(Preparato per l’audizione in Commissione Diritti umani del Senato della Repubblica italiana, il 19 dicembre 2013)
A giugno del 2006 ho scritto un articolo in collaborazione con David Kilgour in cui ho mostrato che in Cina alcuni prigionieri di coscienza che praticano il Falun Gong, una pratica spirituale meditativa che comprende cinque esercizi, sono uccisi per i loro organi, venduti a caro prezzo a pazienti in attesa di trapianto. Abbiamo scritto una seconda versione del nostro articolo a gennaio 2007 e a novembre 2009 una terza versione nel libro intitolato Bloody Harvest. Il nostro articolo ha permesso la creazione della Ong Doctors against Forced Organ Harvesting (Dafoh – Medici contro l’Espianto Forzato di Organi). Io e il dottor Torsten Trey, il fondatore della Dafoh, abbiamo scritto in collaborazione una raccolta di interventi sugli espianti forzati di organi in Cina, pubblicato in agosto del 2012 (in Italia nel giugno 2013) con il titolo Organi di Stato.
A) PROVE
Sarebbe troppo lungo ripercorrere tutte le prove che hanno portato me, David Kilgour e gli altri ricercatori alla conclusione che i praticanti del Falun Gong sono uccisi per i loro organi. Menzionerò alcuni punti:
- Alcuni investigatori hanno fatto chiamate telefoniche ad ospedali in tutta la Cina, affermando di essere genitori di pazienti che necessitavano un trapianto e chiedendo se l’ospedale avesse a disposizione organi del Falun Gong da vendere, dato che grazie agli esercizi i praticanti del Falun Gong sono sani e quindi anche gli organi sono in buona salute. Abbiamo ottenuto una registrazione trascritta e tradotta, con confessioni provenienti da tutta la Cina.
- Praticanti del Falun Gong e persone comuni che in precedenza hanno subito detenzione e che ora sono libere, affermano che:
1) Durante la detenzione i praticanti del Falun Gong subiscono sistematicamente esami del sangue e controlli agli organi. Gli altri detenuti non sono sottoposti a questi esami. Questi esami non sono eseguiti come trattamento sanitario, dato che i praticanti del Falun Gong vengono torturati, ma sono necessari per i trapianti di organi.
2) I praticanti del Falun Gong che sono arrivati in Piazza Tiananmen a Pechino per fare appello o dimostrazioni sono stati sistematicamente arrestati. Le persone che hanno rivelato la loro identità sono stati mandati a casa. Il loro ambiente famigliare sarebbe stato coinvolto nella persecuzione contro il Falun Gong.
Per evitare ritorsioni contro familiari e amici, molti detenuti del Falun Gong hanno evitato di fornire le loro generalità. Di conseguenza le autorità non conoscevano l’identità di molti praticanti del Falun Gong detenuti e gli stessi famigliari non sapevano dove fossero i loro cari. Effettivamente queste persone non avevano alcuna tutela legale ed erano diventate una fonte immediata per gli espianti di organi.
3) Il Partito ha portato avanti una campagna nazionale e internazionale prolungata, persistente e distruttiva di incitamento all’odio contro il Falun Gong. La campagna ha dato il via all’emarginazione, spersonalizzazione e disumanizzazione agli occhi di molti cittadini cinesi. Per le guardie carcerarie i praticanti del Falun Gong non sono esseri umani che godono di diritti umani e dignità.
- I pazienti intervistati che si sono recati in Cina per un trapianto affermano che:
1) I tempi di attesa per i trapianti di organi in Cina sono calcolabili in giorni o settimane. In qualsiasi altro posto al mondo i tempi di attesa variano da mesi ad anni. Un breve tempo di attesa per un trapianto da donatore deceduto indica che qualcuno è stato ucciso per eseguire il trapianto degli organi.
2) In Cina i trapianti sono gestiti da militari. Gli ospedali che hanno una disponibilità immediata di organi sono spesso ospedali militari. Anche negli ospedali civili i medici che eseguono le operazioni spesso fanno parte del personale militare. Rispetto agli ospedali civili e al personale civile, i militari hanno un contatto diretto con le guardie carcerarie e un accesso immediato ai prigionieri utilizzati come fonte di organi.
In Cina le forze armate sono una società d’affari e la vendita di organi è la prima fonte di entrate. Prima che iniziassimo a parlare di questo problema i siti web degli ospedali militari mettevano in evidenza questo business. Anche se ora questa pratica passa sotto silenzio, noi abbiamo raccolto informazioni che consentono a ricercatori indipendenti di intervenire.
3) In Cina c’è un’eccessiva segretezza che circonda i trapianti. I nomi dei medici non sono identificati. I pazienti non possono essere seguiti dal medico curante. Prima dell’uscita degli articoli del 2006 i medici cinesi fornivano ai pazienti lettere che indicavano le cure somministrate e consigliate. La prassi di scrivere lettere accompagnatorie si è conclusa dopo la pubblicazione del nostro articolo.
- Non c’è altra spiegazione per il numero dei trapianti che l’espianto da praticanti del Falun Gong. Dopo gli Stati Uniti la Cina è il secondo paese al mondo per numero di trapianti, ma fino al 2010 la Cina non aveva un sistema di controllo delle donazioni da persone decedute e anche oggi quel sistema produce un numero di donazioni che è relativamente basso. Fino a quest’anno la Cina non aveva un sistema di allocazione degli organi. Oggi questo sistema è limitato ad un numero relativamente piccolo di organi donati e non gestisce gli organi dei prigionieri. I donatori viventi sono limitati per legge ai parenti del paziente e questa pratica è ufficialmente scoraggiata dato che i donatori viventi soffrono di complicazioni per la salute in seguito all’operazione.
All’inizio il governo cinese ha stabilito che tutti gli organi provenissero da donazioni anche se in quel periodo non c’era un sistema di gestione delle donazioni. In seguito hanno riconosciuto che in Cina la stragrande maggioranza degli organi utilizzati nei trapianti provengono da prigionieri condannati a morte. Ai praticanti del Falun Gong sono state comminate sentenze a breve termine per disturbo dell’ordine sociale o addirittura non sono stati condannati.
In realtà il numero dei prigionieri condannati a morte e giustiziati, anche utilizzando statistiche e stime esagerate, non è sufficiente a giustificare il numero dei trapianti eseguiti in Cina. Inoltre negli ultimi anni il numero delle pene di morte è sceso ma il numero dei trapianti è rimasto costante, tranne che in un breve periodo del 2007.
- Le leggi e i meccanismi che dovrebbero essere messi in atto per evitare gli abusi non sono messi in atto, né in Cina né all’estero. Gli abusi del trapianto di organi internazionale dovrebbero essere trattati allo stesso modo del turismo sessuale minorile, un reato riconosciuto universalmente con conseguenze extraterritoriali. Tuttavia non è considerato in quel modo.
D’altra parte abbiamo abusi di trapianto di organi che possono essere messi in atto senza alcuna conseguenza legale. Infatti una grande quantità di denaro proviene da questi abusi e da pazienti disperati in cerca di trapianti. Questa combinazione è una ricetta per la persecuzione delle persone vulnerabili. Le leggi e i meccanismi per prevenire gli abusi devono essere introdotti.
B) OBBLIGHI
Scorrere tutte le prove rilevanti per arrivare in un modo o in un altro ad una conclusione informata sugli omicidi di praticanti del Falun Gong per i loro organi è un processo che necessita tempo ed è poco realistico aspettarsi che tutte le persone siano interessate a questo. Non mi aspetto che i parlamentari italiani ripetano la nostra ricerca, anche se mi farebbe piacere che aveste tempo e propensione per farlo. Non mi aspetto neanche che voi crediate alle nostre conclusioni. Ma ciò non significa che non dovreste fare nulla.
La responsabilità di dimostrare che i praticanti del Falun Gong sono uccisi per i loro organi non spetta a me e non devo spiegare chi siano le persone a cui in Cina vengono espiantati gli organi. Dovrebbe farlo la Cina. La responsabilità di spiegare quale sia la provenienza degli organi, dovrebbe essere del governo cinese.
L’Organizzazione mondiale della Sanità, in un’assemblea tenuta a maggio 2010 ha promosso dei principi guida sulle cellule umane, sui tessuti e sui trapianti di organi. Due di questi principi sono la tracciabilità e la trasparenza.
Grazie alle ricerche che io e altri abbiamo fatto, siamo stati in grado di acquisire utili informazioni sul numero dei trapianti dal Registro della Cina per i trapianti di fegato a Hong Kong. Dopo che le nostre ricerche sono state pubblicate il Registro della Cina per i trapianti di fegato ha negato l’accesso pubblico ai dati statistici contenuti sul sito. L’accesso è disponibile solo alle persone che hanno un login e una password registrati.
Il sistema sanitario cinese possiede dei registri per quattro tipi di trapianto: fegato, reni, cuore e polmoni. Tre registri sono collocati nella Cina continentale, i registri dei trapianti di fegato e cuore sono a Pechino e il registro dei trapianti di polmoni è a Wuxi. Anche i dati sugli altri tre siti sono accessibili solo alle persone che hanno login e password registrati.
Il governo cinese si rifiuta di fornire le statistiche riguardanti la pena di morte per il fatto che sono un segreto di Stato. Durante il Universal Periodic Review Working Group delle Nazioni Unite di febbraio 2009 in Canada, la Svizzera, il Regno Unito, la Francia, l’Austria e l’Italia hanno richiesto che la Cina renda pubbliche le statistiche riguardanti la pena di morte. Il governo cinese si è rifiutato di accettare queste richieste. Le stesse richieste sono state ripetute da Belgio, Francia, Nuova Zelanda, Norvegia, Svizzera, Regno Unito e Italia al Universal Periodic Review Working Group delle Nazioni Unite di ottobre 2013. Questa volta la Cina ha detto che prenderà in considerazione le richieste.
Il collegamento tra le statistiche riguardanti la pena di morte e gli abusi di trapianto di organi è stato reso pubblico dagli Inviati delle Nazioni Unite contro le torture, dagli Inviati delle Nazioni Unite per l’intolleranza religiosa e dal Comitato delle Nazioni Unite contro le torture. Tutti hanno chiesto alla Cina di spiegare la discrepanza tra il numero di trapianti e il numero dei donatori.
Dove si colloca il Parlamento italiano? Suggerisco due iniziative:
C) LEGISLAZIONE
Un’iniziativa riguarda una legislazione che penalizzi le persone coinvolte negli abusi di trapianto di organi, non solo gli intermediari ma anche il personale medico e i pazienti. La legge dovrebbe affermare una giurisdizione universale, in modo che la sola presenza in Italia sia sufficiente a giustificare l’azione penale. La legge dovrebbe vietare l’ingresso alle persone che hanno partecipato all’abuso di trapianto di organi. Allo stesso modo la legge dovrebbe imporre la notifica obbligatoria del turismo dei trapianti. Ho notato che il senatore Maurizio Romani ha proposto una legge per appesantire le pene per le persone che sfruttano il turismo dei trapianti, secondo la mia opinione questo è un primo passo utile.
Due paesi, la Spagna e Israele, hanno già approvato una legislazione esemplare in questo campo. In altri paesi come l’Australia, il Belgio, la Francia e il Canada, i legislatori hanno introdotto in Parlamento alcune proposte di legge utili. Gli sforzi di questi Paesi può fornire una guida alla stesura per i parlamentari italiani.
Nel maggio 2013 il Comitato per la Bioetica del Governo italiano ha pubblicato un parere intitolato Traffico illegale di organi umani tra viventi, che parla della necessità di una legislazione che combatta il turismo dei trapianti. Il Comitato ha osservato: «l’impressione generale è che non siano stati ancora adottati, tanto a livello nazionale che internazionale, strumenti efficaci per prevenire, contenere e contrastare questa attività criminale». Lo studio raccomanda che la legislazione di ogni Paese stabilisca delle sanzioni di natura penale contro il turismo dei trapianti e promuova specifici accordi internazionali contro il turismo dei trapianti.
Gli autori dello studio hanno scritto:
«Come altri Paesi europei, anche l’Italia sebbene regolamenti diverse fattispecie relative al trapianto di organi, presenta un ridotto apparato sanzionatorio in merito al traffico clandestino degli organi. Le due principali normative (L. 26.06. 1967, n. 458 sul trapianto del rene tra persone viventi e L. 1.04. 1999, n. 91 sui prelievi di organi e tessuti da cadavere) prevedono sanzioni esclusivamente a carico di chi svolge attività di mediazione e dell’operatore sanitario che si avvale di organi frutto di commercio, ma nessuna pena è prevista nei confronti di altre parti direttamente o indirettamente coinvolte nell’illecito traffico».
La conclusione raggiunta dal Comitato per la Bioetica è stata che anche se l’idea di un regolamento è difficile da raggiungere, in molte parti del mondo o almeno in Europa è possibile creare una regolamentazione nazionale e internazionale, con l’introduzione di reati criminali che definiscono il traffico di organi, lavorare per prevenire e rinforzare il principio che il corpo umano o le sue parti non devono essere oggetto di commercio.
D) UNA RISOLUZIONE
Secondo, il Parlamento italiano dovrebbe approvare una risoluzione simile a quella sugli espianti di organi in Cina che il Parlamento europeo ha approvato il 12 dicembre 2013. Membri italiani del Parlamento hanno votato a favore.
In una parte della risoluzione si afferma che il Parlamento europeo:
«2. […] invita il governo della Repubblica Popolare Cinese a porre immediatamente fine all’espianto coatto di organi da prigionieri di coscienza e da membri di gruppi religiosi ed etnici minoritari;
3. invita l’Ue e gli Stati membri a sollevare la questione dell’espianto coatto di organi in Cina; raccomanda all’Unione e agli Stati membri di condannare pubblicamente gli abusi di trapianti di organi in Cina e a sensibilizzare circa tale problematica i cittadini che si recano in tale paese; chiede che l’Ue proceda a un’indagine completa e trasparente sulle pratiche di trapianto di organi in Cina e che si perseguano a norma di legge coloro che risultano aver commesso tali pratiche immorali;
4. invita le autorità cinesi a rispondere in modo esauriente alle richieste formulate dal relatore speciale delle Nazioni Unite sulla tortura e altre pene o trattamenti crudeli, disumani o degradanti e dal relatore speciale delle Nazioni Unite sulla libertà di religione o di credo, e destinate al governo cinese affinché fornisca spiegazioni in merito alla provenienza del surplus di organi a seguito dell’aumento del numero di trapianti, e affinché li autorizzi a indagare sulle pratiche di trapianto di organi in Cina;
5. chiede l’immediato rilascio di tutti i prigionieri di coscienza in Cina, ivi compresi i seguaci del movimento Falun Gong;»
La settimana scorsa a Ginevra ho fatto parte di una delegazione che ha presentato all’Ufficio dell’Alto Commissario per i Diritti Umani delle Nazioni Unite una petizione con 1,5 milioni di firme per chiedere all’Alto Commissario di:
1. fare appello al Governo della Cina per fermare immediatamente l’espianto forzato di organi da praticanti del Falun Gong,
2. iniziare un’indagine che porti al perseguimento penale dei responsabili di questi crimini contro l’umanità e
3. chiedere al Governo della Cina di fermare immediatamente la brutale persecuzione del Falun Gong.
Molte delle persone che hanno firmato la petizione sono italiane.
È molto importante per il Parlamento italiano sostenere la risoluzione approvata dal Parlamento europeo e la petizione presentata all’Ufficio dell’Alto Commissario per i Diritti umani delle Nazioni Unite. Il Comitato italiano per la Bioetica si auspica che i Paesi europei possano cooperare a livello internazionale per portare avanti indagini sulle violazioni commesse dentro e fuori il territorio europeo. Maggiore è il numero dei parlamenti e dei governi che chiedono un’indagine indipendente sulle fonti degli organi usati in Cina per i trapianti, la fine degli abusi di trapianto di organi in Cina e la fine immediata della persecuzione del Falun Gong, più è probabile che questo accada.
E) IL CONTESTO POLITICO
A prima vista può sembrare improbabile che il governo cinese possa cooperare con un’indagine indipendente che persegua i dirigenti del Partito Comunista Cinese responsabili di crimini contro l’umanità. Comunque è necessario prendere in considerazione il contesto politico attuale.
Al cuore del Partito Comunista Cinese c’è una lotta di potere tra diverse fazioni. Le persone che sostengono la persecuzione del Falun Gong hanno lasciato o stanno per lasciare la guida del Partito.
Il 2 febbraio 2012 Wang Lijun, vicesindaco e capo della polizia di Chongqing, è stato degradato. Quattro giorni dopo si è recato al Consolato americano di Chengdu per tutto il giorno. Dopo aver lasciato il Consolato è stato arrestato dai Servizi di sicurezza cinesi. Il 15 marzo Bo Xilai ha perso la sua posizione come Segretario generale del Partito Comunista di Chongqing. Il 10 aprile il Politburo lo ha sospeso.
Wang Lijun è stato processato a settembre del 2012 e condannato a 15 anni di prigione. Bo Xilai è stato processato e condannato all’ergastolo durante l’appello di ottobre di quest’anno.
Dopo le dimissioni di Wang Lijun c’è stato un forte dibattito all’interno del Partito per citare in giudizio Wang Lijun e Bo Xilai per l’uccisione di praticanti del Falun Gong per i loro organi. Alcune fonti affermano che il 14 marzo 2012, durante un incontro riservato del Partito Comunista a Zhongnanhai, il premier cinese Wen Jiabao ha detto:
«Espiantare organi umani da persone vive senza l’uso di anestesia e venderli per soldi è qualcosa che l’essere umano può fare? Per molti anni sono accadute cose come questa. Noi stiamo per dimetterci ma queste cose non sono ancora risolte. Ora che il caso di Wang Lijun è noto a tutto il mondo, usiamolo per punire Bo Xilai. Risolvere la questione del Falun Gong dovrebbe essere una scelta naturale».
Alla fine il processo di Wang Lijun e Bo Xilai è stato dirottato verso un capo d’accusa marginale, l’omicidio di uno straniero, Neil Heywood. Per il Partito Comunista l’uccisione di praticanti del Falun Gong per i loro organi era una patata troppo bollente da gestire.
Non di meno l’emarginazione dei responsabili della persecuzione del Falun Gong continua. Zhou Yongkang è stato il capo del Comitato per gli Affari politici e legali fino a novembre 2012. Dal 2002 al 2007 Zhou Yongkang è stato ministro della Sicurezza pubblica. Da questo mese Zhou Yongkang è stato messo agli arresti domiciliari ed è sotto inchiesta.
Questa settimana il Partito Comunista Cinese ha annunciato che anche Li Dongshengè attualmente sotto inchiesta. Li è il secondo responsabile dell’apparato burocratico incaricato della persecuzione del Falun Gong, chiamato ufficiosamente Ufficio 610 dopo la data della sua creazione, il 10 giugno 1999.
La persecuzione del Falun Gong e gli abusi di trapianto di organi sono centrali nella lotta di potere in Cina. Una fazione cerca l’impunità mentre l’altra usa queste violazioni per screditare gli avversari.
Una lotta di potere ha sempre delle conseguenze. In gioco ci sono valori che competono tra loro. Una parte ha paura ed è gelosa di un sistema di valori spirituali, morali e tradizionali. L’altra parte apprezza il legame tra il Falun Gong e le antiche tradizioni cinesi, e stima la sua moralità.
In questa disputa cinese l’Italia non dovrebbe rimanere in silenzio. Mentre le lotte di potere interne sono questioni che riguardano le questioni interne di un Paese, la persecuzione del Falun Gong e gli abusi di trapianto di organi riguardano tutta l’umanità. Sono crimini contro l’umanità, crimini contro gli Italiani. Gli Italiani dovrebbero fare tesoro dell’opportunità fornita da questa lotta di potere per sostenere la parte della Cina che chiede la fine della persecuzione del Falun Gong e la fine degli abusi di trapianto di organi. In questa lotta per il potere in Cina, l’Italia ha un interesse che deve cercare: la democrazia, la libertà e i diritti umani.
David Matas è un avvocato internazionale per i diritti umani, residente a Winnipeg, Manitoba, Canada.