Ucraina: la ricostruzione parte da Roma, 200 accordi siglati e impegni per oltre 10 miliardi

di Agenzia Nova
10 Luglio 2025 20:04 Aggiornato: 12 Luglio 2025 8:04

Circa duecento accordi, di cui 40 italiani, a sostegno della ricostruzione dell’Ucraina, con un impegno complessivo per oltre 10 miliardi di euro: sono questi i numeri emersi dalla prima giornata di lavori della Conferenza internazionale sulla ricostruzione dell’Ucraina in corso da oggi a Roma. Oltre 8 mila delegati, cento delegazioni ufficiali, quindici capi di Stato e di governo, una quarantina di ministri degli Esteri, circa duemila rappresentanti aziendali e più di seicento giornalisti si sono riuniti per offrire un segnale politico e finanziario tangibile al fianco di Kiev. L’iniziativa, ospitata al centro congressi “La Nuvola” dell’Eur, ha rappresentato non solo un punto di continuità con la precedente edizione di Berlino dello scorso giugno, ma anche un salto di qualità nella mobilitazione internazionale a favore dell’Ucraina. Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, presente a Roma con una folta delegazione, ha espresso gratitudine per il sostegno ricevuto, definendolo «un segnale politico molto importante». «Oggi – ha dichiarato – sono stati firmati oltre 200 accordi. Molti di questi riguardano investimenti nella nostra difesa, nella produzione di droni, artiglieria, mezzi blindati. Un Paese da solo non può farcela: abbiamo bisogno della vostra forza, della vostra determinazione, della vostra leadership».

La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha aperto i lavori sottolineando che «il cammino della ricostruzione non sarà facile, sarà pieno di insidie, ma porta con sé incredibili opportunità». Meloni ha quindi esortato le imprese italiane e internazionali a scommettere sul futuro di Kiev: «Questa conferenza sarà il punto di partenza per il miracolo della ricostruzione dell’Ucraina. Investire in Ucraina non è un azzardo, è un investimento in pace e nella crescita dell’Europa intera». Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha firmato una serie di accordi con il collega ucraino Dmytro Kuleba, tra cui uno destinato alla ricostruzione della regione di Odessa. «Da Roma – ha dichiarato – parte un messaggio chiaro: l’Ucraina non è sola. Vogliamo contribuire non solo alla resistenza, ma anche alla costruzione della pace».

Numerosi i progetti presentati alla Business Fair allestita per l’occasione, con 120 stand e la presenza di circa 500 aziende italiane. L’Unione europea, dal canto suo, ha annunciato un nuovo pacchetto di aiuti da 2,3 miliardi di euro, volto a mobilitare fino a 10 miliardi di investimenti nei settori dell’energia, dei trasporti, della sanità e delle infrastrutture. Tra gli interventi più attesi, quello annunciato dal cancelliere tedesco Friedrich Merz, che ha confermato l’avvio di trattative tra Germania e Stati Uniti per l’acquisto di sistemi missilistici Patriot da fornire a Kiev: «Il nostro dovere politico è aumentare la pressione sulla Russia e sostenere il percorso dell’Ucraina verso l’Ue. Le riforme devono andare avanti, ma servono anche garanzie di sicurezza». Il primo ministro polacco Donald Tusk ha rilanciato la necessità di rafforzare il pilastro europeo del sostegno a Kiev, definendolo «una condizione essenziale per la sicurezza del continente».

Nel pomeriggio, a margine della conferenza, si è svolta anche la riunione della cosiddetta “Coalizione dei Volenterosi”, che ha visto per la prima volta la partecipazione ufficiale degli Stati Uniti. L’inviato speciale del presidente Donald Trump, il generale in pensione Keith Kellogg, ha portato il saluto della nuova amministrazione statunitense – prima volta in cui un rappresentante dell’amministrazione Usa partecipa a una riunione in questo formato, un successo che Meloni può rivendicare con soddisfazione – riaprendo di fatto il canale di coordinamento con gli alleati europei. «Sono contenta che per la prima volta partecipino anche gli Stati Uniti – ha detto Meloni -. I segnali che arrivano dal presidente Trump sono molto importanti». Durante l’incontro, al quale hanno partecipato anche Francia, Germania, Regno Unito, Polonia e Paesi baltici, è stata discussa la possibilità di costituire una missione congiunta di sicurezza post-bellica e sono stati presentati i primi elementi di un piano per la deterrenza a lungo termine. Zelensky ha ribadito l’importanza dell’unità dell’Occidente: «Solo insieme possiamo contenere l’aggressione russa e garantire la libertà dell’Europa».

Nella sua conferenza stampa, Zelensky ha chiarito che con il presidente degli Stati Uniti Donald Trump c’è stato «un dialogo positivo sui sistemi Patriot: la mia richiesta è di una decina di sistemi Patriot e un adeguato numero di missili». Il capo dello Stato ucraino ha anche ricordato che l’Ucraina sta già collaborando con la Danimarca e la Norvegia. «Lavoriamo allo stesso modo con la Danimarca, con la Norvegia, con la Germania, con il Regno Unito. Abbiamo già iniziato a collaborare con il Canada. Stiamo dialogando con Italia e Francia. Credo che questo sia un grande successo», ha aggiunto Zelensky. A concludere la prima giornata di lavori è stato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che ha voluto portare il suo saluto alla Conferenza: «Non possono essere cinismo e indifferenza a guidare i comportamenti delle nazioni», ha detto. «Una pace apparente a condizioni ingiuste ha sempre vita breve. Per questo questa guerra riguarda l’intera comunità internazionale. Far prevale il diritto internazionale riflette il comune sentire dell’umanità, non è un esercizio astratto e utopico», ha concluso il capo dello Stato.


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