Un relatore professionista sulla leadership spiega come trasformare l’ordinario in straordinario

Di A Kos Temenes

Mark Sanborn, presidente di Sanborn and Associates e relatore professionista sulla leadership, ha condiviso con Ntd cosa significhi essere straordinari.

Sanborn ha affermato che il suo messaggio è sottolineato da quello che lui chiama il «Fattore Fred», riferito a un uomo che lo ha ispirato per la vera passione in ciò che fa. È infatti grazie a questo Fred, che Sanborn ha imparato il vero significato della leadership e che essere straordinari è semplicemente una scelta.

Sanborn evidenzia quattro principi fondamentali che gettano le basi per diventare straordinari: «Il principio generale di tutto il mio lavoro è che nessuno può impedirti di scegliere di essere straordinario. Essere straordinari è una scelta. Potresti non essere incoraggiato o ricompensato per questo, potrebbe non esserti stato insegnato come farlo, ma alla fine siamo noi a fare quella scelta.

Sanborn ha aggiunto che un altro fattore determinante è la costruzione delle relazioni. Anche solo iniziando con la costruzione di connessioni che portano a momenti condivisi di affinità, e questo alla fine si trasformerà in una relazione: «Ci vogliono circa cinque connessioni per iniziare a formare una relazione. Quindi col tempo possiamo costruire rapporti con le persone con cui viviamo e lavoriamo».

Il terzo principio si basa sull’aggiunta di valore a tutto ciò che facciamo. Ciò non deve includere alcun tipo di investimento o sacrificio finanziario, ma semplicemente dare il meglio di sé, essere creativi e fantasiosi. Il principio finale è reinventarsi ogni giorno. «Il Fred definitivo è entusiasta non perché deve fare queste cose, ma perché può scegliere di farlo».

Sanborn ritiene che questi principi sono fondamentali per essere un leader forte, non solo nella vita privata ma anche nel lavoro. Ha sottolineato ancora una volta il fattore ‘Fred’, anche se questa volta come acronimo che può permettere di ricordare concetti importanti. «La ‘F’ sta per Find, ‘Trova quelli che hai già’: hai un sacco di persone fantastiche nella tua organizzazione. Ma è così facile lasciarsi distrarre dai pochi risultati inferiori, dai problemi, da coloro che creano problemi, quindi non dare per scontati i buoni risultati che hai: riconoscili e premiali. E questo è proprio ciò che significa la ‘R’ per quanto riguarda il riconoscimento e la ricompensa. Una volta identificate quelle persone, fai loro sapere che le apprezzi».

La «E» sta per educare, mentre la «D», «è la chiave della leadership». Questa sta per «dimostralo». Invece di costringere le persone a fare qualcosa, si dovrebbe dare l’esempio: «Penso che quello che puoi fare è invitare le persone a essere grandi, non attraverso una sorta di arroganza, ma semplicemente scegliendo di essere un modello per cosa vuol dire fare le cose che ha fatto Fred».

Come ha spiegato Sanborn, prima di intraprendere il viaggio per diventare un buon leader, si dovrebbero esaminare le proprie motivazioni per volerlo fare. Se le proprie motivazioni sono basate esclusivamente sull’ambizione e sul riconoscimento personale, queste hanno vita molto breve. Bisogna avere una ragione più grande di se stessi per voler essere un leader. Inoltre essere un leader non è semplicemente una questione di avere una posizione o un titolo lavorativo: «I titoli indicano la posizione, ma l’abilità è ciò che ti rende un leader. E penso che queste siano due cose importanti quando assumi, quando fai coaching, consulenza, mentoring alle persone: dare loro le competenze in modo che abbiano sia il desiderio che la capacità di fare una differenza positiva.

 

Articolo in inglese: Professional Speaker on Leadership Explains How to Turn Ordinary Into Extraordinary

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