Ricciardi al governo: avete paura del cinema

di Agenzia Nova
4 Agosto 2025 11:32 Aggiornato: 4 Agosto 2025 20:35

Quando si parla di spettacolo e di cinema, il governo «porta avanti un criterio: basta film che non incassano. Sapete qual è il primo film che si studia nelle università che si occupano di cinema? Quarto potere». Lo afferma in Aula Riccardo Ricciardi, capogruppo M5S alla Camera. «Quel film non incassò. Federico Fellini è riconosciuto come uno dei più grandi registi italiani. I suoi primi film al botteghino furono un disastro. Antonioni stessa storia. Quindi secondo voi loro non dovrebbero esistere? Al governo credono che quando un regista si mette a pensare a un film, dica: “ora faccio un film comunista, di sinistra”. Non funziona così: chi fa un film racconta una storia. La verità è che al governo pensate che certi film non andrebbero prodotti perché vi fanno vedere allo specchio. È questo il vostro problema. Quando ho visto la serie su Mussolini ho visto molta gente in quest’Aula trapiantata negli anni ’20», aggiunge.

«Che se fosse nata un secolo fa sarebbe in quella storia. Ed è per questo che non vi interessa nulla di tutti i professionisti dello spettacolo che non arrivano alla fine del mese. State devastando un settore. Volete colpire Elio Germano, che è forse il più grande attore che abbiamo oggi in Italia, ma lui campa lo stesso. Ma nei film Elio Germano è uno, poi ci sono una sfilza di elettricisti, truccatori, falegnami, fonici. Il cinema è un indotto incredibile e voi lo state distruggendo. E perché? Per la paura di guardarvi allo specchio. E per il teatro è lo stesso: ignorate decine di realtà che permettono ai ragazzi di trovare una fonte di ispirazione e di realizzazione. In alcune piccole città un teatro è un faro nella notte. E voi non state portando solo alla chiusura di un teatro. Fate di peggio: state distruggendo l’abitudine ad andarci. Voi parlate di una materia che proprio non conoscete: d’altronde, se nella fondazione Teatro Piccolo di Milano c’è il figlio di La Russa. Alla faccia della meritocrazia. Lo spettacolo lo state facendo voi, ma è indegno», conclude.


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