La propaganda cinese azzera lo storico incontro Trump-Kim

Il summit tra il presidente Usa Donald Trump e il leader nordcoreano Kim Jong Un a Singapore è stato un evento storico di notevole importanza. La notizia ha suscitato l’attenzione dei giornalisti di tutto il mondo. Ma non in Cina, dove gli organi di propaganda del Partito Comunista Cinese hanno sminuito l’importanza di questo evento.

Nell’edizione del 12 giugno, il Quotidiano del Popolo, portavoce ufficiale del Pcc, ha scelto di non pubblicare in prima pagina la notizia per dare spazio alle dichiarazioni rilasciate dal leader cinese Xi Jinping in occasione di un recente meeting a Shanghai.

La prima pagina del People’s Daily del 12 giugno. (Screenshot tramite dal sito web del People’s Daily)

 

La notizia del summit di portata storica Usa-Corea del Nord era in fondo alla terza pagina nell’angolo in basso a destra: un breve trafiletto sull’accordo per la denuclearizzazione. In tutto giornale non è stata pubblicata una sola foto dell’incontro tra Trump e Kim. Le ragioni di una tanto ermetica censura, per l’esperto di Cina Zhou Xiaohui sono da ricercare nel fatto che il regime comunista cinese abbia svolto nell’ambito di queste trattative un ruolo del tutto marginale. In netto contrasto con la propaganda del regime, che in passato aveva sostenuto di volervi svolgere un ruolo essenziale.
Un editoriale del 4 giugno 2018 pubblicato dal giornale di regime in lingua inglese Global Times, sosteneva che «Qualora la Cina non partecipasse, anche se Usa e Corea del Nord, o Usa, Corea del Nord e Corea del Sud firmassero un accordo per porre fine alla guerra, questo tecnicamente non potrebbe rimpiazzare l’armistizio». Poiché l’armistizio del 1953 è stato firmato anche dall’esercito cinese, sosteneva l’organo di propaganda del Pcc, «sarebbe solo un documento bilaterale o trilaterale, ma potrebbe essere invalidato in qualsiasi momento».

Tuttavia il summit si è svolto come previsto, con Stati Uniti e Corea del Nord che hanno trattato direttamente senza la presenza di alcun rappresentante di Pechino. I media di regime nordcoreani, d’altra parte, hanno celebrato la notizia del vertice, riempiendo le prime pagine e definendolo «il summit del secolo».

Contemporaneamente, il giornale di Stato (o regime) russo Rossikyskaya sin, in un articolo pubblicato il 12 giugno, ha analizzato così la situazione: «Il regime nordcoreano ha intenzionalmente ostentato di essere spalleggiato da un potente alleato, la Cina, prendendo in prestito un Jumbo jet per il viaggio a Singapore».

Ma è possibile leggere il ‘prestito del mezzo’ anche in una chiave diversa rispetto a quella della stampa russa: il Jumbo era di Air China, e ostentava l’emblema della bandiera del Partito Comunista Cinese come se il Pcc ambisse a un inquietante ruolo di convitato di pietra dello storico evento. Finendo, invece, per apparire involontariamente come un ‘vorrei ma non posso’ in grado di recitare solo il ruolo del tassista.

 

 
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