La Francia è prima in Europa per spesa pubblica

Nell’Unione Europea, secondo Eurostat, la Francia è prima nella classifica per la spesa pubblica, a fianco della Finlandia, con il 57 percento del prodotto interno lordo speso dallo Stato.

Le cifre pubblicate dall’agenzia di statistica dell’Ue per l’anno 2015 mostrano che, dal 2009, gli stanziamenti pubblici nei paesi membri sono diminuiti, stabilizzandosi in media al 47 percento del Pil, pari a una riduzione di circa 7.000 miliardi di euro. Prima della Brexit, sui ventotto membri dell’Ue, solo nove paesi superavano la soglia simbolica del 50 percento del Pil.

Ex-equo con la Finlandia, la Francia è seguita da vicino da Grecia, Danimarca e Belgio; segna il passo l’Irlanda, che registra per la spesa pubblica il 29,4 percento.

Dei 1.243 miliardi di euro del Pil previsti per gli investimenti pubblici nel 2015, il 43 percento era destinato all’assistenza sociale, cioè il 24,6 percento del Pil totale, a fronte della percentuale media europea del 19,2. Anche in questo settore la Francia è in testa, superata solo dalla Finlandia col 25,6 percento, e scavalcando invece la Danimarca (23,6 percento), Paese stimato per gli investimenti nel sociale. Inoltre, la Francia ha stanziato il 2 percento del Pil per la disoccupazione, stessa quota della Spagna, che tuttavia ha registrato il doppio dei disoccupati nel 2015: è stato del 10,5 percento il tasso di disoccupazione in Francia, contro il 22,7 della Spagna.

Per spiegare questa problematica, la società di valutazione finanziaria, basando i suoi calcoli su quelli di Eurostat, nel 2016 ha pubblicato i risultati raggiunti dai Paesi europei nel creare occupazione: si nota che tra la metà del 2013 e quella del 2015, la Francia ha realizzato più di 290.000 posti di lavoro, ma solo 57 mila di questi nel settore privato. La Germania è riuscita a crearne 482 mila, la Spagna 651 mila e l’Italia – che in quel periodo ha subito un abbassamento del Pil – 280 mila nel privato.

In Francia, il settore pubblico è quello privilegiato: che si tratti di funzionari o di posti sovvenzionati, nello stesso periodo ne sono stati creati più di 233 mila. Secondo l’economista capo presso Standard end Poor’s in Europa, Jean-Michel Six: «l’Esagono, per risolvere la carenza di occupazione nel privato, propone lo sviluppo dell’impiego pubblico. Ma, questa strategia, incide sul debito pubblico che, di conseguenza, indebolisce la crescita potenziale del Paese».

Nel 2014 la Francia ha raggiunto i 5,64 milioni di funzionari pubblici in servizio: un record assoluto nell’Unione Europea. Negli studi condotti dall’associazione Contribuables Associés ‘Funzione pubblica francese: l’ultimo dinosauro’, si sostiene che la funzione pubblica francese è contornata da una serie di eccezioni in seno al’Ocde (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico).

La percentuale dei funzionari nella popolazione attiva raggiunge il 21,9: un francese su cinque è retribuito grazie alle imposte dei contribuenti, mentre in Germania è solo uno su dieci. Ma non è soltanto il numero dei funzionari che stupisce: secondo la Contribuables Associés, l’81 percento dei dipendenti pubblici francesi ha il lavoro sicuro per tutta la vita, con l’orario settimanale più basso tra i paesi dell’Ocde e un premio per la pensione a 62 anni, contro i 67 della Germania.

Secondo l’agenzia, per adeguarsi alla media europea, non sono 300 mila i posti pubblici che andrebbero eliminati, bensì 1 milione 612 mila: questo potrebbe far risparmiare ogni anno 50 miliardi di euro.

Articolo in francese:  La France, en tête des dépenses publiques en Europe

Traduzione di Francesca Saba

 
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