Cina, campagna anti-corruzione punta alle imprese statali

Faceva sul serio l’attuale leader del Partito Comunista Xi Jinping, quando ha accusato le società statali di burocrazia onerosa, nepotismo e pratiche commerciali inopportune, durante un incontro del corpo disciplinare del Partito Ccdi, il 13 gennaio.

Circa un mese dopo aver parlato alla Ccdi (Commissione Centrale per l’Ispezione Disciplinare ), Xi ha presentato alcune relazioni di indagini su sette imprese statali, comprese la gigantesca China Unicom (telecomunicazioni), la società di trasporti China Shipping e il gruppo petrolifero Sinopec. Ora sono 26 le imprese statali di proprietà del Governo centrale bersaglio di un nuovo giro di indagini da parte della Ccdi, ha riferito l’11 febbraio Wang Qishan, capo della Ccdi.

Le società controllate dai governi locali o tramite un organo statale sono tutte aziende statali. Le aziende statali se sono di proprietà del governo centrale sono una sottocategoria delle imprese statali; generalmente si tratta di compagnie gestite direttamente dalla Commissione statale per la supervisione e l’amministrazione delle risorse dello Stato. Spesso si tratta di società che fanno parte di settori economici cruciali.

Le 26 società bersaglio delle indagini fanno parte di una diversa gamma di settori, inclusi quello petrolifero, nucleare, dell’elettricità e delle telecomunicazioni, dei trasporti, dell’acciaio, dell’attività mineraria, delle costruzioni e delle finanze.

Per fare eco a quanto riferito a gennaio da Xi, il 12 febbraio l’edizione oltreoceano del People’s Daily, portavoce del Partito Comunista, ha pubblicato un articolo con il titolo ‘È tempo per le società gestite dallo Stato di tremare dalla paura‘, firmato ‘Xiake Island’, nome del suo account sul social network.

È piuttosto scontato concludere: questa indagine abbatterà ancora più ‘tigri’, dal momento che la squadra d’indagine del Ccdi non è mai uscita a mani vuote, dichiara il People’s Daily. ‘Tigre’ è il gergo usato per riferirsi a un alto funzionario del Pcc.

XI AVVERTE

«Il Partito intensificherà la gestione e supervisione dei dirigenti che lavorano nelle società gestite dallo Stato, e aumenterà le indagini e l’auditing anche delle stesse società», ha riferito Xi, il 13 gennaio, mentre osservava che la campagna per estirpare la corruzione in Cina continuava a essere grave e complessa.

Per spiegare quanto detto da Xi Gao Po, segretario generale del Centro degli studi anti-corruzione nell’Accademia Cinese di Scienze Sociali, ha riferito che i manager delle società gestite dallo Stato dovranno avere un maggiore senso di responsabilità, stabilendo al tempo stesso un sistema di rendicontazione che duri tutta la vita, in un articolo di opinione pubblicato il 13 gennaio da Xinhua, portavoce del Partito.

Per sostenere Xi fornendo dei numeri reali, Xinhua ha inoltre pubblicato un articolo di opinione il 7 febbraio, intitolato ‘Non si può permettere alle termiti gestite dallo Stato di ripulire le risorse nazionali’.

Nel 2014 le società gestite dallo Stato hanno apportato un aumento dei profitti del 3,4 per cento rispetto all’anno precedente, ma allo stesso tempo hanno accumulato un debito di 66mila miliardi di yuan (circa 10,6 bilioni di dollari statunitensi), secondo Xinhua.

NESSUNA INDULGENZA NEL CAPODANNO LUNARE

China Unicom, il terzo più importante fornitore mondiale di telecomunicazioni, stava già crollando sotto la pressione della campagna anti-corruzione a dicembre dello scorso anno, quando due dei suoi massimi dirigenti sono stati licenziati. A febbraio la Ccdi ha riferito una pratica diffusa di abuso d’ufficio, favori sessuali e corruzione nella società.

Il regime sta mantenendo la pressione sulla Cina Unicom. Due giorni prima del capodanno cinese, Xinhua ha annunciato che tra la fine di marzo e gli inizi di aprile la società di telecomunicazioni pubblicherà una relazione su come risolvere i problemi scoperti dalla Ccdi.

«Il media gestito dallo Stato ha scelto una festività tradizionale cinese per piombare su una società controllata da Jiang Zemin e dalla sua famiglia», ha dichiarato in un’intervista con Epoch Times Shi Shi, esperto cinese che vive negli Usa,.

«Lo scopo è quello di far crollare l’arroganza di Jiang aumentando la pressione su di lui e sulla sua famiglia», ha dichiarato Shi.

Jiang Mianheng, il figlio maggiore di Jiang Zemin, ha dei vasti collegamenti con l’industria delle telecomunicazioni cinese.

«China Telecom e China Mobile sono tra le 26 società per il primo giro di indagini della Ccdi nel 2015», ha riferito Shi. «Ci si aspetta che i soci che hanno legami con Jiang Mianheng saranno epurati, con la possibilità che anche il più giovane dei Jiang venga epurato».

Articolo in inglese: Anti-Corruption Campaign Targets China’s State-Owned Enterprises

 
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