Il 13 maggio, gli Stati Uniti hanno introdotto sanzioni contro una rete accusata di vendere petrolio iraniano alla Cina e destinare i proventi al finanziamento di attività terroristiche. Il ministero degli Esteri ha reso note le misure, identificando Sepehr Energy Jahan Nama Pars come la società di facciata che ha gestito spedizioni di greggio iraniano per miliardi di dollari verso la Cina e ha agito per conto dello Stato maggiore delle forze armate iraniane.
Le misure si collocano nell’ambito di un memorandum della Casa Bianca che incarica le agenzie di sicurezza nazionale di bloccare l’accesso dell’Iran alle armi nucleari e di contrastarne l’influenza destabilizzante. A inizio mese, la Camera ha confermato le sanzioni contro l’Iran, abrogando la clausola di scadenza di una legge del 1996, attualmente in esame presso una commissione del Senato.
Secondo il ministero degli Esteri, la rete utilizzava i ricavi delle vendite alla Cina per sostenere lo sviluppo di missili balistici, droni, programmi nucleari e gruppi terroristici, tra cui gli attacchi degli Houthi contro il trasporto marittimo nel Mar Rosso, la Marina statunitense e Israele. «Finché l’Iran userà i suoi guadagni illeciti per attaccare gli Stati Uniti e i loro alleati, per sostenere il terrorismo mondiale e per azioni destabilizzanti, ogni strumento disponibile sarà impiegato per condannare il regime», ha dichiarato il ministero diretto da Marco Rubio.
LA RETE
Il 13 maggio, l’Ufficio per il controllo dei beni stranieri del ministero del Tesoro americano ha sanzionato una ventina di soggetti coinvolti. L’Ufficio per il controllo dei beni stranieri ha indicato che Sepehr Energy gestisce tre società con sede a Hong Kong, utilizzate come facciata per mediare e ricevere spedizioni di petrolio destinate alla Cina. Una di queste, la Star Energy, avrebbe movimentato decine di milioni di dollari per Sepehr Energy, mentre la Xin Rui Ji e la Milen Trading avrebbero ricevuto carichi nei porti cinesi. Tali società, secondo il ministero del Tesoro, occultano l’origine iraniana del petrolio e sono state sanzionate. Anche Mohammad Khorasani Niasari, funzionario iraniano di Sepehr Energy, è stato sanzionato per aver gestito i trasferimenti finanziari destinati alla leadership militare dell’Iran.
La società Ccic Singapore è stata colpita da misure restrittive per il suo ruolo continuo di intermediario, per aver occultato l’origine iraniana del petrolio attraverso trasferimenti nave-nave e per aver falsificato documenti. La sua affiliata, Huangdao Inspection and Certification Co., ha fornito servizi simili ed è stata parimenti sottoposta a restrizioni. Le misure hanno colpito anche un cittadino cinese, uno singaporiano e quattro intermediari con sede a Hong Kong, che avrebbero trasportato milioni di barili di petrolio iraniano da Sepehr Energy verso le raffinerie private cinesi, note come “teapot”. Altre petroliere battenti bandiera di Camerun, Panama e Hong Kong — di proprietà di società con sede a Hong Kong e nelle Seychelles — sono state incluse nelle sanzioni.
IL PROGRAMMA NUCLEARE
A febbraio, il presidente Trump ha firmato un ordine che impone al ministero del Tesoro di esercitare una «massima pressione» sull’Iran per impedire al regime di sviluppare un’arma nucleare. Il documento incarica il ministero degli Esteri di condurre una campagna continua, in coordinamento con altre agenzie, per azzerare le esportazioni petrolifere iraniane, con particolare attenzione a quelle verso la Cina. Il memorandum dispone inoltre che il ministro della Giustizia indaghi e persegua le reti sostenute dall’Iran o dai suoi gruppi terroristici affiliati. L’11 maggio, funzionari americani e iraniani hanno concluso un quarto ciclo di negoziati sul programma nucleare, annunciando ulteriori incontri.