Ormoni e antibiotici nella carne non sono un problema

di Gabriele Terenzani
26 Maggio 2025 15:48 Aggiornato: 26 Maggio 2025 15:48

La carne bovina è realmente piena di antibiotici e ormoni? Un timore radicato nell’immaginario collettivo, spesso alimentato da informazioni parziali o errate, spinge molti consumatori a interrogarsi sulla sicurezza di questo alimento fondamentale nella dieta umana. Ma cosa rivelano le analisi scientifiche e le normative vigenti riguardo a questa presunta “minaccia”?

Negli Stati Uniti come in Europa, l’ipotesi di una carne bovina satura di farmaci e ormoni è stata vigorosamente contrastata da evidenze e normative. Come spiega il dottor Ken Berry, medico di famiglia americano con competenze in nutrizione umana, negli Stati Uniti la pratica di aggiungere antibiotici al mangime per promuovere la crescita del bestiame è in declino da oltre un decennio ed è effettivamente illegale. Infatti, il ministero della Sanità e il ministero dell’Agricoltura Usa impongono rigidi periodi di sospensione prima della macellazione per garantire che gli antibiotici non vengano immagazzinati nella carne o nei grassi dell’animale, ma metabolizzati ed eliminati (principalmente con l’urina) prima di entrare nella catena alimentare umana.

Anche in Italia e in Europa, la situazione appare rassicurante. Secondo gli esperti vengono effettuati oltre 40 mila controlli all’anno sulla carne e nel 99,8% dei campioni analizzati non sono presenti tracce di antibiotici. I rari casi di lotti non conformi vengono immediatamente ritirati dal mercato. L’uso di antibiotici, infatti, è consentito unicamente a scopo terapeutico e non per la crescita, un divieto in vigore nell’Unione Europea dal 2006. E, anche in questo caso, sono previsti tempi di sospensione obbligatori prima della macellazione. L’Agenzia Europea per i Medicinali ha registrato una diminuzione del 50% nell’uso di antibiotici negli allevamenti europei tra il 2010 e il 2022, con l’Italia tra i Paesi più virtuosi in questa riduzione.

Per quanto riguarda gli ormoni, la percezione comune di una carne bovina piena di queste sostanze è altrettanto fuorviante. In Italia e in Europa, l’uso di anabolizzanti ed estrogeni per accelerare la crescita degli animali è vietata sin dal 1981 (Direttiva 96/22). Ma anche negli Stati Uniti, dove gli ormoni possono essere utilizzati per favorire la crescita del bestiame, i residui nella carne sono minimi. Diverse ricerche indicano infatti che la carne di bovini trattati con ormoni contiene solo una piccolissima quantità di residuo ormonale rispetto agli animali non trattati. Per quantificare: una bistecca di circa 100 grammi proveniente da una mucca trattata con ormoni contiene circa 2 nanogrammi di estradiolo, contro gli 1,3 nanogrammi di una bistecca da una mucca non trattata, una differenza praticamente impercettibile di soli 0,7 nanogrammi. Mentre, la quantità di estrogeni — inclusi i fitoestrogeni che interferiscono con la nostra produzione ormonale — presenti in altri alimenti comuni è enormemente superiore: una porzione da 85 grammi di tofu contiene 19 milioni di nanogrammi di fitoestrogeni. E una tazza di latte di soia (circa 240ml) ne contiene 10 milioni.

Quindi, le evidenze scientifiche e le normative vigenti, sia negli Stati Uniti che in Europa, convergono nello smentire il mito di una carne bovina satura di antibiotici e ormoni. I controlli sono rigorosi, i limiti di residuo stringenti e le quantità effettivamente presenti (quando rilevabili) sono trascurabili, soprattutto se confrontate con altri alimenti di consumo comune.

Tuttavia, l’attenzione verso la qualità degli alimenti e il benessere animale rimane fondamentale. Sebbene i dati rassicurino sulla sicurezza della carne — compresa quella più economica — è più che condivisibile il desiderio dei consumatori di sostenere pratiche di allevamento più etiche e sostenibili, come quelle adottate da produttori locali che privilegiano animali al  allevati pascolo, alimentazione naturale e un uso responsabile dei farmaci. La carne bovina, lungi dall’essere un veicolo di sostanze dannose, si conferma un alimento nutriente e sicuro.

Consigliati