Oggi si ricorda un’icona del cinema italiano e internazionale, Carlo Pedersoli: in arte Bud Spencer.
Con le memorabili scazzottate – caratterizzate da una violenza “innocente” – con il suo fisico imponente e il suo sorriso bonario da gigante buono, Bud Spencer lascia un’impronta indelebile nella cultura popolare. I suoi film trasmettono una magia unica, non importa quante volte si rivedano negli anni: strappano sempre una risata. Un valore davvero raro negli ultimi tempi.
DALLA PISCINA AL GRANDE SCHERMO
Nato a Napoli il 31 ottobre 1929, Carlo Pedersoli si fa conoscere inizialmente – non tutti lo sanno – non come attore, ma come atleta. Nuotatore di talento, partecipa

alle Olimpiadi di Helsinki nel 1952 e Melbourne nel 1956, rappresentando l’Italia e diventando il primo italiano a scendere sotto il minuto nei 100 metri stile libero. La sua carriera sportiva, però, rappresenta solo l’inizio del percorso che lo porta a diventare una star internazionale.
Negli anni ’60, Bud si avvicina al cinema quasi per caso, motivato e spinto dalla moglie. E dopo piccoli ruoli, il destino lo fa incontrare con Terence Hill/Mario Girotti, dando vita a una delle coppie più amate della storia del cinema italiano e non. Dio perdona… io no! (1967) segna il loro primo lavoro insieme, inaugurando l’enorme successo di memorabili film del genere “spaghetti western”, nato sulla scia della trilogia di Sergio Leone. Ma la vera svolta che li fa entrare nella leggenda arriva con Lo chiamavano Trinità (1970), grazie a una formula perfettamente bilanciata di scazzottate coreografiche, dialoghi brillanti, divertenti e composti da una chimica unica: «Questo mi è nuovo. Non l’ho mai picchiato prima», dice il messicano Mezcal in una scena del film, prima di essere “tuonato” da un destro di Bud.
EROE POPOLARE E VERSATILE
Orgoglioso delle proprie radici, in un’intervista alla Tv tedesca sulle origini delle due star internazionali, Bud Spencer dichiara: «Non sono italiano, sono napoletano». Con il suo aspetto da gigante buono, incarna un eroe vicino alla gente: burbero ma generoso, forte ma mai arrogante.
I film con Terence Hill, come …continuavano a chiamarlo Trinità, Altrimenti ci arrabbiamo e I due superpiedi quasi piatti, sono dei veri e propri cult, amati per la loro leggerezza e per il messaggio di amicizia e lealtà che trasmettono. Le celebri “scazzottate” di Bud, accompagnate da effetti sonori volutamente esagerati, fanno ormai parte dell’immaginario collettivo. Le sue battute, la sua mimica facciale “stufa” delle bravate di Terence e il suo amore per il cibo fanno da perno a scene memorabili. I film del duo poi sono accompagnati da 16 leggendarie colonne sonore realizzate dagli Oliver Onions (Guido e Maurizio de Angelis).

Ma Bud Spencer dimostra di essere un attore versatile anche in film da “solista” come Piedone lo sbirro (1973), dove interpreta un commissario di polizia napoletano (i cui sequel saranno recitati senza doppiatore), o l’indimenticabile Lo chiamavano Bulldozer, in cui veste i panni di un ex giocatore di football americano imbattibile, in grado di «segnare da 72 yard» sul campo di gioco. La sua capacità di alternare comicità, azione e momenti di riflessione lo rende un attore completo e capace di conquistare il pubblico di ogni età.
Ma la popolarità di Bud Spencer non si limita all’Italia. I suoi film, vengono doppiati in diverse lingue, trovano un seguito enorme in Germania, Spagna, America Latina e persino in Asia, dove ancora oggi è un mito. Oltre a essere un’icona del cinema, la singolarità di Bud Spencer emerge anche nella vita reale: durante le riprese del film …più forte ragazzi! (1972), osservando lo stuntman-pilota effettuare manovre, decide improvvisamente di prendere i comandi di un aereo senza preavviso, nonostante non abbia ancora il brevetto di volo.
Con un gesto che lascia sbalordita l’intera troupe e terrorizza il produttore, Bud Spencer spicca il volo, manovrando autonomamente i comandi senza alcun supporto. L’atterraggio, descritto come “a quaglia” per i suoi balzi irregolari sulla pista, avviene con successo, evitando incidenti. Questo episodio, narrato con ironia dallo stesso Bud Spencer nella sua autobiografia “Altrimenti mi arrabbio: la mia vita” (2010) e confermato da fonti vicine alla produzione, diventa un aneddoto leggendario che sottolinea il suo spirito avventuroso e la sua personalità carismatica.

Il 27 giugno 2016, Carlo Pedersoli si spegne a Roma, lasciando un vuoto nel mondo del cinema e nei cuori dei fan. «Non abbiamo mai litigato», queste le parole di Terence Hill durante l’ultimo saluto all’amico di una vita. A nove anni dalla triste scomparsa di Carlo Pedersoli, Bud Spencer vive ancora nei suoi film. Interpretati da un uomo che, con il suo carisma e la sua umanità, ha saputo regalare sorrisi a intere generazioni. Bud Spencer è il simbolo di un’epoca in cui il cinema italiano ha saputo parlare al mondo con semplicità e autenticità. É la dimostrazione che anche le scene più semplici e genuine possono entrare nella storia. Ma “non fatelo arrabbiare”.
Dedicato a Paolo.