Qualcuno sta cercando di uccidere il capo della campagna cinese anti-corruzione?

Per coloro che stanno azionando le leve della macchina anticorruzione del Partito Comunista Cinese, le cose non scorrono sempre in maniera tranquilla. Dietro l’impressionante numero di dirigenti e di imprenditori indagati per ‘violazioni della disciplina del Partito’ si sta manifestando una silenziosa lotta tra le diverse fazioni interne al regime cinese.

Secondo Trend, un magazine di Hong Kong noto per la sua cronaca sulle dicerie politiche della Cina continentale, dal 2013 si sono verificati oltre quaranta attentati contro i funzionari della Commissione centrale di Disciplina e di Ispezione (Ccdi). Una dozzina di questi sono stati direttamente rivolti al segretario della Ccdi, Wang Qishan.

La rivista sostiene che alcuni di questi attentati siano stati eseguiti da sicari professionisti ben armati. È comunque impossibile verificare se gli incidenti abbiano avuto luogo nel modo in cui sostiene Trend. Tuttavia, considerato che le attività illegali nel Paese consentono un flusso di miliardi di dollari, è facile comprendere perché i funzionari di tutta la Cina vorrebbero sbarazzarsi di Wang Qishan

‘IL CASO DEL 28 MARZO’

Il Trend sostiene che un recente attentato alla vita di Wang Qishan si è verificato nel tardo marzo, quando il capo dell’anti-corruzione si è diretto nella Provincia di Henan per prendere parte a delle ispezioni.

Per motivi di sicurezza, i dettagli dell’itinerario di Wang erano stati tenuti strettamente segreti e modificati più volte. Lo staff della Ccdi aveva dato ai segretari del Partito della Provincia di Henan solo un vago preannuncio prima della visita. Originariamente prevista per il 27 marzo, è stata poi confermata all’ultimo minuto per il 28.

Quando Wang è arrivato a Zhengzhou, capitale dell’Henan, atterrando in una base militare, ha improvvisamente cambiato il luogo del convegno, e ha interamente riorganizzato il suo tour per le città di tutta la Provincia.

Questi accorgimenti non hanno tuttavia dissuaso gli assalitori. Alle 4:00 e alle 5:10 del mattino del 28 marzo, è stata interrotta l’energia elettrica nell‘albergo in cui alloggiava Wang. Nel frattempo, tre auto parcheggiate di proprietà del dipartimento provinciale della sicurezza sono esplose. Wang ha lasciato l’albergo e ha optato per soggiornare al presidio militare di Zhengzhou.

Il Dipartimento Centrale della Sicurezza ha aperto il ‘Caso del 28 marzo’ per investigare sull’accaduto, secondo il Trend.

Sebbene nessuna di queste affermazioni sia apparsa sui media ufficiali cinesi e non sia chiaro se queste vicende abbiano effettivamente avuto luogo, il Trend ha indicato di aver ricevuto queste informazioni da fonti di alto livello.

AGGUATO IN STRADA

Lo scorso aprile, sempre secondo il Trend, è stato sventato un attentato contro Wang Qishan nellaProvincia dello Shanxi, durante alcune indagini. Secondo quanto riferito erano stati ingaggiati due ex poliziotti per tendere un agguato al veicolo di Wang mentre transitava. I due attentatori sono stati trovati in possesso di armi di piccolo calibro atte allo scopo.

Wang aveva comunque ricevuto una soffiata dal dipartimento centrale e quello provinciale della sicurezza così da cambiare il suo itinerario ed evitare l’attacco. A fronte dell’arresto, gli uomini armati si sono suicidati ingerendo delle capsule di veleno che nascondevano nel bavero delle loro giacche, riporta ilTrend.

FALSI PETIZIONISTI

A marzo, prima di due importanti conferenze del governo cinese e del Partito Comunista, Wang Qishan si trovava nella città di Tianjin per indagare su un debito di investimenti di tremila miliardi di yuan (circa 457 miliardi di euro). Secondo il Trend, Wang aveva richiesto che venissero archiviate tutte le ricevute dei prestiti e le note delle riunioni ufficiali dal 2007.

Durante la visita di Wang, sono state arrestate tre persone. Sostenendo di essere dei petizionisti sono stati fermati dall’ufficio di sicurezza della Commissione del Partito di Tianjin. Dalle perquisizioni è emerso che erano in possesso di armi da fuoco cariche.

Leggi l’articolo in inglese: Resisting Discipline: Is Someone Trying to Kill China’s Anti-Corruption Chief?

 
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