G7: i fondi russi congelati vadano all’Ucraina

Di Emel Akan e T.J. Muscaro

Puglia – I leader del Gruppo dei Sette (G7) hanno raggiunto un accordo per utilizzare i beni russi congelati allo scopo di sostenere la guerra in Ucraina.

Il G7 fornirà all’Ucraina un prestito utilizzando come garanzia i beni russi congelati. La somma totale non è chiara al momento, ma solo gli Stati Uniti hanno stanziato 50 miliardi di dollari. Il rischio sarà condiviso tra le altre nazioni del G7.

Gli alti funzionari dell’amministrazione Biden hanno riferito ai giornalisti che il prestito inizierà quest’anno, e hanno sottolineato che questo farà sì che sia la Russia a pagare il prestito piuttosto che i contribuenti negli Stati Uniti e nei Paesi del G7: «La Russia paga. Il reddito proviene dal flusso di interessi sui beni immobilizzati e questo è l’unico modo equo per essere rimborsati. Il principio per ora non è stato toccato. Ma abbiamo piena facoltà di  impadronirci del capitale in un secondo momento, se c’è la volontà politica».

Il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy, in un post su X, aveva espresso la speranza che l’accordo sugli asset venisse concluso il 13 giugno. «L’intero popolo ucraino, compresi i nostri guerrieri, vede che il G7 sosterrà sempre l’Ucraina. Sono grato ai nostri partner per aver creduto in noi e nella nostra vittoria».

Nel periodo precedente al vertice cruciale, i ministri delle Finanze del G7 hanno discusso sulla legalità dell’utilizzo di circa 300 miliardi di dollari di beni congelati tenuti nei conti europei come garanzia per fornire un prestito all’Ucraina per la ricostruzione. Si credeva che la Francia fosse il principale ostacolo al piano.

Il presidente Joe Biden, prima di lasciare la Francia la settimana scorsa, ha affermato di aver raggiunto un accordo con Macron su un piano per utilizzare i beni russi congelati.

Aleggiavano preoccupazioni sulla restituzione del prestito e sulla possibilità che i beni russi sarebbero rimasti immobilizzati o meno, soprattutto considerando la necessità dell’Unione Europea di rinnovare le sanzioni ogni sei mesi per mantenerli immobilizzati.

Un alto funzionario dell’amministrazione Biden ha chiarito che il pagamento del prestito dipenderà «dal ritmo con cui l’Ucraina potrà assorbire il denaro in modo efficace».

Ha inoltre espresso fiducia nell’impegno dei leader europei a mantenere le sanzioni. «Quando ci si impegna ai massimi livelli politici, questo ci dà fiducia che questi asset rimarranno immobilizzati. Le entrate continueranno a fluire e verremo ripagati o dalle entrate stesse o attraverso risarcimenti con la Russia».

L’alto funzionario dell’amministrazione ha anche affermato che i fondi verranno utilizzati in diversi modi in Ucraina, compreso il sostegno umanitario e il sostegno alla ricostruzione. Tuttavia, ha anche detto che ci sono «alcune giurisdizioni» che preferiscono che i loro soldi siano destinati al sostegno militare.

L’accordo è stato raggiunto il giorno dopo che gli Stati Uniti hanno annunciato sanzioni estese su più di 300 enti e individui progettati per «aumentare i rischi che le istituzioni finanziarie straniere corrono affrontando l’economia di guerra della Russia», secondo quanto dichiarato dal consigliere per la sicurezza nazionale Jake Sullivan.

Dopo gli incontri con i leader del G7 del 13 giugno, il presidente Biden firmerà un accordo bilaterale di sicurezza decennale con Zelenskyy, per un impegno continuo degli Stati Uniti a sostenere il Paese dilaniato dalla guerra contro l’aggressione russa.

Questo è il cinquantesimo incontro al vertice dei leader di Stati Uniti, Giappone, Germania, Regno Unito, Francia, Italia e Canada – le sette economie più avanzate del mondo – e, insieme alla guerra in Ucraina e alle risorse russe, si discute anche sulla guerra a Gaza, la sicurezza economica, l’intelligenza artificiale, la migrazione, il cambiamento climatico e la sicurezza alimentare.

 

Versione in inglese: G7 Leaders Reach Deal to Unlock Frozen Russian Assets for Ukraine

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