Sisto: la magistratura non ha chiara la separazione dei poteri

di Agenzia Nova
25 Giugno 2025 9:49 Aggiornato: 25 Giugno 2025 9:49

«I magistrati vincono un concorso ed emettono sentenze in nome del popolo italiano. Il governo e il Parlamento hanno invece un mandato a governare il paese. Sentir dire dall’Associazione nazionale magistrati che la magistratura, secondo i sondaggi, ha più consenso del governo e del Parlamento mi preoccupa molto. Mi dà l’idea di una magistratura che non ha ben chiara la separazione dei poteri e che, in qualche modo, vuole fare politica».

Lo ha detto al Foglio il viceministro della Giustizia, Francesco Paolo Sisto, protagonista lo scorso fine settimana di un vivace botta e risposta in un dibattito pubblico con il segretario dell’Anm Rocco Maruotti, incentrato sulla riforma costituzionale della separazione delle carriere e non solo. «Ferma la mia stima per il dott. Maruotti, penso che sia molto preoccupante il tentativo di porre la magistratura sullo stesso piano di un governo e un Parlamento che hanno ricevuto il consenso dei cittadini per governare il Paese», ribadisce il vice di Nordio, che smonta poi una per una le principali argomentazioni mosse dall’Anm contro la riforma costituzionale. Secondo Maruotti, la riforma è nata dopo lo scandalo della giudice Apostolico. «Si è perso qualche capitolo di storia importante. La riforma nasce da lontano. A partire da Matteotti nel 1911, passando per i padri costituenti, come Chiaromonte, Terracini, Moro, Vassalli, Carnelutti, Calamandrei, Bissolati, Merlino, Turati, fino ad arrivare a Falcone, senza dimenticare la trentennale battaglia di Forza Italia: tutti sostenevano la necessità della separazione delle carriere».

Per l’Anm la riforma riduce l’autonomia e l’indipendenza della magistratura, ponendo il pm sotto il controllo del governo. «La sottoposizione del pubblico ministero all’esecutivo, paventata dall’Anm, non esiste. Il nuovo articolo 104 della Costituzione rimane così com’è nella parte che riguarda l’autonomia e l’indipendenza dei magistrati. Si inventano fantasmi per spaventare il pubblico». Altro argomento dell’Anm: la separazione delle carriere esiste già, perché sono meno di 20 i magistrati che ogni anno passano di funzione (da pm a giudice e viceversa). Corollario: se l’obiettivo era la separazione delle carriere lo si poteva fare tramite legge ordinaria. «Il passaggio di funzioni – osserva sotto questo riguardo Sisto – non c’entra niente con la separazione delle carriere. Il cittadino che entra in un’aula di giustizia ha il diritto di vedere un giudice equidistante dalle parti, che quindi non ha nessun legame di parentela né con chi accusa né con chi difende, come previsto dall’articolo 111 della Costituzione. La terzietà – aggiunge – significa diversità. Di conseguenza occorreva intervenire con una riforma della Costituzione: si tratta di ristrutturare la geometria del processo, separando geneticamente e culturalmente chi accusa da chi giudica, con un conseguente doppio Consiglio superiore per requirenti e giudicanti. E certo non si potevano istituire con legge ordinaria». Il sorteggio dei componenti togati delegittima il Csm e lo indebolisce: «Il sorteggio è come il cortisone: è un salvavita indispensabile, con degli effetti collaterali. Ciò che è accaduto è sotto gli occhi di tutti. Bisogna liberare i giudici dalle correnti. Occorre evitare che le correnti diventino cordate e che possano predeterminare le nomine al Csm» conclude Sisto.


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