Xi Jinping ‘fa sparire’ un tycoon di Hong Kong

Negli ultimi quattro anni, Xi Jinping ha agito in modo lento ma costante: persegue l’obbiettivo di consolidare il proprio potere, e indebolire l’influenza della fazione nemica, facendo arrestare uno a uno tutti alleati chiave dell’ex leader cinese Jiang Zemin, tra cui l’ex capo della sicurezza Zhou Yongkang e gli ex capi dell’esercito Xu Caihou e Guo Boxiong, preceduti da mesi di sistematiche indagini partite dai loro sottoposti.

A riprova di questa feroce guerra intestina del Pcc, Solo dopo due anni di purghe alla fazione di Jiang, Xi si è deciso a mostrare formalmente di avere il controllo sulle forze armate mediante una grande parata e una sua nuova nomina; le recenti indagini e l’improvviso ‘pensionamento’ di alcuni ufficiali, tuttavia, suggeriscono che il cosiddetto ‘Esercito di Liberazione del Popolo’ sia ancora sotto purga.

Ma, in contrasto con la sua usuale prudenza, di recente il leader cinese ha tentato un doppio salto mortale, arrestando l’influente miliardario Xiao Jianhua: una mossa che lo pone senz’altro su un terreno pericoloso, ma che rappresenta un efficace effetto leva contro la fazione di Jiang.

I media cinesi e occidentali avevano ampiamente riportato che Xiao, cittadino canadese, dal 27 gennaio era sparito dal suo appartamento di lusso presso l’hotel Four Seasons di Hong Kong. Ufficialmente Xiao era all’estero per cure mediche, almeno secondo quanto hanno rivelato un post (poi cancellato dai social media) dell’account della sua azienda Tomorrow Group e la prima pagina di un importante giornale di Hong Kong.

Ma secondo la maggior parte degli articoli, Xiao è stato portato oltre confine in Cina da una manipolo di uomini non meglio precisato. Xiao, finanziere chiave per l’élite del Partito Comunista Cinese, stando a quanto ha riferito a Epoch Times una fonte di alto livello vicina a vertici cinesi, è attualmente a Pechino e sta aiutando nelle indagini anticorruzione. Il caso Xiao, secondo la fonte, è ora la «priorità assoluta» dei politici di Zhongnanhai, il quartier generale del Pcc.

La fonte ha riferito che Xiao è il più importante riciclatore di denaro della fazione di Jiang, e una delle figure più potenti nel settore finanziario cinese. L’indagine nei suoi confronti ha lo scopo di coinvolgere gli altri membri della fazione di Jiang, tra cui Zhang Dejiang, massimo sovrintendente di Hong Kong e membro dell’élite del Comitato Permanente del Politburo, Zeng Qinghong, primo vicepresidente dell’era di Jiang e suo braccio destro, e Jiang Zemin stesso.
La fonte ha anche riferito che l’indagine a Xiao Jianhua costituisce il «prologo» nel piano dell’amministrazione Xi per eliminare la rimanente influenza di Jiang nel settore finanziario di Hong Kong, così come nelle arti e nella cultura. L’indagine mira anche a contrastare l’influenza che la fazione di Jiang avrà nelle prossime elezioni per il capo dell’Esecutivo di Hong Kong.

Il caso Xiao, tuttavia, è profondamente inquietante, per molti ragioni.
Per cominciare, gli abitanti di Hong Kong e la comunità internazionale sono allarmati per la sparizione, in stile mafioso, di una figura di spicco nel mondo degli affari di Hong Kong; poi sono preoccupati per la chiara violazione, da parte del regime cinese, dello stato di semi-autonomia di Hong Kong, in quella che è molto probabilmente un’operazione di sicurezza cinese dall’altra parte dello stretto. Infine, anche gli altri uomini d’affari e i funzionari cinesi di Hong Kong temono di fare la stessa fine. Epoch Times ha appreso dagli ambienti ufficiali cinesi che alcuni funzionari sono confusi, in relazione all’indagine nei confronti del miliardario canadese.

Finora la campagna anticorruzione sembrava essere un tentativo di sradicare la corruzione nei ranghi medio-bassi, e una purga politica nelle sfere alte. Ma considerato che Xiao Jianhua, militante della fazione di Jiang, ha gestito le transazioni commerciali delle famiglie dell’élite del Partito, la sua eventuale indagine coinvolgerebbe potenzialmente un numero enorme di quadri e di loro ‘associati’.

«Il caso Xiao Jianhua non è stato solo pubblicizzato dai media – ha fatto sapere Xin Ziling, ex funzionario alla difesa cinese collegato con le voci moderate dei vertici del regime – Questo è qualcosa che scuote la Cina e Zhongnanhai».

Per Xi Jinping, farsi sfuggire l’opportunità di interrogare il miliardario Xiao avrebbe potuto essere molto peggiore del ricevere delle critiche per il modo in cui lo fa.
Il leader cinese deve attualmente affrontare la resistenza e l’ostilità della fazione nemica, in particolare da parte del sistema giuridico e dell’apparato della sicurezza interna, che sono ancora sotto il controllo di Jiang. E deve anche fare i conti con l’ostilità di Trump e con i Paesi vicini, diventati più pericolosi.

Di fronte a delle minacce – interne ed esterne – alla propria esistenza, Xi intende probabilmente chiudere i conti con Jiang Zemin e la sua gang, prima che gli Stati Uniti aumentino la pressione sul regime cinese affinché ponga fine alle sue pratiche commerciali sleali e si ritiri dalle sue isole militari artificiali nel Mare Cinese del Sud.

Nel caso in cui Xiao indichi un numero sufficiente di prove incriminanti o chiami in causa altri riciclatori di denaro sporco, Xi Jinping potrebbe probabilmente muoversi contro Zhang Dejiang, Zhang Gaoli e Liu Yunshan: tre alleati di Jiang che fanno parte del Comitato Permanente del Politburo. E tutto questo prima del 19esimo Congresso nazionale del partito, un importante conclave politico che si terrà nella seconda metà del 2017. E se la fazione di Jiang rispondesse con forza a Xi, Zeng Qinghong e Jiang Zemin, potrebbero essere denunciati anche prima del congresso.
Nel frattempo, Zeng e Jiang sono mancati a un funerale di un quadro scomparso di recente, e nemmeno hanno inviato corone di fiori: un importante segnale, che nel linguaggio cifrato del regime cinese indica il declino della loro potenza.

Articolo in inglese: ‘Analysis: Behind Xi Jinping’s Risky Grab of Chinese Billionaire Xiao Jianhua

Traduzione di Massimiliano Russano

 
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