlato a tutti: “C’è una pistola! C’è una pistola! Non entrate lì!”. Poi si è sentito lo sparo. Le hanno sparato appena è entrata».

Giovedi la polizia del Campidoglio degli Stati Uniti ha ammesso che uno dei suoi agenti ha sparato il colpo che ha ucciso la donna, identificata come Ashli ​​Babbitt. L’agente è stato posto in congedo amministrativo in attesa di un’indagine congiunta condotta dall’agenzia e dal Dipartimento di polizia metropolitana.

Altre persone che hanno fatto irruzione nel Campidoglio sono state identificate come sostenitori del presidente Donald Trump. Tra questi Rick Saccone, ex membro della Camera dei Rappresentanti, Derrick Evans, membro della Camera dei delegati della Virginia Occidentale, e Kristina Malimon, membro della leadership dei Giovani Repubblicani dell’Oregon.

 

Articolo in inglese: Black Lives Matter Activist Took Part in Storming of Capitol

 
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