Il regno perduto di Saguenay e gli incredibili racconti dei nativi canadesi

L’universo è pieno di misteri che sfidano le nostre conoscenze. Nella sezione ‘Viaggio nei misteri della Scienza’ Epoch Times raccoglie storie che riguardano questi strani fenomeni per stimolare l’immaginazione e aprire possibilità ignote. Se siano vere o no, sei tu a deciderlo.

Le leggende del Regno di Saguenay, una città perduta che, stando alle supposizioni, era governata da uomini biondi ricchi d’oro e di gioielli, giustificano in parte l’interesse della Francia nella rivendicazione di alcuni territori del Canada.

Se nel 1534 e nel 1535 i nativi canadesi si siano fatti beffe o meno dei francesi, con i loro racconti di ipotetiche miniere d’oro, rubini e argento situate a nordovest dall’attuale Montreal, rimane tuttora un mistero. Stavano mentendo o erano le leggende di un lontano ricordo della visita dei vichinghi?

L’esploratore Jacques Cartier è arrivato all’isola di Terranova, pensando che fosse l’Asia, nel maggio del 1534. Dopo aver esplorato la zona marittima canadese, ha rivendicato tutta l’area in nome della Francia e ha catturato due nativi che ha poi riportato con sé in Europa nel viaggio di ritorno.

Jacques Cartier e Donnacona (Dominio Pubblico)

Nell’anno successivo alcuni garanti hanno finanziato un secondo viaggio, nel corso del quale Cartier e il suo equipaggio si sono addentrati lungo il fiume San Lorenzo, risalendo dalla capitale irochese di Stadacona fino a Hochelaga, la Montreal dei giorni nostri.

 

In un articolo intitolato ‘The glorious Kingdom of Saguenay’ (Il glorioso Regno di Saguenay, ndr), pubblicato nel Canadian Historical Review del dicembre 1950, Joseph Edward King ha scritto: «La primavera successiva [del 1535], il capitano della spedizione si è imbarcato nuovamente alla ricerca di tesori, e i due indiani sono ripartiti con lui. La sua piccola flottiglia ha attraversato l’Atlantico del Nord e, come si è diretta verso ovest dopo aver passato l’isola Anticosti nel Golfo di San Lorenzo, i due aborigeni che erano a bordo con lui, affermando di riconoscere i punti di riferimento, hanno annunciato che mancavano solo due giorni di viaggio verso ovest per arrivare ai confini del Regno di Saguenay».

«Procedendo in questo modo, nel giorno di venerdì 13 agosto 1535, il dominio favoloso di Saguenay è apparso alla vista dell’uomo bianco. Per un decennio sembrava essere stato soltanto un illusione per gli esploratori francesi. La tribù degli indiani canadesi, consanguinei della coppia [di aborigeni] che era stata in Francia, avevano fatto solamente dei riferimenti occasionali e fugaci a Saguenay, ed è stato soltanto a ottobre che i francesi hanno appreso qualcosa di più a riguardo».

 

Nel mese di ottobre, Cartier era tornato a Stadacona. Tuttavia, dal momento che il villaggio era attanagliato dal gelo, ha dovuto trascorrere l’inverno assieme agli indigeni. King ha scritto che, di tanto in tanto, nel corso dell’inverno, gli europei e i nativi discutevano del Regno di Saguenay. Gli indigeni avevano detto a Cartier e al suo equipaggio francese che in quel territorio si trovavano grandi quantità d’oro, rame, rubini e altre preziose risorse, e raccontavano che le persone che vi vivevano erano numerose, rispettose della legge, abbigliate come i bianchi e avevano la pelle bianca».

Il fiordo di Saguenay in Quebec (foto di Ajor933 / Wikimedia Commons)

Alla fine dell’inverno, durante il quale molti degli uomini di Cartier erano morti di scorbuto, il capitano ha esortato il capo degli irochesi Donnacona ad accompagnarlo in Francia per raccontare al re francese Francesco I la storia del ricco Regno di Saguenay. Sembrava che l’argomento avesse suscitato interesse nel sovrano, tuttavia la guerra con il Sacro Romano Impero aveva esaurito la casse della Francia, ritardando così il ritorno di Cartier in Canada.

Donnacona, nonostante sia stato trattato con riguardo, è morto mentre si trovava in Francia e l’evento ha avuto probabilmente delle ripercussioni sulle considerazioni della sua gente. Infatti dopo quell’evento alcuni hanno sostenuto che Cartier, che in precedenza aveva costretto i due indigeni a tornare con lui in Francia, avesse rapito Donnacona, stabilendo quindi un modus operandi.

Dopo che la guerra in Europa si è conclusa, nel 1541 re Francesco I ha ordinato un’altra spedizione in Canada, in modo che Cartier potesse andare alla scoperta del Regno di Saguenay.

Qualche tempo dopo il re ha ordinato una seconda spedizione, con a capo Jean Francois de la Rocque, reggente del Canada. De la Rocque ha quindi raggiunto Cartier nel 1543, il quale sembrerebbe avergli mostrato diamanti, oro e perle, provenienti presumibilmente da Saguenay. Tuttavia, secondo quanto afferma il sito EsoterX, nella regione nordoccidentale canadese in cui si diceva essere il ricco Regno di Saguenay, attualmente vi è la città di Roberval e «in quel luogo non è stato trovato proprio niente».

Gli studiosi hanno formulato a riguardo diverse teorie. Queste variano dal ritenere che gli indigeni stessero ingannando i francesi ossessionati dall’oro, all’ipotizzare che gli indigeni credessero realmente nell’esistenza del ricco regno in conseguenza dei racconti tramandati dai loro antenati dopo che si erano incontrati nei secoli precedenti con gli esploratori norvegesi o vichinghi. Un’altra teoria ancora, è che un tempo sia esistito realmente un ricco regno a nordovest del Paese.

In passato, anche i conquistatori spagnoli hanno agognato un ricco regno perduto chiamato El Dorado, ma purtroppo le numerose spedizioni spagnole in Sud America lo hanno cercato inutilmente.

 

Ripubblicato con l’autorizzazione del sito Ancient Origins. Leggi l’articolo originale.

Articolo in inglese: ‘Lost Kingdom of Saguenay: Did 16th Century Canadian Natives Hoax Frenchmen?

 
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