Israele ha avviato attacchi su vasta scala per consolidare il proprio controllo su ulteriori aree della Striscia di Gaza, con l’intento di porre fine al conflitto in corso. Gli abitanti di Gaza, ormai allo stremo, stanno abbandonando in massa le proprie case.
Un messaggio diffuso sul canale in lingua inglese delle forze armate israeliane, ha sottolineato che l’espansione del «controllo operativo» su Gaza è funzionale agli obiettivi strategici del conflitto contro Hamas, nell’ambito delle operazioni finalizzate alla «liberazione degli ostaggi e ad annientare dell’organizzazione terroristica Hamas».
«Le truppe delle forze armate israeliane continueranno ad agire per proteggere i civili israeliani e conseguire gli obiettivi del conflitto». Dice infine il comunicato dei militari israeliani. Le autorità sanitarie di Gaza, che operano sotto il controllo di Hamas, hanno riferito che gli ultimi attacchi hanno causato la morte di 459 persone, segnando l’escalation più devastante dall’inizio del conflitto. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu aveva anticipato il 5 maggio un’offensiva più incisiva contro Hamas, dopo che il suo Gabinetto di sicurezza aveva approvato piani che potrebbero prevedere l’occupazione dell’intera Striscia di Gaza e il controllo degli aiuti umanitari nel territorio. Nella stessa giornata, le forze armate israeliane avevano iniziato a richiamare decine di migliaia di riservisti, ammassando un notevole numero di unità corazzate lungo il fronte.
Israele sostiene che Hamas detenga ancora 58 ostaggi catturati durante l’attacco a sorpresa del 7 ottobre 2023, in cui hanno perso la vita oltre 1.200 persone e 251 sono state rapite, ma si ritiene che solo 23 siano ancora in vita. All’inizio della settimana, Netanyahu ha ribadito la determinazione a proseguire l’offensiva, dichiarando che non interromperà le operazioni nemmeno in caso di liberazione di tutti gli ostaggi superstiti, e che il conflitto continuerà fino al completo annientamento di Hamas: «Possiamo accettare una tregua per un periodo limitato, ma andremo fino in fondo».
Il conflitto ha avuto inizio il 7 ottobre 2023, quando circa 6 mila miliziani di Hamas e di altre organizzazioni affiliate hanno attraversato il confine con Israele, uccidendo 1.200 persone e sequestrando circa 250 ostaggi, poi condotti a Gaza. Il ministero della Salute di Gaza dichiara che il confronto armato finora ha causato almeno 52.800 morti tra i palestinesi (senza distinguere tra combattenti e civili) ma questi dati non possono essere verificati in modo indipendente; Israele contesta infatti tali cifre. Secondo Netanyahu, le forze armate israeliane hanno causato la morte di circa un civile per ogni miliziano di Hamas.
Resta incerta la sorte dei quasi 2 milioni di palestinesi sfollati a causa del conflitto. Il presidente statunitense Donald Trump, settimane fa, ha lanciato l’idea di trasferire permanentemente i palestinesi in un altro Paese, e di inviare militari americani per occupare Gaza per trasformarla in una destinazione turistica sotto controllo statunitense, al fine di prevenire ulteriori conflitti; una proposta fermamente respinta dai leader internazionali, in particolare da quelli arabi, che hanno condannato qualsiasi piano che comprometta il diritto all’autodeterminazione dei palestinesi nella loro terra d’origine.