La popolazione cinese diminuisce per il 2° anno, tonfo record della natalità

Di A cura dello staff Web

Nel 2023 per il secondo anno consecutivo la popolazione ufficiale della Cina è diminuita.

Un record negativo di tasso di natalità e un’ondata di morti per Covid-19, una volta terminati i rigidi lockdown, hanno accelerato una recessione che avrà profondi effetti a lungo termine sul potenziale di crescita dell’economia.

L’anno scorso le nascite sono scese a 9,02 milioni, da 9,56 milioni del 2022, che è il livello più basso da quando il Partito Comunista al potere ha preso il controllo del Paese nel 1949, secondo quanto ha indicato l’Ufficio Nazionale di Statistica il 17 gennaio. Il tasso di natalità è stato un record negativo di sole 6,39 nascite ogni 1.000 persone, in calo rispetto a un tasso di 6,77 nel 2022. Con 11,1 milioni di morti, il numero totale di persone in Cina è sceso a 1,409 miliardi nel 2023.

Le nascite nel Paese sono in crollo da decenni a causa della politica del figlio unico attuata dal 1980 al 2015 e della rapida urbanizzazione avvenuta in quel periodo. Come nei precedenti boom economici del Giappone e della Corea del Sud, grandi popolazioni si sono spostate dalle fattorie rurali cinesi alle città, dove avere figli è più costoso. Il tasso di natalità del Giappone era di 6,3 ogni 1.000 persone nel 2022, mentre il tasso della Corea del Sud era di 4,9.

Zhou Yun, demografo dell’Università del Michigan, avverte che «come abbiamo osservato ripetutamente in altri Paesi a bassa fertilità, il declino della fertilità è spesso molto difficile da invertire».

Nel 2023 la Cina ha ulteriormente indebolito la voglia di fare figli, la disoccupazione giovanile ha raggiunto livelli record, i salari di molti impiegati sono diminuiti e la crisi nel settore immobiliare, dove è immagazzinata più di due terzi della ricchezza delle famiglie, si è intensificata.

I nuovi dati aumentano le preoccupazioni che le prospettive di crescita della seconda economia mondiale stiano diminuendo a causa del minor numero di lavoratori e consumatori, mentre l’aumento dei costi dell’assistenza agli anziani e delle prestazioni pensionistiche mette a dura prova i governi locali indebitati.

Secondo le stime delle Nazioni Unite, l’anno scorso l’India ha superato la Cina come nazione più popolosa del mondo, alimentando un ulteriore dibattito sui vantaggi della delocalizzazione di alcune catene di approvvigionamento dalla Cina verso altri mercati, soprattutto con l’aumento delle tensioni geopolitiche tra Pechino e Washington.

Popolazione in calo

Lo scorso anno i decessi (secondo dati del Pcc) sono aumentati del 6,6% a 11,1 milioni, con il tasso di mortalità che ha raggiunto il livello più alto dal 1974 durante la Rivoluzione Culturale.

La Cina ha registrato una drammatica ondata di Covid a livello nazionale all’inizio dello scorso anno, dopo che tre anni di rigidi lockdown e draconiane misure di controllo dei movimenti hanno indebolito l’immunità della popolazione.

Non è chiaro quante persone siano effettivamente morte a causa del Covid-19 o per le restrizioni «Zero-Covid» imposte dalla Cina nel dicembre 2022. Dall’inizio della pandemia di Covid-19, il regime ha suscitato parecchie critiche per aver insabbiato la situazione e le informazioni relative al Covid nel tentativo di minimizzare le notizie che ritiene dannose per la sua immagine.

Le autorità hanno segnalato circa 80 mila decessi legati al Covid dall’inizio di dicembre a metà febbraio, ma gli esperti ritengono che il totale  sia molto più alto. Alcuni hanno stimato che i decessi avrebbero potuto raggiungere i 6 milioni.

Gli esperti prevedono che il  declino della popolazione continuerà per decenni, nonostante l’effetto in diminuzione della pandemia di Covid.

A lungo termine, gli esperti delle Nazioni Unite prevedono che la popolazione cinese diminuirà di 109 milioni entro il 2050, più del triplo del calo rispetto alle loro precedenti previsioni per il 2019.

La popolazione in età lavorativa, definita come quella compresa tra 16 e 59 anni, è scesa al 61% della popolazione totale, continuando un graduale declino. La percentuale di persone di età pari o superiore a 60 anni è salita al 21%.

Si prevede che la popolazione in età pensionabile del Paese, dai 60 anni in su, aumenterà fino a superare i 400 milioni entro il 2035 – più dell’intera popolazione degli Stati Uniti – dai circa 280 milioni di persone attuali.

L’Accademia statale cinese delle scienze prevede che il sistema pensionistico finirà i soldi entro il 2035.

Zhu Guoping, un contadino di 57 anni nella provincia del Gansu, ha affermato che il suo reddito annuo di circa 20 mila yuan (2.594 euro) lascia alla sua famiglia magri risparmi.

Al compimento dei 60 anni riceverà una pensione mensile di 160 yuan, (22 dollari): «I soldi non sono sicuramente sufficienti. Forse i nostri figli potranno fornirci un po’ di sostegno in futuro».

Avere o no bambini

Gli elevati costi per l’assistenza all’infanzia e l’istruzione scoraggiano molte coppie cinesi dal voler avere figli, mentre l’incertezza nel mercato del lavoro scoraggia le donne dal sospendere la propria carriera.

I demografi sostengono che la discriminazione di genere e le tradizionali aspettative che le donne assumano il ruolo di custodia della famiglia, aggravano il problema.

Lo scorso anno il leader del regime comunista cinese Xi Jinping aveva affermato che le donne dovrebbero raccontare «storie di buona tradizione familiare», aggiungendo che fosse necessario «coltivare attivamente una nuova cultura del matrimonio e della maternità», che ha collegato allo sviluppo nazionale.

Le autorità locali hanno annunciato varie misure per incoraggiare la natalità, tra cui detrazioni fiscali, congedi di maternità più lunghi e sussidi per l’alloggio.

Ma molte di queste politiche non sono state attuate a causa dei finanziamenti insufficienti e della mancanza di motivazione da parte delle autorità locali, secondo quanto ha affermato un istituto politico di Pechino, che sollecita invece uno schema unificato di sussidi familiari a livello nazionale.

Wang Weidong, 36 anni, residente a Pechino, che lavora in una società internet, ha detto che lui e sua moglie erano riluttanti ad avere un secondo figlio: «Le persone non avranno figli a causa di questi incentivi. Gli incentivi sono ausiliari, non la causa principale. Quindi penso che sia più difficile invertire questa tendenza».

 

Articolo in inglese: China’s Population Drops for 2nd Year, With Record Low Birth Rate

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