È ufficiale, i tagli sulle tasse apportati da Trump si sono ripagati da soli

L’autore dell’articolo, Stephen Moore, è senior fellow della Heritage Foundation, capo economista presso FreedomWorks e co-fondatore del Committee to Unleash Prosperity. È stato consigliere economico senior per Donald Trump. Il suo nuovo libro è intitolato ‘Govzilla: How the Relentless Growth of Government Is Impoverishing America’.

Quante volte avete sentito il presidente Joe Biden o la senatrice Elizabeth Warren e Bernie Sanders rimproverare i tagli sulle tasse di Trump come un ‘regalo ai ricchi’?

Biden e i Democratici adesso vogliono estinguere le parti più importanti del ‘Tax Cuts and Jobs Act’ del 2017 – il principale traguardo raggiunto da Trump a livello di politica interna – specialmente gli incentivi alle aziende americane per investire maggiormente in casa.

Ora disponiamo di indubbie prove del fatto che, dopo cinque anni da quando sono entrate in vigore, le riduzioni fiscali di Trump del 2017 hanno aumentato i redditi nel corso di questo periodo. Per chiarezza, dovrei far notare che ho collaborato assieme ai miei colleghi economisti Larry Kudlow, Arthur Laffer e Kevin Hassett su quel piano, che è entrato in vigore dall’1 gennaio 2018.

L’ultimo report dell’Ufficio Bilanci del Congresso, ha calcolato che il governo federale ha raccolto 4 mila 900 miliardi di dollari in rendimenti federali. Questo significa – pronti? – un aumento di quasi millecinquecento miliardi dal 2017, l’anno prima che i tagli sulle tasse divennero validi.

In altre parole, i fatturati sono cresciuti del 40 percento in cinque anni. E i dati nei primi tre anni delle riduzioni, lasciano intendere che la quota dell’1 percento pagata dai più benestanti è, allo stesso tempo, aumentata. Altro che regalo ai ricchi.

Ho paragonato questi numeri con le stime sui ‘costi’ previsti dei tagli sulle tasse di Trump. Invece di avere una ‘perdita’ sui ricavi pari a mille miliardi, le entrate fiscali in questo periodo sono risultate quasi le stesse di quelle che avremmo avuto se non avessimo diminuito le tasse per niente. E ricordate, la stima del 2017 non avrebbe mai potuto anticipare il colpo di due anni all’economia dai lockdown per Covid-19, che ha consumato il Ministero del Tesoro.

In altri termini, c’è stato un gigantesco effetto a Curva di Laffer dalla riduzione fiscale di Trump. Abbiamo avuto maggior crescita ed entrate maggiori derivanti dalle tasse, quando le tasse stesse sono state diminuite.

Ciò non dovrebbe essere una grande sorpresa. La stessa cosa è accaduta quando il presidente democratico John F. Kennedy ridusse le aliquote d’imposta negli anni 60. E quando il presidente repubblicano Ronald Reagan le diminuì negli anni 80. Tassi inferiori e più entrate.

Niente di tutto questo sembra importare alla Casa Bianca o ai democratici. Vogliono insensatamente revocare un taglio sulle tasse che funzionava. Sarebbe come licenziare un allenatore che vince ogni partita.

Uno degli aspetti più importanti e di successo del piano di riduzione sulle tasse di Trump, è stato quello di abbassare le imposte sulle imprese americane dal 35 percento – le più alte al mondo – al 25 percento mentre si chiudevano delle lacune sugli interessi speciali. Questo ha riportato le imprese e i lavori su queste terre e ha aiutato ad alimentare il boom economico di Trump.

Una domanda ovvia è, perché stiamo avendo un deficit di 1.4 mila miliardi di dollari se abbiamo il massimo storico di pagamenti fiscali?

Perché con Biden le spese federali sono esplose a più di 6 mila miliardi. Washington non ha problemi di entrate. Ha un problema di spese smisurate. È come se il Congresso stesse chiedendo aiuto: Fermateci prima che spendiamo ancora.

 

I punti di vista espressi in questo articolo sono le opinioni dell’autore e non riflettono necessariamente i punti di vista di Epoch Times.

Articolo inglese: It’s Official: Trump’s Tax Cuts Paid for Themselves

 
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