Separare il commercio dai diritti umani un «errore strategico»

Di Ella Kietlinska e Jan Jekielek

Separare il commercio dai diritti umani è stato un «errore strategico». Così la pensa Nury Turkel, presidente della Commissione degli Stati Uniti per la libertà religiosa internazionale (Uscirf), in riferimento alla strategia occidentale nelle negoziazioni con il regime comunista.

Al programma American Thought Leaders di EpochTv Turkel spiega che dal 1999 la Cina è stata segnalata dall’Uscirf al Dipartimento di Stato e designata come «Paese di particolare preoccupazione» (Cpc) a causa del suo peggioramento in termini di libertà religiosa.

Sul sito web della Commissione sulla libertà religiosa internazionale si legge che questo stato Cpc viene assegnato dal Dipartimento di Stato ai Paesi che «commettono violazioni sistematiche, continue e eclatanti contro la libertà religiosa». Il Dipartimento di Stato può imporre sanzioni o adottare altre misure nei confronti del Paese designato.

Errore Strategico

Turkel ritiene che un fattore essenziale che ha contribuito all’escalation delle repressioni religiose in Cina sia stato il distacco dei diritti umani dalle negoziazioni commerciali degli anni 90, che hanno facilitato l’adesione della Cina all’Organizzazione Mondiale del commercio (Omc): «È un errore strategico sotto molti aspetti».

Alcuni nel governo, a partire dalla presidenza di George H. W. Bush, avevano buone intenzioni, credendo che ammettere la Cina nell’Omc avrebbe aiutato il popolo cinese e la Cina a diventare economicamente prosperi e a migliorare la tecnologia e l’educazione in Cina.

«I responsabili politici pensavano che la Cina sarebbe diventata uno di noi, o un membro del mondo libero, ma è accaduto il contrario. Invece di cambiarli noi, sono loro che ci stanno cambiando».

Di conseguenza, gli interessi commerciali e gli interessi globali americani hanno avuto un ruolo molto più importante rispetto ai diritti delle persone: «Questo ha reso ancora più difficile per gli attivisti dei diritti umani e della libertà religiosa sostenere i gruppi religiosi repressi e oppressi, come i praticanti di Falun Gong o i buddisti tibetani, i cattolici cinesi e i musulmani uiguri».

Turkel continua spiegando che per il Partito Comunista Cinese (Pcc), due cose sono molto importanti: lo sviluppo economico e la percezione pubblica del regime.

Separare i diritti umani dalle negoziazioni commerciali ha tolto dal tavolo quel fattore importante: i diritti umani. Pertanto, il regime continuerà i suoi abusi e le persecuzioni con impunità.

La comunità internazionale condivide la responsabilità di aver aiutato il regime cinese a evolversi da un persecutore religioso e violatore dei diritti umani in un «regime genocida».

Guerra contro la Fede

Turkel sottolinea che una delle ragioni per la guerra contro le persone di fede condotta dal Partito Comunista Cinese è che la «dirigenza comunista cinese vede le persone di fede come una potenziale minaccia di instabilità politica».

La seconda ragione è che il Partito Comunista Cinese considera i praticanti religiosi come un gruppo di persone «che mostrano segni di diserzione verso il Partito», il che porta la leadership del Pcc a credere che alla fine minacceranno il potere del Partito Comunista, anche se non viene dichiarato pubblicamente.

Il regime cinese dipinge «immagini raggianti» del suo trattamento delle persone di fede: «Hanno una costituzione ben scritta. Hanno regolamenti per gli affari religiosi, ma tutto ciò rimane solo sulla carta».

Da quando è salito al potere nel 2012, il leader cinese Xi Jinping ha proposto l’idea di un «accerchiamento straniero», che considera una minaccia per il Paese.

Xi ha considerato le sanzioni imposte dal governo degli Stati Uniti, compresa la Legge sulla prevenzione del lavoro forzato degli Uiguri, come forma di accerchiamento straniero.

La Legge sulla prevenzione del lavoro forzato degli Uiguri è una legge emanata nel 2021 che vieta l’importazione negli Stati Uniti di beni prodotti con il lavoro forzato degli Uiguri o di altri gruppi perseguitati nello Xinjiang.

Il regime cinese definisce l’accerchiamento straniero come un’ingerenza straniera e considera i seguenti concetti come forme di ingerenza straniera: la libertà religiosa, la libertà di riunione, la libertà di culto e l’insegnamento della fede alle future generazioni e queste libertà sono considerate anche «una minaccia per la sicurezza nazionale» dalla leadership cinese.

La strategia di sicurezza nazionale della Cina comunista prevede espressamente di agire in modo preventivo, con o senza giustificazione, e se necessario, con un metodo brutale.

Il Pcc tratta le persone di fede come se avessero una malattia mentale o un’infezione contagiosa, e secondo il Pcc «questa malattia deve essere curata per prevenire la sua diffusione o metastasi sulla popolazione».

Ecco perché i praticanti del Falun Gong in Cina vengono spesso inviati in ospedali psichiatrici e milioni di uiguri e tibetani sono sottoposti a indottrinamento o alla cosiddetta «rieducazione». «Il termine rieducazione è un codice per la ‘ricostruzione umana’. Ed è così che attuano il loro metodo di trattamento preventivo».

C’è bisogno di cambiare strategia

Secondo Turkel, quando un Paese rispetta il diritto delle persone di praticare la propria religione o di aderire alle proprie credenze spirituali, naturalmente raggiungerà la stabilità sociale, l’armonia e la pace.

Quando un Paese sopprime la libertà religiosa, deve spendere denaro per la sicurezza interna e le forze di polizia. La Cina spende infatti più denaro per la sicurezza interna che per la difesa nazionale: «Catturare i praticanti religiosi o inviarli in ospedali psichiatrici o impegnarsi nel prelievo forzato di organi non è il modo di trattare la propria popolazione».

Turkel raccomanda che gli Stati Uniti, il Giappone, la Corea del Sud, l’Australia, la Nuova Zelanda e l’Unione Europea rivedano le loro politiche nei confronti della Cina ed elaborino politiche strategiche coerenti per fermare queste gravi violazioni dei diritti umani in Cina.

Iniziando con l’amministrazione Trump, in molti hanno compreso la necessità di cambiare il modo di gestire la Cina comunista, ma questo è solo il riconoscimento dei sintomi: «Non è stata prescritta una cura per il problema».

Metodi di persecuzione

Tra i gruppi specificamente presi di mira dal regime cinese, Turkel ha elencato i musulmani uiguri, il cui genocidio è ancora in corso. Circa 3 milioni di uiguri, inclusi leader religiosi, sono stati imprigionati nei campi di concentramento, dove subiscono indottrinamento politico «giorno dopo giorno» e sono costretti a rinnegare il loro Dio.

Un altro gruppo religioso perseguitato sono i buddisti tibetani, costretti a subire sessioni di rieducazione. Il loro Panchen Lama, il secondo leader spirituale più importante, è scomparso dopo essere stato rapito dalle autorità cinesi nel 1995 quando era un bambino.

I praticanti del Falun Gong sono poi vittime di lunga data di una persecuzione che non si è mai attenuata.

Il rapporto Uscirf del 2023 cita che nel 2022, tra i praticanti del Falun Gong, ci sono stati 172 casi documentati di morte a causa della persecuzione, 7.331 casi di molestie e arresti e 633 condanne alla prigione.

Il Falun Gong, noto anche come Falun Dafa, è una pratica spirituale che prevede esercizi meditativi e insegnamenti morali radicati nella tradizione cinese del miglioramento del corpo e della mente. È stato introdotto al pubblico dal suo fondatore, Li Hongzhi, nel 1992 ed è ora praticato in oltre 100 Paesi.

Il Falun Gong è violentemente perseguito dal 1999, quando il regime comunista cinese ha scatenato una campagna sanguinaria per sradicarlo.

Anche l’attacco mirato del regime cinese alla comunità cattolica è importante. «La Chiesa cattolica in tutto il mondo, compreso il Vaticano, non ha mostrato di essere disposta a migliorare la situazione dei cattolici in Cina», secondo Turkel.

I vescovi in Cina non sono vescovi cattolici e non sono stati approvati o avallati dal Vaticano nonostante un accordo tra Cina e Vaticano.

L’accordo tutt’oggi segreto e controverso tra Cina-Vaticano è stato raggiunto originariamente nel 2018 e rinnovato due volte nel 2020 e nel 2022. «Sappiamo solo una disposizione, ovvero che la Cina concorda con il coinvolgimento del Vaticano nella nomina dei vescovi. Ma, in realtà, stanno costringendo i vescovi cinesi a firmare un giuramento di fedeltà all’Associazione Patriottica Cattolica».

L’Associazione Patriottica Cattolica in Cina è una Chiesa cattolica controllata dal regime e separata dal Vaticano.

Sanzionato per aver difeso la libertà

Turkel ha raccontato di essere stato sanzionato dal regime cinese per il suo servizio al popolo americano come presidente dell’Uscirf. A causa di queste sanzioni, Turkel è stato bandito dalla Cina e non ha potuto visitare i suoi genitori che vivono lì e rendere omaggio al suo defunto padre.

Il regime ha imposto sanzioni a lui e ad altri tre commissari dell’Uscirf, in rappresaglia per la sanzione contro funzionari cinesi da parte del governo degli Stati Uniti in base al Magnitsky Act, una legge che impone sanzioni ai cittadini stranieri per le violazioni dei diritti umani.

Inoltre, il regime cinese, nel tentativo di zittirlo, non permette alla madre di Turkel di lasciare la Cina e riunirsi con la sua famiglia americana. Nonostante questa difficoltà, i suoi genitori non hanno mai espresso preoccupazione o rimpianto per il lavoro di difesa dei diritti umani del loro figlio.

Turkel ha dichiarato che il regime non può zittirlo. «Ho un compito storico assegnato a me. Continuerò a parlare nonostante le mie lacrime».

 

Articolo in inglese: IN-DEPTH: International Community Allowed Chinese Regime to Expand Suppression of Religious Freedom, USCIRF Chair Says

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