Ferguson a ferro e fuoco, un ragazzo colpito dalla polizia. Il padre: «cercava aiuto»

Ennesimo caso di presunto uso indebito della forza per la polizia americana: Ferguson è messa in stato di emergenza dopo che un giovane è stato gravemente ferito da un poliziotto durante una manifestazione che commemorava la morte di un altro giovane, sempre vittima della polizia.

Mentre una grande folla ricordava la morte di Michael Brown, per lo più pacificamente ma con episodi pericolosi, alcuni agenti hanno aperto il fuoco contro un ragazzo ferendolo gravemente. Secondo la polizia, il ragazzo era armato e aveva aperto il fuoco per primo contro di loro. Altri manifestanti violenti sono stati arrestati.

Ma secondo il padre del ragazzo, che ha ascoltato il racconto di due amiche che erano con la vittima sul luogo della protesta, il ragazzo era disarmato e anzi stava correndo verso la polizia per farsi proteggere da loro, riporta Associated Press.

Quello che è certo, è che durante un alterco tra due gruppi di persone all’interno della protesta, sono partiti degli spari, alcuni rivolti verso le forze dell’ordine. Da lì in poi le versioni divergono: secondo il padre, il ragazzo – pare appartenente a uno dei due gurppi – sarebbe stato messo in fuga dagli spari e si sarebbe rivolto verso la polizia in cerca di aiuto. Secondo la polizia, il ragazzo – che ora è in ospedale in gravi condizioni – avrebbe aperto il fuoco contro di loro, ed è infatti accusato di numerosi crimini.

Dal caso di Rodney King, a quello di Michael Brown, la violenza della polizia americana – ritenuta eccessiva – è un tema costante nelle cronache, specialmente quando le vittime sono di pelle scura.

Rispetto alla polizia italiana, quella americana ha modi di procedere totalmente diversi. In Italia, per questioni di legge e anche di cultura, i poliziotti sparano molto raramente: sono vincolati all’utilizzo delle armi da fuoco solo per autodifesa e, in ogni caso vige – anche per le forze dell’ordine – il principio della difesa proporzionale all’offesa.

Negli Usa, invece, i poliziotti possono aprire il fuoco contro un sospetto anche quando si limitano a percepire una minaccia. Per esempio, se qualcuno mette una mano al taschino (come per estrarre una pistola) dopo essere stato fermato in circostanze critiche. È evidente quindi come si possano fare più errori, specialmente in contesti di estrema confusione come quello di una protesta.

La società americana, dove chiunque possiede un’arma, è molto più pericolosa della nostra. Quindi, da questo punto di vista, è normale che i poliziotti siano spesso pronti a tirare fuori la pistola. A ciò si aggiunge il fatto che la polizia americana, per tutto quello che riguarda le azioni compiute in serivizio, ha un potere notevole ed è molto più protetta dalla legge rispetto a quella italiana.

 
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