Il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, ha detto che a seguito della sentenza del Tar del Lazio che ha annullato parte del decreto sulle aree idonee per le rinnovabili, il governo sta lavorando a una revisione rapida del provvedimento.
L’annuncio è stato dato durante l’audizione sullo smaltimento delle scorie nucleari e sull’individuazione delle aree idonee allo sviluppo di impianti per la produzione di energie rinnovabili, davanti alle commissioni riunite Attività produttive e Ambiente della Camera. «Il giudice amministrativo chiede di riscrivere principi e criteri omogenei per guidare le Regioni nell’individuazione delle aree idonee e non idonee», ha spiegato il ministro, sottolineando anche la necessità di una disciplina transitoria per salvaguardare le iniziative già avviate. Pichetto ha ribadito che l’azione programmatoria non è più rinviabile: «Dobbiamo garantire lo sviluppo ordinato degli impianti rinnovabili per raggiungere gli obiettivi del Pniec e abbassare progressivamente la bolletta elettrica».
Il ministro ha ricordato che il decreto sulle aree idonee, adottato nel 2024 dopo un lungo negoziato con Regioni e ministeri, aveva fissato criteri e sistemi di monitoraggio per la ripartizione della potenza installata. Tuttavia, la recente sentenza del Tar ha evidenziato un deficit di specificità e omogeneità, contestando anche la possibilità per le Regioni di ampliare le fasce di rispetto fino a 7 km dai beni tutelati. «Stiamo procedendo a una revisione condivisa del decreto, che sarà sottoposta ai ministeri e alle Regioni nel più breve tempo possibile», ha precisato Pichetto, auspicando un «atteggiamento costruttivo e responsabile di tutti gli attori in gioco» per conciliare transizione ecologica e sviluppo ordinato degli impianti sul territorio.