Il Pentagono svela i nomi di venti aziende cinesi legate all’esercito

Il Pentagono ha pubblicato un elenco di aziende di proprietà o controllate dall’esercito cinese, tra cui Huawei, China Mobile e China Telecom, il produttore di veicoli ferroviari Crrc, la Hikivision (videosorveglianza), Csic e Cssc (costruzione navale), l’impresa aerospaziale Avic, la società di Difesa Norinco e la società di cloud computing e data center Inspur.

E i senatori Cotton e Gallagher, che il provvedimento l’avevano richiesto e sostenuto, sono certi che presto alla lista si aggiungeranno altre aziende: «Questa lista è una parte di una più ampia campagna che la nostra nazione deve intraprendere contro il Partito Comunista Cinese e i suoi sforzi parassitari nel trasferimento di tecnologie», spiegano.

Nel comunicato stampa, i senatori hanno anche sollecitato il presidente a imporre sanzioni economiche contro queste imprese militari cinesi, ma per ora la Casa Bianca non ha chiarito se intende sanzionare quelle che sono quotate in borsa.

Collegamenti con l’esercito

Per molte delle aziende citate nella lista del Pentagono, i collegamenti con l’Esercito Popolare di Liberazione (Pla) sono ben documentati.

Huawei, per esempio, ha ampi legami con l’esercito cinese, poiché il suo fondatore, Ren Zhengfei, è stato direttore di un dipartimento d’ingegneria dell’informazione all’interno del Pla. Del resto, il governo degli Stati Uniti aveva già vietato alla società di partecipare all’introduzione nel Paese delle reti mobili 5G di nuova generazione.

Hikvision (al 42% di proprietà di China Electronics Technology Corp, Cetc), invece, secondo una testimonianza del Congresso del 2019, ha fornito la sua tecnologia di videosorveglianza con intelligenza artificiale ai ministeri della Difesa e della Sicurezza Nazionale cinese. Tuttavia Hikvision ha specificato a Reuters di non essere una «azienda militare cinese» e ha assicurato che collaborerà con il governo degli Stati Uniti per risolvere eventuali problemi.

Cetc, Crrc, China Telecoms e Inspur hanno pubblicamente sostenuto la strategia di fusione militare della Cina, un’iniziativa diretta dallo Stato che sfrutta la cooperazione tra l’industria militare e quella privata per far avanzare l’innovazione tecnologica.

Nello specifico, secondo una nota del Dipartimento di Stato americano, la strategia di fusione della Cina prevede «lo sviluppo e l’acquisizione di tecnologie chiave attraverso mezzi leciti e illeciti», come l’indirizzamento della collaborazione accademica e di ricerca verso il guadagno militare, il trasferimento forzato di tecnologia, la raccolta d’informazioni e il furto vero e proprio.

In risposta alla strategia, il 29 maggio il presidente Donald Trump ha emesso un proclama che vieta a studenti e ricercatori cinesi laureati che sono collegati a qualsiasi entità che implementi o supporti la strategia di fusione, di ricevere i visti F o J per entrare negli Stati Uniti. I visti F sono quelli normalmente concessi a studenti a tempo pieno, mentre i visti J riguardano i programmi di scambio culturale o educativo, rivolti normalmente ad accademici e ricercatori stranieri.
Trump ha aggiunto che il segretario di Stato americano dovrebbe valutare anche la revoca dei visti F o J in possesso di alcuni cittadini cinesi. Mentre Cotton e Gallagher aggiungono che «il Congresso dovrebbe aggiornare questa legge del 1999 per affrontare meglio le sfide attuali poste dalla strategia della fusione militare-civile cinese».

Prima che i parlamentari statunitensi sollevassero dubbi sugli accordi e introducessero leggi volte a evitare che il denaro federale fosse concesso alle società cinesi, la Crrc si era già aggiudicata i contratti a Boston, Chicago, Los Angeles e Philadelphia per la costruzione di vagoni della metropolitana.

Norinco e Avic sono fornitori del Pla e grandi esportatori di armi della Cina. Entrambe le società sono state precedentemente colpite da sanzioni statunitensi per aver contribuito allo sviluppo di programmi missilistici da parte dell’Iran.

Il senatore Marco Rubio (R-Fla.) ha dichiarato  che la lista «è un inizio, ma è tristemente inadeguata per mettere in guardia il popolo americano dalle aziende statali e dirette, che sostengono le attività del governo cinese e del Partito Comunista che minacciano la sicurezza economica e nazionale degli Stati Uniti».

 

Reuters ha contribuito a questo articolo.

Articolo in inglese: Pentagon Lists 20 Chinese Companies as Backed by Chinese Military, Including Huawei

 

Per saperne di più guarda il documentario realizzato da Ntd Television che mostra come negli ultimi decenni sono stati proprio i finanziamenti guidati da Wall Street, a rendere la Cina una potenza economica mondiale:

 
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