Recentemente è stato ritrovato il più antico canto di musica polifonica che risale a 1.100 anni fa. Lo ha scoperto Giovanni Varelli, dottorando in musica presso il St. John’s College dell’Università di Cambridge.
Durante il suo tirocinio alla British Library si è imbattuto in un manoscritto che riportava un’insolita annotazione: ha capito che si trattava di due parti vocali che si completavano, realizzando una significativa scoperta.
Non è chiaro quando esattamente sia emersa la musica polifonica; polifonico letteralmente significa ‘suoni diversi ‘; è una musica corale nella quale «due o più linee melodiche simultanee si possono percepire come indipendenti anche se sono collegate», secondo quanto riporta l’Enciclopedia Britannica.
Sembra che questo pezzo cercasse di provare qualcosa di non convenzionale, il che era inaspettato a quel tempo.
Varelli ha affermato, secondo un reportage dell’Università di Cambridge che «la cosa interessante è che stiamo osservando la nascita della musica polifonica e non stiamo vedendo quello che ci aspettavamo».
«Generalmente la musica polifonica sembra essersi sviluppata da una serie di regole fisse e una pratica quasi meccanica», ha affermato. «Questo cambia il modo in cui capiamo quello sviluppo, precisamente perché chiunque ha scritto ciò stava infrangendo quelle regole. Mostra che la musica a quel tempo era in uno stato di flusso e crescita, le convenzioni avevano meno regole da seguire e più un punto di partenza dal quale ognuno poteva esplorare nuovi percorsi compositivi».
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