Kellogg’s in crisi dopo aver promosso il movimento transgender

Di Tom Ozimek

Kellogg’s è l’ennesima azienda a venire boicottata dal popolo conservatore dopo che l’influencer transgender Dylan Mulvaney è stato fotografato in posa e a braccetto con l’iconica mascotte del marchio, «Tony the Tiger», durante una cerimonia di premiazione.

Mulvaney, un maschio che si identifica come femmina, ha condiviso un video su Instagram in cui interagisce e posa per delle foto con la mascotte dei Frosted Flakes durante i Tony Awards, l’11 giugno.

Il post, che mostrava Tony the Tigar e Mulvaney in abito di gala aggrappato al braccio della mascotte, ha ottenuto una notevole attenzione online.

Molte delle reazioni sono state critiche e sulla falsariga del grido di battaglia «go woke go broke» (secondo cui le aziende ‘woke’, cioè che sposano una filosofia progressista, finiscono ‘broke’, cioè al verde).

«Ragazzi, abbiamo un nuovo boicottaggio da aggiungere alla lista e mi dispiace davvero dirlo perché amo questo marchio», ha scritto in un post su Twitter lo stratega politico conservatore Joey Mannarino. «La mascotte di Frosted Flakes, Tony the Tiger, ha appena posato per una foto con Dylan Mulvaney e si è persino comportata come una fan. Questa è sempre stata la mia linea. Ti associ a Dylan Mulvaney e hai chiuso con me. Butterò i miei Frosted Flakes».

Anche la personalità dei media conservatori Rob Smith si è rivolto a Twitter per esprimere la sua indignazione per il legame di Mulvaney con la mascotte di Frosted Flakes.

Kellogg’s non ha risposto a una richiesta di commento.

Il «Together with Pride» di Kellogg’s

La Kellogg Company ha in passato promosso cause progressiste, in alcuni casi scatenando polemiche.

Nel 2021 ha collaborato con la Gay and Lesbian Alliance Against Defamation (Glaad) in una campagna in vista del «Pride Month» che prevedeva il rilascio di un cereale a tema Lgbt in edizione limitata soprannominato «Together With Pride».

«Together With Pride cereal segna l’ultimo capitolo di una partnership lunga anni con Glaad», ha dichiarato in una nota Doug VanDeVelde, general manager della Kellogg Us Cereal Category. «La nostra deliziosa nuova ricetta presenta cuori arcobaleno al gusto di frutti di bosco spolverati di glitter commestibili. Non vediamo l’ora che i fan provino la nostra ultima tiratura limitata».

La campagna non si è limitata solo al Pride Month: Kellogg ha creato anche adesivi animati su Instagram e Facebook che, secondo la società, avrebbero consentito ai fan di «aggiungere un po’ di ‘Pride’ ai loro post per tutto l’anno».

Il presidente e amministratore delegato di Glaad, Sarah Kate Ellis, ha elogiato Kellogg per la campagna e il suo ampio atteggiamento pro-Lgbt: «Kellogg non si basa solo su un impegno costante a sostegno della comunità LgbtQ+, ma su iniziative che mettono in luce l’importanza di utilizzare pronomi corretti per creare spazi sicuri e accoglienti per le persone trans e non binarie» (in America sono stati inventati una serie di pronomi che si riferiscono nello specifico a certi orientamenti sessuali al di là di quello maschile e femminile).

Come l’ultima apparente collaborazione Tony the Tiger-Dylan Mulvaney, questa campagna ha ricevuto critiche dalla destra.

L’American Family Association (Afa), un gruppo conservatore, ha lanciato una petizione in opposizione alla campagna «Together With Pride» di Kellogg e ha esortato le persone a «considerare un prodotto alternativo»: «La caratteristica più inquietante è la parte superiore della scatola che ha un posto speciale in cui i bambini possono aggiungere i propri pronomi preferiti, il che incoraggia i bambini a scegliere i propri pronomi. Per ogni confezione ‘gay-branded’ venduta, Kellogg sta donando 3 dollari a sostegno del pericoloso programma di Glaad per promuovere il malsano stile di vita LgbtQ+ tra i nostri giovani».

Un recente sondaggio ha mostrato un schiacciante sostegno per il sentimento «go woke go broke», che è radicato nell’idea che le aziende che spingono con forza cause di sinistra dovrebbero aspettarsi di affrontare un contraccolpo dai consumatori, come dei boicottaggi.

Il sondaggio condotto a fine maggio da Redfield & Wilton Strategies, ha rilevato che il 63% degli adulti americani che hanno sentito la frase «go woke, go broke», la sostengono.

La frase è diventata un grido di battaglia per gli indignati dalle recenti mosse di marketing di aziende come Bud Light e Target, che hanno subito perdite nei loro profitti per essersi allineate con cause di sinistra.

Crollo di Bud Light e Target

Da quando Bud Light ha intrapreso una partnership di marketing con Mulvaney all’inizio di aprile, la sua società madre Anheuser-Busch ha visto il suo valore di mercato crollare di miliardi di dollari.

«Questo mese, ho celebrato il mio 365° giorno della femminilità e Bud Light mi ha inviato forse il miglior regalo di sempre: una lattina con la mia faccia sopra», affermava Mulvaney il primo aprile mentre mostrava una lattina di Bud Light in edizione limitata. Ciò ha dato inizio al boicottaggio dei conservatori.

Per esprimere la sua rabbia sulla campagna promozionale, il cantante Kid Rock ha usato le lattine di Bud Light come tiro al bersaglio, mentre il governatore della Florida Ron DeSantis ha dichiarato che avrebbe boicottato Bud Light.

Anche l’ex presidente Donald Trump è intervenuto sulla controversia, indicando che i boicottaggi possono essere un modo efficace per inviare un messaggio ai marchi che secondo i critici stanno promuovendo un’agenda di sinistra. «È ora di battere la sinistra radicale al proprio gioco», ha scritto Trump in un post su Truth Social all’inizio di maggio. «Il denaro parla: Anheuser-Busch ora lo capisce».

In effetti, tra il 1 aprile e il 12 giugno, la capitalizzazione di mercato di Anheuser-Busch è scesa da circa 132,4 miliardi di dollari a 109,6 miliardi di dollari a causa del contraccolpo per la collaborazione Bud Light-Mulvaney. Questo è un calo di circa  22,8 miliardi.

Target ha anch’essa subito un duro colpo finanziario dopo le richieste di boicottaggio per la decisione dell’azienda di vendere articoli e abbigliamento a tema Lgbt, comprese tutine per bambini e libri che istruiscono i bambini sull’uso dei pronomi transgender.

«Se inizi ad allontanarti troppo o troppo lontano dall’obiettivo principale, il mercato ha dimostrato di essere davvero, davvero punitivo», ha affermato il venture capitalist e personaggio televisivo di Shark Tank Kevin O’Leary in una recente intervista sul crollo del prezzo delle azioni di Target e sulla controversia sull’abbigliamento a tema Lgbt.

All’inizio di maggio, prima che la società lanciasse la sua collezione Pride, la capitalizzazione di mercato di Target era di circa 73 miliardi di dollari. Al 12 giugno, la valutazione di mercato della società era scesa a circa 58,4 miliardi di dollari, una differenza di circa 14,6 miliardi di dollari.

Anche diverse altre società, tra cui PetSmart, Chick-fil-A e Walmart hanno subito boicottaggi a causa del loro abbracciare i programmi di sinistra.

Alcuni esperti affermano che un fattore significativo che incoraggia la promozione delle ideologie transgender da parte delle aziende è il tentativo di migliorare il proprio punteggio degli standard ambientali, sociali e di governance (Esg).

 

Articolo in inglese: Kellogg’s Faces ‘Go Woke, Go Broke’ Boycott Calls as Dylan Mulvaney Links Arms With Tony the Tiger

NEWSLETTER
*Epoch Times Italia*
 
Articoli correlati