Xi Jinping ha dichiarato di voler ulteriormente consolidare i rapporti con Mosca. In un incontro tenutosi martedì con il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov, il capo del regime comunista cinese ha riaffermato l’importanza dell’alleanza strategica “Senza Limiti” tra Cina e Russia, promettendo un rafforzamento del sostegno reciproco.
L’incontro si è svolto all’indomani dell’avvertimento del presidente statunitense rispetto ai nuovi dazi del 100% ai Paesi che importino petrolio russo, a meno che il Cremlino non accetti (eventualità per ora poco probabile) un accordo di pace entro 50 giorni per porre fine al conflitto con l’Ucraina.
Lavrov si trova in Cina per partecipare alla 25esima riunione dei ministri degli Esteri dell’Organizzazione per la cooperazione di Shanghai, in corso a Tianjin. A margine dell’evento, ha parlato con i suoi omologhi di India, Pakistan e Iran. Il ministero degli Esteri russo ha riferito che Lavrov e il ministro degli Esteri indiano Subrahmanyam Jaishankar hanno ribadito «l’impegno incrollabile a rafforzare ulteriormente l’alleanza strategica speciale e privilegiata tra Russia e India a tutti i livelli», ma il ministero degli Esteri indiano non ha reso pubblico l’incontro sul proprio sito web.
Secondo una recente analisi di un think tank finlandese, con l’embargo dell’Unione europea sui prodotti petroliferi russi, i principali acquirenti di energia russa sono diventati Cina, India e Turchia. Dal 5 dicembre 2022 fino alla fine del mese scorso, Cina e India hanno acquistato rispettivamente il 47% e il 38% delle esportazioni di greggio russo, mentre Turchia e Cina hanno comprato il 26% e il 13% .
Ieri, martedì 15, l’Unione europea non è riuscita ad approvare il diciottesimo pacchetto di sanzioni contro la Russia. La responsabile per gli Affari esteri dell’Ue, Kaja Kallas, ha dichiarato che la decisione è ora nelle mani della Slovacchia, aggiungendo che un accordo potrebbe essere raggiunto mercoledì. Nel corso di un incontro nello Studio Ovale con il Segretario generale della Nato Mark Rutte, Trump ha fissato la scadenza di 50 giorni affinché il Cremlino accetti un accordo di pace, prima di introdurre i dazi del 100% sui beni russi, oltre alle sanzioni secondarie sui Paesi che ne acquistino le esportazioni. Questo mentre l’ottantacinque dei cento senatori statunitensi (inclusa, quindi, la metà circa dei senatori democratici) è favorevole a un disegno di legge che autorizzi Trump a imporre dazi del 500% su qualsiasi Paese che aiuti la Russia; ma i senatori repubblicani attendono il via libera del presidente per procedere al voto.
Commentando l’avvertimento di Trump, Lavrov ha dichiarato che la Russia desidera comprendere le ragioni dietro la scadenza di 50 giorni. «Prima era 24 ore, poi 100 giorni […] Vogliamo davvero sapere cosa motivi il presidente degli Stati Uniti», ragiona Lavrov, che ha aggiunto che il Cremlino sta affrontando «un numero di sanzioni senza precedenti» ma che «riuscirà a gestirle» anche in futuro.
Il portavoce del ministero degli Esteri del regime comunista cinese, Lin Jian, ha sottolineato che Pechino considera «il dialogo e i negoziati l’unica via praticabile per risolvere la crisi ucraina». All’inizio di questo mese, il ministro degli Esteri cinese, Wang Yi, risulta abbia detto alla Kallas che Pechino non accetterà una sconfitta della Russia nella guerra contro l’Ucraina, temendo che gli Stati Uniti possano spostare la loro attenzione sulla Cina. Wang ha respinto le accuse dell’Ue secondo cui il regime cinese fornirebbe supporto materiale che sostiene il complesso militare-industriale russo.
I Servizi statunitensi ed europei accusano da tempo il regime cinese di consentire a società private di contrabbandare componenti per armi verso la Russia. A febbraio, Kaja Kallas ha definito la Cina «un facilitatore chiave della guerra di aggressione russa contro l’Ucraina», sostenendo che tale sostegno influisca negativamente sulle relazioni Europa-Cina, e precisando che Bruxelles ha sanzionato 33 soggetti in Cina e Hong Kong accusati di esportare in Russia componenti tecnologici avanzati e a duplice uso, anche di origine europea, utilizzati dall’esercito russo nella guerra contro l’Ucraina.
A ottobre 2024, gli Stati Uniti hanno sanzionato due aziende cinesi, accusandole di aver sviluppato e prodotto interi sistemi d’arma in collaborazione con imprese russe. A maggio, l’Ucraina ha confermato le informazioni secondo cui la Cina starebbe fornendo macchine utensili, prodotti chimici speciali, polvere da sparo ed elettronica per droni ad almeno 20 fabbriche di armamenti russe.