Rete 5G, anche il Giappone dice no a Huawei

In tutto il mondo, sempre più compagnie telefoniche rifiutano il 5G distribuito dalle aziende cinesi Huawei e Zte, e ora anche il super tecnologico Giappone ha fatto la sua scelta, con un netto e chiaro no.

Secondo un articolo del 10 dicembre del quotidiano giapponese Nikkei, l’ultimo rifiuto è stato espresso dalle tre principali compagnie telefoniche giapponesi SoftBank Group, Ntt Docomo e Kddi. La decisione è stata annunciata subito dopo che il 7 dicembre il governo ha vietato l’acquisto di attrezzature Huawei e Zte per i propri servizi, al fine di aumentare la difesa da attacchi informatici e diminuire il furto di informazioni sensibili.

Si stima che il 5G sia cento volte più veloce del 4G; in più, il 5G è considerato la chiave per la rivoluzione in molti settori, come quello dei trasporti, della manifattura e della sanità. Molti Paesi stanno quindi gareggiando per la leadership nel 5G, che è considerato l’elemento fondamentale per la supremazia economica.

Secondo il Nikkei, anche Rakuten, il quarto operatore wireless del Giappone, ha dichiarato che l’azienda non prevede di utilizzare apparecchiature di telecomunicazione cinesi, mentre ad agosto il presidente americano Donald Trump ha firmato la legge National Defense Authorization Act, con la quale sancisce per tutte le agenzie governative statunitensi il divieto dell’uso o della acquisito di attrezzature o servizi forniti da Zte e Huawei, a causa dell’alto rischio di spionaggio.

L’articolo del Nikkei ricorda che il Giappone ha pianificato di testare la rete 5G nel 2019, con l’obiettivo di «aprire completamente il campo per i servizi commerciali» nell’anno successivo, in vista dei Giochi Olimpici di Tokyo 2020. Né NTT Docomo né KDDI usano attrezzature cinesi per le loro reti 4G e attualmente SoftBank è l’unico grande provider giapponese a far uso di hardware Zte e Huawei per il proprio 4G; perciò l’annuncio del governo di abbandonare i due fornitori cinesi potrebbe potenzialmente ritardare l’introduzione dei servizi 5G da parte di Softbank, dato che la transizione dal 4G al 5G comporta alcuni aggiornamenti delle reti 4G esistenti.

Altri Paesi hanno già rinunciato a Huawei e Zte

Anche molti altri Paesi hanno già espresso le loro preoccupazioni in fatto di sicurezza con le loro decisioni di allontanare Zte e Hauwei. L’Australia, per esempio, ha annunciato la messa al bando delle due aziende cinesi ad agosto, e la Nuova Zelanda l’ha seguita subito dopo a novembre.

Anche in Inghilterra il fornitore di servizi per le telecomunicazioni britannico BT Group, ha annunciato il 5 dicembre che avrebbe scollegato la sua già esistente infrastruttura di telecomunicazioni principale 3G e 4G da ogni apparecchiatura Huawei; e che inoltre la compagnia cinese sarebbe stata esclusa dalla fornitura di qualsiasi tecnologia 5G. Anche l’india ha deciso di bandire Huawei e Zte a settembre.

Due dei più grandi operatori telefonici in Corea del Sud, la SSK Telecom e KT Corp, hanno entrambi scelto Samsung Electronics, Ericsson e Nokia per supportare la rete 5G, escludendo Huawei come fornitore, sebbene, come scritto dal magazine Businnes Korea, la LG U+ (una sussidiaria dell’altra grande compagnia sudcoreana LG), ha annunciato il 30 ottobre che per i suoi servizi 5G adotterà le attrezzature Huawei.

Il media statale russo Sputnik News ha riportato il 7 dicembre che il Centro per la Sicurezza Informatica del Belgio (autorità governativa centrale per la sicurezza informatica) ha preso in considerazione la possibilità di vietare le apparecchiature Huawei per le attrezzature informatiche delle istituzioni governative.

A tutto questo si aggiunge il rapporto consegnato ad aprile dalla Commissione di Revisione dei rapporti economici e di sicurezza USA-Cina (gruppo di valutazione del Congresso degli Stati Uniti), che ha messo in evidenza ampi legami tra Huawei e il Partito Comunista Cinese. Il fondatore di Huawei, Ren Zhengfei, era l’ex direttore di ricerca sulle telecomunicazioni del Dipartimento di Stato Maggiore delle Forze Armate cinesi.

Come se non bastasse, proprio recentemente è stata arrestata a Vancouver la direttrice finanziaria di Huawei, Meng Wanzhou; il mandato è arrivato su richiesta delle forze dell’ordine statunitensi, che l’hanno accusata di frode per aver aggirato le sanzioni statunitensi contro l’Iran. Per questo gli Stati Uniti stanno chiedendo ora la sua estradizione.

 

Articolo in inglese: Japanese Telecom Companies Reject Huawei as Supplier for 5G Network

 
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