Il 29 luglio, l’Agenzia per la protezione ambientale americana ha proposto l’abolizione delle storiche «constatazioni di pericolo» che collegano le emissioni dei veicoli ai cambiamenti climatici. A darne notizia è stato il direttore dell’Agenzia, Lee Zeldin, secondo cui l’iniziativa eliminerà regolamenti per un valore complessivo di mille miliardi di dollari, con un risparmio annuo stimato di 54 miliardi. La revoca, spiega Zeldin, porrà fine a sedici anni di incertezze per i produttori automobilistici e i consumatori americani.
Dalle consultazioni è emerso che le amministrazioni Obama e Biden avrebbero distorto la legge, ignorato precedenti e manipolato la scienza per perseguire i propri obiettivi, caricando le famiglie americane di centinaia di miliardi di dollari in tasse occulte ogni anno. Inoltre, non sarebbe l’anidride carbonica — mai valutata autonomamente in queste constatazioni — ma gli standard dell’Agenzia per la protezione ambientale sulle emissioni di gas serra a costituire la vera minaccia per il sostentamento dei cittadini.
Già a marzo, Zeldin aveva annunciato una revisione delle constatazioni, presentando la cancellazione o la modifica di 31 norme ambientali, in quella che aveva definito «la più grande giornata di deregolamentazione nella storia americana». Secondo il sito dell’Agenzia per la protezione ambientale, nel dicembre 2009 due constatazioni fondate sul Clean Air Act, la legge federale statunitense sull’inquinamento atmosferico, hanno posto le basi per le normative ambientali nel settore dei trasporti, dalle emissioni agli obblighi sui veicoli elettrici. La prima diceva che le concentrazioni attuali e future di sei “gas serra” – tra cui anidride carbonica, metano e ossido di diazoto – costituiscono una minaccia per la salute pubblica e il benessere. La seconda stabiliva che le emissioni di nuovi veicoli contribuiscono all’inquinamento da gas serra. Ma secondo l’Agenzia per la protezione ambientale, queste constatazioni non comportano di per sé obblighi per industrie o altri soggetti, benché abbiano costituito la base per introdurre una serie di norme sulle emissioni.
Il 23 luglio, in un’intervista a Newsmax, Zeldin ha rivelato che il suo ufficio aveva già mosso i primi passi, seppur informali, per promuovere la revoca, sottolineando come, in sedici anni, queste constatazioni abbiano generato regolamenti per migliaia di miliardi di dollari, mentre «ci sono persone che, in nome del cambiamento climatico, sono disposte a mandare in bancarotta il Paese».