Putin e Xi promettono un’alleanza più estesa

Di Dorothy Li e Frank Fang

Durante i colloqui al Cremlino del 21 marzo, il leader cinese Xi Jinping e il presidente russo Vladimir Putin hanno rafforzato la loro partnership «senza limiti», firmando una serie di accordi sulla «cooperazione strategica» dei due Paesi.

I due leader hanno firmato una dichiarazione congiunta sul consolidamento del «partenariato strategico globale» delle nazioni e un accordo sulla cooperazione economica, secondo l’emittente statale cinese Cctv.

Gli accordi consolidano la crescente alleanza di fatto tra Pechino e Mosca da quando Putin e Xi hanno dichiarato una partnership «senza limiti» un mese prima dell’invasione dell’Ucraina. Dopo l’inizio della guerra, la Cina è diventata il partner commerciale più importante della Russia, aiutando Mosca a rimanere a galla tra le sanzioni paralizzanti dell’Occidente.

Washington ha criticato la visita di Xi a Mosca nel mezzo della guerra in Ucraina in quanto fornisce una «copertura diplomatica» per il leader russo, altrimenti isolato.

Sostegno economico

Secondo i media statali cinesi, Xi ha affermato che i due Paesi dovrebbero spingere per un’ulteriore cooperazione e che «il primo raccolto della cooperazione» è già stato dimostrato.

Putin ha affermato che la Russia è disposta a sostenere le società cinesi per sostituire le imprese occidentali che hanno lasciato il Paese durante la guerra in Ucraina. I leader hanno anche discusso del progetto «Power of Siberia 2», il secondo gasdotto che potrebbe raddoppiare le esportazioni di gas verso la Cina.

Il leader russo ha anche affermato che i due Paesi dovrebbero incoraggiare le imprese a utilizzare le proprie valute.

I due Paesi hanno approfondito i loro legami commerciali dall’inizio della guerra in Ucraina: il commercio complessivo della Cina con la Russia ha raggiunto un livello record di 190 miliardi di dollari nel 2022.

Martedì, la società energetica statale russa Gazprom ha annunciato di aver «stabilito un nuovo record storico per le forniture giornaliere di gas alla Cina». Il colosso petrolifero russo aveva firmato un accordo trentennale con la China National Petroleum Corporation (Cnpc) di proprietà statale nel febbraio dello scorso anno.

La Russia ha anche superato l’Arabia Saudita come principale fornitore di petrolio della Cina per i primi due mesi di quest’anno, importando un totale di 15,68 milioni di tonnellate nel bimestre.

Xi è il primo leader al mondo a sedersi con Putin dopo che la scorsa settimana la Corte penale internazionale (Cpi) ha emesso un mandato di arresto nei confronti del presidente russo, accusandolo di «crimini di guerra di deportazione di bambini dai territori occupati ucraini alla Federazione Russa».

Dopo l’atterraggio a Mosca lunedì, Xi e Putin hanno avuto un colloquio «informale» di quattro ore e mezza prima di godersi una cena di Stato, durante la quale i due leader si sono definiti «cari amici».

Prima dell’inizio del loro discorso di martedì, Xi ha tenuto colloqui con il primo ministro russo Mikhail Mishustin. Secondo i media statali cinesi, Xi ha invitato il primo ministro a visitare la Cina e ha chiesto incontri regolari tra il premier cinese Li Qiang e Mishustin.

Mentre Putin e Xi si incontravano a Mosca, l’Organizzazione del Trattato del Nord Atlantico (Nato) ha messo in guardia il regime cinese dal fornire aiuti letali alla Russia. «Non abbiamo visto alcuna prova che la Cina stia consegnando armi letali alla Russia, ma abbiamo visto alcuni segnali secondo cui questa sia stata una richiesta della Russia, e che questo sia un’ipotesi presa in considerazione a Pechino dalle autorità cinesi», ha spiegato il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg in una conferenza stampa a Bruxelles. «La Cina non dovrebbe fornire aiuti letali alla Russia: sarebbe un sostenere una guerra illegale».

L’amministrazione statunitense ha avvertito che Pechino sta valutando la possibilità di fornire aiuti militari alla Russia, ma non ha confermato che la Cina abbia compiuto tali passi. Ma i dati commerciali hanno dimostrato che il regime ha fornito a Mosca attrezzature «dual use» che possono essere utilizzate per aiutare i suoi sforzi militari.

La proposta della Cina

I due leader hanno anche discusso della proposta di Pechino per un cessate il fuoco in Ucraina, un piano ampiamente respinto in Occidente come uno stratagemma per far guadagnare tempo a Putin per raggruppare le sue forze e consolidare le sue linee del fronte.

Il regime cinese ha rilasciato un piano di pace in «12 punti» in occasione dell’anniversario dell’invasione di Mosca, come parte del suo sforzo di presentarsi come intermediario neutrale per mediare la fine della guerra. Il documento chiedeva la fine della guerra e l’inizio dei negoziati di pace, ma offriva pochi piani concreti.

Kiev insiste sul fatto che il ritiro delle truppe russe dal suo suolo è una precondizione per qualsiasi colloquio di pace.

Gli Stati Uniti hanno avvertito che il piano di cessate il fuoco di Pechino potrebbe essere una «tattica di stallo». «Il mondo non dovrebbe lasciarsi ingannare da alcuna mossa tattica della Russia, sostenuta dalla Cina o da qualsiasi altro Paese, per congelare la guerra alle sue condizioni», ha dichiarato il segretario di Stato Antony Blinken in una conferenza stampa del 20 marzo. «Chiedere un cessate il fuoco che non includa la rimozione delle forze russe dal territorio ucraino sosterrebbe effettivamente la ratifica della conquista russa».

Secondo il media statale cinese People’s Daily, Putin e Xi hanno convenuto che «le legittime preoccupazioni di sicurezza di tutti i Paesi» devono essere rispettate e hanno espresso la loro opposizione a sanzioni unilaterali.

Durante la guerra, il regime cinese ha costantemente denunciato le sanzioni occidentali alla Russia e ha incolpato gli Stati Uniti e l’Occidente per l’inizio del conflitto.

Putin ha affermato che il piano di Pechino potrebbe costituire la base per un accordo di pace in Ucraina, ma non vede «una tale prontezza» da parte dell’Occidente e di Kiev ad adottarlo.

Gli esperti hanno avvertito che Xi sta chiedendo colloqui di pace per distogliere l’attenzione dalle sue sfide interne e dall’aggressione del regime nell’Indo-Pacifico.

Xi dovrebbe parlare con il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy dopo il viaggio di tre giorni a Mosca. Iryna Vereshchuk, vice primo ministro ucraino, in un’intervista del 21 marzo ha affermato che Kjiv sta valutando se avrà luogo una telefonata tra il suo presidente e Xi.

«Xi vuole che Putin vinca»

Prima dell’ultimo annuncio sino-russo, diversi legislatori statunitensi hanno criticato il viaggio di Xi e la partnership tra i due vicini. Tra loro c’era il presidente della commissione per gli affari esteri della Camera Michael McCaul (R-Texas). «La visita del presidente Xi a Mosca è un’ulteriore prova che il Partito Comunista Cinese ha scelto di schierarsi con la Russia, raddoppiando la partnership ‘senza limiti’ stabilita da Xi e Putin prima dell’invasione su vasta scala dell’Ucraina. Non dubitate: Xi vuole che Putin vinca e non può fungere da mediatore di pace neutrale».

McCaul ha avvertito che l’assistenza di Xi arriva con dei vincoli. «E il mondo dovrebbe aspettarsi che Xi chieda a Putin di restituire il favore se la Cina invade Taiwan fornendo sostegno militare, economico e diplomatico, L’aumento del sostegno del Pcc alla Russia non dovrebbe essere tollerato, dagli Stati Uniti o nostri alleati e partner».

Il rappresentante Raja Krishnamoorthi (D-Ill.), membro di rango del comitato ristretto della Camera statunitense sulla Cina, ha respinto il piano di pace proposto dalla Cina: «Il Pcc afferma di volere la pace in Ucraina, ma alle condizioni di Vladimir Putin, non a quelle del popolo ucraino», ha scritto lunedì su Twitter. «Questo non è un inizio».

Il deputato Mike Lawler (Rn.Y.), che siede nella commissione per gli affari esteri della Camera, ha definito la Cina un attore «cattivo». «Il fatto che Xi abbia dato a Vladimir Putin il riconoscimento diplomatico internazionale che desidera così disperatamente indica quanto la Cina sia un pessimo attore sulla scena globale. Xi e Putin sono una coppia perniciosa che è impegnata a tramare il dominio dell’Eurasia. Gli Stati Uniti e i nostri alleati devono continuare ad esercitare pressioni diplomatiche per garantire che l’intera regione eurasiatica non cada sotto il loro controllo e la loro influenza».

«Non siamo idioti»

Quando Putin e Xi hanno dichiarato la loro partnership «senza limiti» nel febbraio dello scorso anno, la Russia ha affermato di sostenere la posizione della Cina su Taiwan, «una parte inalienabile della Cina» e l’opposizione a «qualsiasi forma di indipendenza di Taiwan».

Taiwan è un’isola autogovernata con un proprio governo, esercito e valuta democraticamente eletti. Tuttavia, il regime cinese vede l’isola come parte del suo territorio che deve essere unito alla terraferma, se necessario con la forza.

Durante una riunione del Partito Comunista Cinese nell’ottobre dello scorso anno, Xi ha ribadito che la Cina non «rinuncerà mai all’uso della forza» per conquistare Taiwan.

Martedì, il ministro degli Esteri di Taiwan, Joseph Wu, ha criticato su Twitter il tentativo della Cina di svolgere il ruolo di pacificatore. «[La Cina, ndr] minaccia la guerra contro #Taiwan e altri, ma vuole proporre un piano di pace alla #Russia, che ha iniziato la guerra contro #Ucraina. Non siamo idioti. Vuoi la pace? Entrambi gli autocrati dovrebbero immediatamente interrompere le loro minacce, aggressioni ed espansionismo».

A Taiwan, Wong Ming-hsien, direttore dell’Istituto per gli affari internazionali e gli studi strategici dell’Università di Tamkang, ha dichiarato a Epoch Times prima del vertice che Xi ha compiuto il viaggio con l’obiettivo di elevare i legami bilaterali poiché la Cina sta affrontando l’aumento delle restrizioni sul commercio statunitense e tecnologico.

Nell’ottobre dello scorso anno, l’amministrazione Biden ha annunciato un’ampia serie di controlli sulle esportazioni, inclusa una misura che nega alla Cina l’accesso a semiconduttori avanzati realizzati con tecnologie statunitensi, infliggendo un duro colpo alle ambizioni economiche e militari del regime.

Il tentativo della Cina di far progredire la sua industria dei semiconduttori è stato ulteriormente ostacolato all’inizio di questo mese, quando il governo olandese ha accettato di impedire a Pechino di acquistare apparecchiature avanzate per semiconduttori.

Andando avanti, Wong ha predetto che la Russia e la Cina rafforzeranno i loro legami economici in Eurasia, in particolare collegando la Belt and Road Initiative di Pechino, un’iniziativa di investimenti infrastrutturali da migliaia di miliardi di euro, con l’Unione economica eurasiatica, un blocco guidato da Mosca che include Armenia, Bielorussia, Kazakistan e Kirghizistan.

 

Articolo in inglese: Putin, Xi Pledge Deeper Cooperation Amid Concerns Over Growing Alliance

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