Il neo-marxismo europeo anti Usa

Il 16 maggio 2018, 28 capi dell’Unione europea si sono riunti nella capitale bulgara Sofia. Secondo il sito Bourse&Bazaar, Donald Tusk, presidente del Consiglio d’Europa, avrebbe spiegato ai giornalisti che l’incontro aveva il fine di discutere su come formare un «fronte unito» di opposizione al presidente Donald Trump.
Sotto la pressione del regime iraniano, che vuole mantenere l’accordo sul nucleare con l’Occidente, e a fronte delle tariffe doganali che graveranno sul commercio europeo, i dirigenti dell’Ue vogliono infatti creare un «fronte unito» per opporsi all’atteggiamento capriccioso del presidente americano.

La riunione è arrivata il giorno dopo l’incontro a Bruxelles dei ministri per gli Affari esteri britannico, francese e tedesco con l’omologo ministro iraniano, in cui hanno discusso su come mantenere l’accordo sul nucleare iraniano senza gli Stati Uniti. L’Iran fa pressioni sull’Europa affinché il patto continui, mentre l’Ue rischia di perdere buona parte dei 20 miliardi di euro di commercio con l’Iran, se intervenissero nuove sanzioni.

Dietro le quinte, però, potrebbe esserci qualcosa di ben più significativo. L’idea di «fronte unito» è legata a una strategia più profonda, radicata nel pensiero comunista, e consiste nell’identificare tutti i movimenti o organizzazioni di «sinistra» per legarli insieme con l’obiettivo specifico di ‘Stato’.

Leon Trotsky, dirigente insieme a Lenin del partito comunista sovietico, descrive così questa strategia del fronte unito: «Il partito comunista dimostra alla masse e alle loro organizzazioni che è pronto a combattere una battaglia comune con loro» e che conduce questi gruppi a una «lotta comune».

I dirigenti dell’Unione europea non mostrano imbarazzo, oggi, nel dare fiducia all’ideologia totalitaria e criminale del comunismo, benché si calcoli che abbia ucciso circa 100 milioni di persone.

Questo consenso è stato espresso chiaramente dal presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker quando, il 5 maggio, ha inaugurato in Germania una statua alta quattro metri di Karl Marx. Juncker ha inoltre difeso il padre del comunismo, il cui operato sull’ateismo e la lotta comunista hanno fatto del XX secolo il più violento nella Storia dell’umanità.

L’ideologia distruttrice è anche alla base dei sistemi socialisti stabiliti in Europa. Le diverse interpretazioni «internazionali» hanno dato all’Europa personalità come Stalin e Lenin, e le interpretazioni «nazionaliste» hanno generato Hitler e Mussolini.

Tutti questi sistemi politici – che si tratti del comunismo e della rivoluzione mondiale dell’Unione sovietica o del nazionalsocialismo e della politica identitaria hitleriana – sono fondati sulla stessa idea di regime totalitario, di censura politica e di sistema collettivistico, concepiti per mobilitare le persone verso gli interessi “collettivi” del regime al potere.

Facendo appello al «fronte unito», i dirigenti europei si richiamano al sistema che questo rappresenta. E adottando politiche di micro-governance e censura politica, e detenendo inoltre direttamente i settori statali dell’economia, mostrano un’affinità con questi sistemi fallimentari.

Il punto di vista espresso nell’articolo è quello dell’autore e non riflette necessariamente quello di Epoch Times.

 

Articolo in inglese: EU Leaders Invoke Marxist Strategy In Forming a ‘United Front’ Against Trump

Traduzione di Francesca Saba

 
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