Il 28 maggio, la Corte del Commercio Internazionale degli Stati Uniti ha stabilito che il presidente Trump ha ecceduto i propri poteri dichiarando un’emergenza nazionale per imporre dazi su larga scala nei confronti di quasi tutti i partner commerciali dell’America. Secondo la sentenza, l’International Emergency Economic Powers Act non autorizza il Presidente ad applicare dazi illimitati su merci provenienti da quasi ogni parte del mondo. La Corte ha ricordato che la Costituzione riserva al Parlamento la facoltà esclusiva di imporre tasse, dazi e accise e di regolare il commercio con l’estero.
Lo scorso 2 aprile, Trump aveva proclamato un’emergenza commerciale nazionale, invocando l’International Emergency Economic Powers Act per introdurre un dazio base del 10% su quasi tutte le importazioni. Alcuni Paesi erano stati colpiti anche da dazi aggiuntivi fino al 50%, giustificati come risposta a pratiche commerciali ritenute sleali, comprese barriere non tariffarie, alti dazi sui beni statunitensi e squilibri nella bilancia commerciale. Questi provvedimenti, denominati “Liberation Day”, erano stati presentati come strumenti per difendere la sicurezza nazionale e sostenere le industrie americane.
Il 23 aprile, 12 Stati – tra cui New York, Illinois e Colorado – hanno fatto ricorso contro l’amministrazione Trump, contestando la legittimità dei dazi e accusando il Presidente di aver agito arbitrariamente. Secondo i procuratori generali, solo il Parlamento può imporre dazi, quindi l’iniziativa presidenziale avrebbe destabilizzato l’economia nazionale, alterando l’equilibrio costituzionale. Nello stesso periodo, anche un gruppo di piccole imprese ha intentato causa per fermare l’applicazione delle misure, sostenendo che si trattasse di un uso senza precedenti del potere esecutivo. L’amministrazione, rappresentata dall’avvocato del ministero di Giustizia, Eric Hamilton, ha ribattuto che l’International Emergency Economic Powers Act autorizza l’imposizione di dazi da parte del Presidente e che tali decisioni non sarebbero soggette a revisione da parte della magistratura.
Con la sentenza emessa mercoledì, la Corte ha accolto la richiesta di giudizio sommario, affermando che non esistono controversie sui fatti materiali e che il diritto è chiaramente a favore dei ricorrenti. Questo rende superflua un’ingiunzione preliminare, poiché la causa è stata vinta nel merito. La decisione chiarisce che l’International Emergency Economic Powers Act non autorizza il Presidente a decretare dazi di portata mondiale o ritorsivi, né a regolamentare il commercio in modo generalizzato. Anche i dazi del 25% imposti su prodotti provenienti da Messico, Canada e Cina con l’obiettivo dichiarato di contrastare il traffico di fentanyl sono stati giudicati illegittimi, in quanto non rispondenti alle minacce specificate nei decreti presidenziali.
Il giudizio sommario sarà emesso contro il governo degli Stati Uniti, i decreti contestati saranno annullati e la loro applicazione vietata in modo definitivo. La Corte ha inoltre precisato che l’illegalità delle misure si estende a tutti, non solo ai soggetti che hanno fatto ricorso.
La Casa Bianca ha replicato attraverso vice-portavoce, Kush Desai, ha dichiarato che «non spetta a dei giudici non eletti decidere come affrontare un’emergenza nazionale», sottolineando l’aspetto politico ed economico dei provvedimenti del presidente che, diversamente dai giudici, riceve il proprio potere dalla volontà dei cittadini attraverso il voto. L’amministrazione Trump ha già preannunciato che presenterà ricorso.