MotoGP, il Dottore resiste a Indianapolis. Adesso c’è Brno

Decimo venerdì, ottavo sabato in qualifica e terzo domenica in gara; nel temuto e mai amato circuito di Indianapolis, Valentino Rossi conquista il suo decimo e ‘cruciale’ podio di fila su dieci gare nel campionato del mondo di MotoGP 2015. Quando mancano otto gran premi al termine, il Dottore guida la classifica con ancora nove punti sul compagno di squadra Lorenzo e con 56 su Marquez.

L’ex campione europeo di MotoGP classe 125 Michele Conti, passato dall’altra parte del muretto come team director dell’italo svizzero Mtr MotoGP team, dopo il primo weekend di gare post pausa estiva, in uno dei mesi più ‘caldi’ del campionato, ha analizzato per EpochTimes la rincorsa di Valentino Rossi verso il suo decimo titolo mondiale.

Perchè Valentino ha faticato così tanto a trovare il setting a Indianapolis?

«Secondo me Valentino ha un po’ meno esperienza a Indianapolis. Se guardiamo al passato, negli altri circuiti ha corso molte più volte. Questo può essere uno dei motivi. Indianapolis è entrato pochi anni fa nel circuito del motomondiale. Una delle motivazioni che porta Valentino ad avere un po’ più di problemi potrebbe essere che ha meno dati rispetto ad altri circuiti. Questo ti porta a fare più tipi di prove».

Quali segnali sono arrivati dal primo granpremio dopo la pausa estiva?

«Se Marquez è a posto è imprendibile. Se non fa errori è l’uomo da battere. L’ha dimostrato più volte sia in prova che in gara. Mentre Valentino ha dimostrato che, anche avendo un po’ di problemi nelle prove, riesce sempre a trovare il bandolo della matassa della gara. Warmup e gara sono da sempre risolutivi per lui e riesce sempre a dire la sua. Però negli ultimi anni sono anche questi regolamenti che creano un po’ di problemi, perché alla categoria Open danno le gomme più mobide che possono sfruttare in prova, quindi la loro griglia di partenza non si rispecchia nel passo di gara. Alla fine, si vede sempre che le due Honda e le due Yamaha sono nettamente superiori, e di solito sono davanti loro quattro».

In ottica campionato come vedi la situazione?

«L’uomo da battere è sempre stato Marc Marquez. È quasi infallibile; però ha fatto un po’ troppi errori quest’anno, soprattutto troppe cadute. Quando si iniziano prendere degli zeri è sempre difficile recuperare. (Ora) Marquez non ha niente da perdere e sta rincorrendo. Sicuramente sarà il più combattivo. Anche Lorenzo a inizio stagione ha avuto un po’ di problemi, che lo hanno un po’ rallentato, (ma) adesso sta diventando uno dei più forti e forse è quello che in questo momento ne ha un po’ di più per pensare al titolo».

E Valentino?

«Sicuramente non deve pensare al campionato perché è ancora troppo presto e, anche se ha parecchi punti di vantaggio, mancano troppe gare.

Quali differnze hai notato nelle loro moto?

«Vedo che Yamaha, in ogni gara, deve lavorare tanto. Vuol dire che in tutte le gare le modifiche da fare sulla loro moto sono, forse, maggiori rispetto alla Honda, quasi sempre molto ‘in palla’ soprattutto grazie a Marquez. Infatti, in questo weekend di Indianapolis all’inizio Marquez e Pedrosa sembravano nettamente superiori. Poi come spesso accade, purtroppo, Pedrosa non riesce a concludere come si dovrebbe. É sempre li che arranca durante le gare. Non so se per problemi fisici di tenuta in gara; sicuramente ha sempre sofferto questa cosa».

E le Ducati ufficiali?

«Non mi aspettavo il disastro della Ducati, così eclatante in America. Hanno avuto un sacco di problemi, soprattutto Dovizioso, con questa gomma anteriore da cui non riesce a venirne fuori. Non riesce a dire la sua. Loro sono comunque una categoria diversa. Perchè molti dimenticano, o forse non sanno, che la Ducati corre con la categoria Open e ogni volta cambiano un po’ i vantaggi che le danno o le tolgono, tra cui la gomma morbida in prova. Avevano più litri di benzina e adesso glieli hanno ridotti (da 24 sono passati a 22. Per Yamaha e Honda ufficiali sono 20)».

Cosa può succedere il prossimo weekend?

«Brno è un circuito molto particolare, molto veloce con dei grandissimi saliscendi. C’è un bel arrivo con un’uscita da una variante un po’ particolare. A Valentino è sempre piaciuto. È dove ha ottenuto la sua prima vittoria in carriera nel motomondiale. Secondo me è una pista che si gli si addice molto. Se tutto va come dovrebbe andare, sarà una lotta tra Marquez e Rossi con Lorenzo da intruso. Potrebbe essere anche una gara in cui Valentino può pensare di vincere. E deve sperare di vincerla se vuol puntare al titolo. Entrambe le moto sono competitive lì e, in passato, [Rossi, ndr] ha già vinto con la Yamaha a Brno. Potrebbe essere la gara della svolta».

In chiusura, ritieni ci sia qualcosa di rilevante da sottolineare?

«Valentino ha la fortuna di essere sempre in moto, è uno che si allena e non si arrende mai. Tutt’ora con la sua Vr46 dell’accademi, sta tirando su una buona dozzina di nuovi piloti in Moto3 e Moto2 e anche nei campionati minori, come nel campionato italiano e il campionato spagnolo, che è diventato il campionato mondiale junior. E lui, anche nel suo Ranch, è sempre in moto e non molla mai. Continua a crederci. Lo ammiro per questo, perché il prossimo anno saranno vent’anni che corre nel motomondiale. È incredibile la costanza e la sua voglia di vincere. Sono anni ormai che non deve più dimostrare niente a nessuno, eppure lo sta facendo ancora in modo incredibile».

Intervista rivista per brevità e chiarezza

 
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