Rubio ottimista su incontro tra Trump-Xi

di Redazione ETI/Dorothy Li
12 Luglio 2025 17:10 Aggiornato: 12 Luglio 2025 17:10

Il ministro degli Esteri degli Stati Uniti, Marco Rubio, ha espresso ottimismo riguardo alla possibilità di un incontro tra il presidente Donald Trump e il Segretario del Partito comunista cinese Xi Jinping, dopo un colloquio con il suo omologo cinese l’11 luglio, a margine del Forum Regionale dell’Associazione delle Nazioni del Sud-Est Asiatico in Malaysia e, sebbene i due diplomatici avessero già parlato telefonicamente a gennaio, questo è stato il loro primo incontro di persona. Rubio ha definito lo scambio con Wang «costruttivo e positivo», pur riconoscendo che persistano molte divergenze tra i due Paesi: «ovviamente, ci sono questioni da affrontare, come è prevedibile tra Paesi della nostra portata e influenza».

Interrogato sulla possibilità di un incontro tra Trump e Xi, Rubio ha affermato che le probabilità sono elevate. «Dobbiamo creare l’atmosfera giusta e risultati concreti, affinché una visita non sia solo un evento, ma produca piuttosto esiti tangibili». Rubio ha poi puntualizzato di non avere «una data precisa» ma che dovrebbe arrivare «presto». Il confronto diretto tra i due diplomatici avviene in un contesto di tensioni commerciali tra le due maggiori economie mondiali, alimentate da questioni come dazi, squilibri commerciali e, soprattutto, gli attacchi del regime cinese agli Stati Uniti nell’ambito della “guerra senza limitazioni” del regime agli Stati Uniti, i più evidenti dei quali sono i fiumi di fentanile (un oppioide letale 50 volte più dell’eroina) con cui il regime cinese da anni inonda l’America.

Al di là delle cordialità di rito, insomma, i rapporti Stati Uniti-regime cinese sono attualmente molto tesi, per diversi motivi. Non ultima la guerra in Ucraina: Rubio ha dichiarato che i cinesi «stanno chiaramente tenendo in piedi la Russia» e che, nonostante Pechino lo stia facendo di nascosto (fingendo neutralità e “pacifismo”) «in Europa e in altre parti del mondo se ne sono accorti».
Il Partito comunista cinese è infatti il pilastro su cui si regge l’intera economia di guerra russa. Il commercio bilaterale tra i due alleati ha raggiunto il nuovo record di 244,8 miliardi di dollari nel 2024, secondo i dati stessi del regime cinese. Regime che è (fondatamente) accusato di aver aiutato il Cremlino a ricostruire la propria macchina bellica, fornendo macchinari, chip e altri materiali con applicazioni sia civili sia militari. Il che non sorprende: il 4 febbraio 2022 Cina e Russia hanno stipulato la loro Alleanza Senza Limiti, un patto il cui nome parla da sé. Il 24 febbraio 2022, venti giorni dopo, Vladimir Putin ordinava l’invasione dell’Ucraina.


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