Polizia e Guardia di Finanza perquisiscono due hub Amazon

di Redazione ETI/Reuters
24 Novembre 2025 14:52 Aggiornato: 24 Novembre 2025 14:52

La polizia di Stato ha condotto oggi una serie di perquisizioni e sequestri in due sedi di Amazon. La notizia è stata pubblicata da Reuters. Le operazioni avvengono nell’ambito di un’indagine relativa a un sospetto traffico illecito di merci cinesi.

La Polizia con la collaborazione della Guardia di Finanza e dell’Agenzia delle Dogane, ha sequestrato circa 5 mila articoli presso un hub logistico gestito dal colosso dell’e-commerce a Cividate al Piano, in provincia di Bergamo. Contemporaneamente, nella sede centrale italiana di Amazon, nel centro di Milano, sono state bloccate delle apparecchiature informatiche ed è stato identificato il responsabile per la gestione del trasporto merci su tutto il territorio nazionale.

Fonti investigative citate da Reuters, sostengono che Amazon sia considerata dagli inquirenti una sorta di «cavallo di Troia», che favorirebbe la circolazione di un numero non ancora quantificato di prodotti cinesi in Italia in elusione delle dovute imposizioni fiscali e i dazi doganali.

Fra i beni posti sotto sequestro presso il centro logistico di Bergamo figurano giocattoli, cover per telefoni cellulari, friggitrici ad aria, penne e piccole forbici. Al momento non è chiaro quale impatto possano avere queste operazioni sulle attività commerciali di Amazon in Italia.

L’indagine, condotta dai magistrati della Procura di Milano in collaborazione con la Guardia di Finanza di Monza, costituisce un nuovo filone scaturito da una prima inchiesta per frode fiscale. Nel nuovo procedimento risultano coinvolte decine di imprese italiane, sospettate di agire prestanome per organizzazioni cinesi.
Gli investigatori sospettano che le merci vengano importate dalla Cina nell’Unione Europea tramite canali non ancora identificati, eludendo il pagamento di Iva e dazi, e quindi distribuite e “fiscalmente occultate” attraverso il marketplace di Amazon in Italia.
L’inchiesta, come riferito a Reuters da fonti ufficiali, potrebbe estendersi nei prossimi mesi anche ad altri Paesi dell’Ue, stante la complessità della distribuzione logistica del gruppo e-commerce e gli importanti accordi di cooperazione con le autorità doganali comunitarie. E non solo: dall’estate scorsa – con la collaborazione di Amazon – sono in corso anche altre due indagini parallele, per un giro d’affari che potrebbe coinvolgere fino a mezzo milione di prodotti e con indagini aperte anche in Germania, Francia, Paesi Bassi, Polonia, Spagna, Belgio, Svezia e Irlanda.

Nell’ambito dell’inchiesta iniziale da 1,2 miliardi di euro, secondo Reuters la procura di Milano avrebbe indagato alcuni dirigenti Amazon, per presunte frodi relative alle vendite online in Italia tra il 2019 e il 2021. Secondo le accuse, il sistema informatico di Amazon consentirebbe la vendita di merci provenienti da Paesi extra Ue, soprattutto dalla Cina, senza dichiarare la loro provenienza, facilitando così l’evasione dell’Iva italiana.

Amazon ha dichiarato il proprio impegno a «osservare tutte le leggi fiscali in vigore».

 

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