Quattro modi per ridurre il rischio di un ictus

Di Jessie Zhang

Secondo dei ricercatori australiani, ci sono quattro cose che tutti devono sapere per prevenire gli ictus, oltre a non fumare, fare esercizio regolarmente e mangiare bene.

Gestisci la tua pressione sanguigna

La principale ricercatrice sull’ictus, che è stata tra i creatori delle prime linee guida al mondo sull’ictus, la prof.ssa Coralie English, afferma che la gestione della pressione sanguigna può prevenire gli ictus in buona parte dei casi. «L’ipertensione è il fattore di rischio chiave per l’ictus, ma molte persone non sanno di averla perché non ci sono sintomi, è asintomatica».

L’elisir dell’esercizio

L’esercizio fisico è anch’esso un fattore importante per prevenire gli ictus e riparare il corpo dopo un episodio di ictus, in particolare per ridurre il peso extra e ripristinare la forza muscolare, la coordinazione, i sensi e l’equilibrio.

Di recente, i ricercatori hanno scoperto metodi efficaci di esercizio per curare gli ictus, tra cui il Tai Chi seduto e l’impegno quotidiano con la musica.

Un nuovo studio pubblicato il 7 aprile sulla rivista Stroke ha scoperto infatti che il Tai Chi seduto offre ai sopravvissuti all’ictus benefici di recupero simili a quelli raggiunti con la riabilitazione standard.

I ricercatori hanno esaminato 160 adulti che avevano subito il loro primo ictus negli ultimi sei mesi. Metà dei partecipanti è stata assegnata al programma di Tai Chi seduto e un’altra metà a un programma di esercizi di riabilitazione dell’ictus standard che includeva i movimenti raccomandati degli arti superiori (il gruppo «di controllo»).

Dopo tre mesi, i pazienti nel gruppo del Tai Chi hanno avuto un miglioramento uguale o maggiore nella forza delle mani e delle braccia, nel raggio di movimento della spalla, nel controllo dell’equilibrio, nei sintomi della depressione e nelle attività della vita quotidiana, rispetto a quelli del gruppo di controllo.

Un altro metodo di guarigione dell’ictus si presenta sotto forma di musicoterapia per addestrare i sopravvissuti all’ictus a impegnarsi ritmicamente per costruire connessioni più forti tra le regioni del cervello.

Questi metodi includono cantare, ascoltare musica o insegnare alle persone a suonare strumenti musicali, come la tastiera o la batteria.

L’Aphasia Choir del Vermont, ad esempio è uno dei pochi cori in tutto il mondo, che offrono ai sopravvissuti a un ictus e alle persone affette da demenza o altre lesioni cerebrali, la possibilità di attingere a uno dei pochi mezzi di comunicazione rimasti a loro disposizione.

Julie Stillman aveva 55 anni quando un vaso sanguigno nel suo cervello le è esploso improvvisamente. L’ictus emorragico l’ha lasciata incapace di comporre una frase semplice. Dopo essersi unita all’Aphasia Choir, sta riacquistando la voce e ha ripreso i suoi vecchi hobby, come i giri in barca.

«Sentire quella chiarezza e quel volume, è come una magia», ha detto il marito di Stillman, Jeff Nagle. «È incredibile vedere che ciò accada».

Evita l’alcol

Anche bere alcol può avere un impatto sul recupero, peggiorare i sintomi, come affaticamento, e aumentare il rischio di avere un altro ictus: «Sebbene ci siano alcune ricerche che suggeriscono che l’alcol possa compensare alcuni dei rischi di malattie cardiovascolari, sta diventando sempre più chiaro che l’alcol aumenta sicuramente il rischio di ictus secondario», ha affermato la English. «I rischi superano ancora i benefici».

Riconosci i sintomi dell’ictus e agisci

Un semplice test diagnostico chiamato Fast, è un acronimo inglese per aiutare le persone a riconoscere i segni di un ictus. Prevede di porsi le seguenti domande: Face drooping? Arm weakness? Speech difficulty? (Faccia cadente? Debolezza nelle braccia? Difficoltà nel parlare?) Nel qual caso la T, sta per Time to call an ambulance (è il momento di chiamare l’ambulanza)

Il sondaggio annuale della Stroke Foundation ha rilevato che il 40% degli australiani non riconosce nessuno dei segni di ictus e quindi potrebbe non chiamare un’ambulanza abbastanza rapidamente per ottenere cure mediche.

«Il nostro obiettivo è garantire che almeno una persona in ogni famiglia e posto di lavoro in Australia possa riconoscere i segni di ictus e sappia che la velocità è fondamentale, chiamare lo 000 è la prima cosa che devi fare», ha affermato l’amministratore delegato Sharon McGowan.

Oltre 27.400 australiani hanno subito un ictus per la prima volta nel 2020, il che equivale a circa una persona ogni 19 minuti dal primo ictus.

La English e il suo team hanno condiviso i suggerimenti alla luce della National Stroke Week (dall’8 al 14 agosto) e del lancio del loro nuovo programma online per supportare le persone nel loro percorso per vivere bene dopo un ictus.

Progettato dalle vittime di ictus, il programma mira a migliorare l’accesso al sostegno per tutti, ma soprattutto per coloro che vivono nelle aree regionali e rurali, dove le persone hanno il 17% in più di probabilità di avere un ictus e generalmente hanno meno accesso ai servizi sanitari.

 

Articolo in inglese: Four Ways to Slash Your Risk of A Stroke

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