«L’Eurostat conferma un dato già abbondantemente noto: il 10 per cento dei lavoratori a tempo pieno in Italia sono poveri. In alcuni casi poverissimi. Rispetto a Francia e Germania, dove le percentuali di povertà lavorativa sono nettamente inferiori, c’è un tabù che il governo Meloni non vuole rompere: si chiama salario minimo», afferma in una nota il deputato Arturo Scotto, capogruppo Pd in commissione Lavoro, commentando i dati dell’Eurostat sulla povertà in Italia.
«Dopo due anni e mezzo di sabotaggio della proposta delle opposizioni chiediamo un ripensamento. Il no ideologico della destra a questa misura non solo non ha rilanciato una stagione di rinnovi contrattuali – sono quasi sette i milioni di lavoratori in attesa di rinnovo – ma ha allargato ulteriormente la fascia di occupati il cui potere d’acquisto è totalmente falcidiato. Chiediamo che il salario minimo torni di nuovo nell’agenda dibattito parlamentare: abbiamo raccolto oltre centomila firme come opposizioni per una legge di iniziativa parlamentare. È una vergogna che non sia stata ancora calendarizzata. Di cosa ha paura Giorgia Meloni?», conclude.