Il progetto di interconnessione elettrica tra Italia e Tunisia, Elmed, prende forma in Tunisia grazie alla realizzazione di una rete elettrica Sud-nord. In particolare, la Società tunisina di elettricità e gas (Steg) sta completando i lavori di una stazione di trasformazione convenzionale nella regione di Kandar collegata a linee aeree ad alta tensione da 400 e 225 kilovolt. Questo progetto è finanziato dalla Banca mondiale con un investimento di circa 115 milioni di dollari. A quanto apprende Agenzia Nova, l’obiettivo è duplice: da un lato, assorbire una maggiore quantità di elettricità prodotta da fonti rinnovabili e, dall’altro, sostenere lo scambio di energia tra Italia e Tunisia attraverso la realizzazione di una doppia linea elettrica aerea da 400 kilovolt a Kandar, che si collegherà alla stazione di trasformazione di Grembalia, nel governatorato di Nabeul, nella Tunisia settentrionale.
Il ministro degli Esteri tunisino incaricato della Transizione energetica, Wael Chouchane, ha effettuato nel fine settimana una visita di lavoro nella regione di Kandar, a Sousse, per seguire proprio l’avanzamento dei lavori del progetto di questa rete elettrica. Secondo un comunicato stampa del ministero dell’Industria tunisino, Chouchane ha sottolineato l’importanza di questo progetto nazionale, che rientra nel quadro del rafforzamento della rete nazionale di trasmissione dell’elettricità. Tale progetto consentirà di beneficiare di una maggiore stabilità nell’approvvigionamento elettrico grazie al trasferimento di energia rinnovabile dal Sud al nord. Inoltre, permetterà di esportare energia rinnovabile in Italia durante l’inverno e di importare energia attraverso la stessa linea durante l’estate dopo l’entrata in funzione dell’interconnessione elettrica Elmed. Il ministro degli Esteri ha anche evidenziato come il progetto rappresenti un punto di partenza per la creazione di ulteriori iniziative nelle aree attraversate dalla rete. Al sopralluogo hanno partecipato il governatore della regione, Soufiane Tenfouri, il presidente e direttore generale della Steg, Fayçal Tarifa, e numerosi dirigenti delle imprese appaltatrici.
Il progetto Elmed, che prevede la realizzazione di un elettrodotto sottomarino tra Italia e Tunisia, ha recentemente compiuto passi decisivi verso la realizzazione. Il ministero italiano dell’Ambiente e della Sicurezza energetica (Mase) ha dato il via libera definitivo all’interconnessione con decreto del 10 maggio 2024.
L’opera, inserita tra i progetti strategici del Piano Mattei per l’Africa del governo Meloni, è sviluppata da Terna (Italia) e Steg (Tunisia) e punta a essere operativa entro la metà del 2028. Un’infrastruttura da 850 milioni di euro che promette di rivoluzionare lo scambio energetico tra Europa e Nord Africa, rafforzando la sicurezza energetica e promuovendo le energie rinnovabili. Lungo circa 220 chilometri, di cui ben 200 in cavo sottomarino attraverso il Canale di Sicilia, Elmed raggiungerà una profondità massima di circa 800 metri. Con una capacità di 600 megawatt in corrente continua (Hvdc) a 500 kV, l’elettrodotto unirà la stazione di conversione di Partanna (Trapani), in Sicilia, alla stazione di Mlaabi, nella penisola tunisina di Capo Bon, permettendo flussi bidirezionali e lo scambio di energia in entrambe le direzioni tra i due continenti.
Il progetto Elmed si distingue per il suo innovativo modello di finanziamento. Degli 850 milioni di euro totali, ben 307 milioni sono stati stanziati dalla Commissione europea attraverso il programma Connecting Europe Facility (Cef). Questa è la prima volta che tali fondi vengono assegnati a un’infrastruttura realizzata congiuntamente da uno Stato membro dell’Ue e un Paese terzo, sottolineando la valenza strategica di Elmed. Contribuiscono al finanziamento anche la Banca mondiale (con 268,4 milioni di dollari per la Tunisia), la Banca Europea per gli Investimenti (Bei), la KfW e la Bers. Nel 2025, i lavori preparatori hanno preso il via con un’attenzione particolare alla sostenibilità ambientale. Nell’area di Partanna, dove sorgerà la stazione di conversione italiana, si è proceduto all’espianto e alla ripiantumazione di 1.700 ulivi. Parallelamente, sono in corso attività di cooperazione industriale e innovazione, come testimonia l’inaugurazione della Terna Innovation Zone a Tunisi, strettamente legata al progetto Elmed, che rafforza il legame tra le due sponde del Mediterraneo anche sul piano della ricerca e sviluppo.