Come il Pcc elimina gli ‘inutili’ senzatetto

Di Zhang Lin

Nel mondo libero, come negli Stati Uniti, da New York a Los Angeles esistono i senzatetto e li si vede spesso per le strade a mendicare. Ma se si va in Cina sembrano scomparsi: negli ultimi 10 anni, dalle grandi alle piccole città, il loro numero è andato calando sempre più, ed è un caso alquanto strano, non essendo cambiate le condizioni nella nostra società cinese, in cui per la gente in stato di povertà è sempre più difficile risollevarsi.

In molti Paesi occidentali ancora esiste un sistema di assistenza primaria e di protezione per i senza tetto, che possono mangiare qualcosa grazie ad associazioni di beneficenza ed esistono luoghi per potersi lavare e cambiare e in caso di estrema necessità gli ospedali per lo meno salvano loro la vita. In Cina, invece, i poveri e i senzatetto sono abbandonati completamente a sé stessi: tanti contadini per esempio non raggiungono un reddito minimo che permetta loro di sopravvivere e sono privi del diritto di affittare una casa a basso prezzo in base al reddito, sebbene proprio il sistema comunista sia quello che promette di garantire casa e cibo a tutti (da qualche anno, in realtà, ricevono ogni mese un equivalente di 10 euro per piccole necessità).

A dispetto dei proclami del Pcc, il sistema sociale cinese, come in molti altri Paesi del mondo, è a forma di piramide: quelli che stanno sopra sono sempre più ricchi e hanno molti privilegi, quelli sotto sono più poveri e hanno maggiori difficoltà in ogni aspetto del vivere quotidiano ma, a differenza delle altre nazioni, in Cina, non essendoci una forma reale di assistenzialismo, né grande attenzione per i diritti umani, per gli ultimi della società la vita è senza speranza e la violenza perpetrata dalle autorità nei loro confronti è senza controllo. Data questa situazione, ci si aspetterebbe un alto numero di senzatetto in tutto il Paese, ma non se ne vedono affatto. Così, anni fa ho cominciato a chiedermi dove protessero essere andate a finire quel gran numero di persone costrette a vivere sotto la soglia di povertà e che, non ricevendo nessuna assistenza dallo Stato, dovrebbero trovarsi sulle strade di ogni città della Cina.
Molti senzatetto occidentali avevano o hanno sviluppato successivamente, a causa delle sofferenze vissute nella condizione di miseria, dei problemi mentali a vari livelli, ma se volessero ricevere delle cure gli istituti sanitari di molti Paesi potrebbero offrire loro un certo tipo di cure gratuitamente.

Ho pensato inizialmente che potessero essere in alcuni istituti, ma in Cina solo i funzionari e i militari hanno il diritto e il privilegio di ricevere cure gratuite nelle cliniche per disturbi mentali. Perciò, poiché nella società cinese il numero di pazienti con problemi mentali è il più alto al mondo, ma gli ospedali non si occupano di loro se non a pagamento (cosa che ovviamente costoro non possono permettersi) la domanda in me si è fatta ancora più forte.

Nel corso degli anni ho domandato a chiunque pensavo potesse darmi una risposta, ma nessuno ha mai affrontato il problema seriamente, né è stato mai capace di spiegarmi cosa stesse succedendo, e le mie conclusioni erano sempre più inspiegabili: il governo non si prende la responsabilità di queste persone, le loro famiglie non hanno le capacità economiche di prendersi cura di loro, gli istituti sanitari non li vogliono; perciò sulla base del numero della popolazione totale cinese si dovrebbero avere ogni anno alcuni milioni di senzatetto o persone con problemi mentali per le strade. Eppure, non si vedono da nessuna parte.

Alla fine, grazie all’esperienza vissuta in seguito all’arresto ordinato dal Ministero degli Affari Civili cinese, ho trovato le mie risposte. Delle tre volte che sono stato arrestato, la più significativa è stata quella in cui sono stato tenuto in detenzione per tre mesi, durante i quali sono stato portato da Guangzhou al mio paese Bengbu.
Era l’estate del 1986 ed ero andato a Hong Kong in cerca dell’Esercito della Salvezza Anti-comunista (Anti-Communist National Salvation Army, Acnsa, con sede a Taiwan)
 e per cercare case editrici che non fossero filogovernative, ma non sono riuscito a trovare nessuna organizzazione anti-comunista di alcun tipo. Dopo varie ricerche e peregrinazioni ero esausto, disperato e sfinito, i miei piedi erano pieni di piaghe e sembravo davvero un barbone.
Non avevo il coraggio né la forza di passare a nuoto da Yuanlang a Shekou per fuggire di nascosto e sono andato dalla polizia di Hong Kong chiedendo di essere riportato in Cina. Quel giorno non mi sarei mai aspettato che sarei stato incarcerato per tre mesi senza nessun motivo per ordine del ministero degli Affari Civili cinese, né mi sarei mai immaginato che quell’esperienza mi avrebbe dato le risposte che avevo cercato a lungo. Tuttavia sono stati proprio quei mesi di sofferenza e persecuzione che mi hanno fatto prendere la decisione di dedicare tutta la mia vita a vincere l’oppressione del regime comunista cinese.

A novembre di quello stesso anno, io e decine di senzatetto arrestati e prelevati da Anhui, eravamo stati portati dalla polizia di Guangzhou alla città di Anqing, dove c’erano tante altre persone, per lo più gente che si era trasferita in città dalla campagna per cercare nuove prospettive di vita.
Mi ricordo che faceva molto freddo e dovevamo mangiare all’aperto: avevamo messo indosso tutti i vestiti che avevamo, ma sentivamo ancora freddo. Io e alcune altre persone avevamo progettato di fuggire il prima possibile, per cui avevo iniziato a studiare bene l’ambiante intorno al nostro centro di detenzione. C’era un edificio particolare che era separato dalle altre strutture e un giorno sono riuscito a vedere di nascosto cosa celasse, ed ero rimasto scioccato: era pieno zeppo di persone che a andavano in giro nude; ho notato che una parte di loro erano persone con disturbi mentali, perché alcune parlavano con i muri, altri avevano tremiti strani alle mani o si comportavano in maniera molto bizzarra.
Studiando pazientemente la situazione della struttura adibita a ‘manicomio segreto’, ho scoperto che nessuno dava loro da mangiare. Ho avuto la fortuna di trovare un mio compaesano che mi ha spiegato che solo quando rimaneva del cibo dalle altre strutture e in quel giorno era di turno un funzionario con un po’ di cuore, forse arrivava loro del cibo.
Non davano loro da mangiare, alle autorità non importava nulla se potessero vestirsi o no, si può immaginare se avrebbero dato loro una qualsiasi medicina per i loro disturbi! Ho pensato che quelle persone non avrebbero avuto altro futuro che aspettare la morte.

Inoltre c’è una regola del ministero degli Affari Civili, che prevede che queste persone senza fissa dimora o con malattie mentali possano tornare a casa solo dopo aver fornito il nome, il cognome e l’indirizzo di casa. Poi i funzionari contattano i parenti che devono portare un certificato rilasciato dalle autorità locali che accerti la parentela e confermi le generalità fornite dal paziente. Se questo non accade, rimangono nel centro di detenzione a tempo indefinito. Come si può immaginare, la maggior parte delle persone con problemi mentali così gravi non ricordano il nome, il cognome, il luogo di nascita, i nomi dei parenti con certezza; perciò è davvero difficile farli tornare a casa. In più ci sono anche quei senzatetto senza gravi problemi mentali che non vogliono essere riportati a casa [perché perseguitati, rifiutano di mettere nei guai i parenti, o scappano da situazioni peggiori, ndt], che pur potendo fornire le generalità, si rifiutano di rivelarle; perciò rimangono là per lunghissimo tempo.

Dopo aver scoperto tutto questo e aver indagato ancora in altri luoghi, la mia triste conclusione è che un gran numero di persone con problemi mentali, una grossa fetta della popolazione cinese, che ha sofferto per problemi economici gravissimi a causa dell’ingiustizia sociale del sistema, è senza dubbio morta per fame, freddo e malattie a causa di questa gestione disumana: sono stati praticamente e barbaramente eliminati dal Partito Comunista Cinese che non sapeva che farsene.
Prima non avevo mai pensato in profondità su questo tema, e non avevo mai fatto un conto effettivo di quante persone fossero state eliminate ogni anno dal Ministero degli Affari Civili in questa maniera. Poi un giorno ho visto una resoconto giornalistico di come Stalin abbia eliminato segretamente milioni di bambini, solo perché i loro genitori erano stati proprietari terrieri, capitalisti e persone contro-rivoluzionarie uccisi dal partito comunista dell’Unione Sovietica. Allora mi sono risvegliato all’improvviso pensando: «Il ministero degli Affari Civili è l’organizzazione primaria del regime cinese adibita all’eliminazione dei senzatetto e delle persone con problemi mentali. Può arrestarli e metterli in prigione quando, come e dove vuole, in quanto in ogni città c’è un luogo apposito per la detenzione di tali persone».

In ogni città si registrano circa un centinaio di casi di morte di persone ritenute indigenti e senzatetto. Se le si moltiplica per le migliaia di città dell’intera Cina e per gli anni in cui il Pcc ha avuto il potere, si arriva a centinaia di milioni di persone uccise dal ministero degli Affari Civili. Questa è un’altra barbarie che il mondo libero ancora non ha messo sul conto del Pcc, ma in futuro sarà elencato insieme alla lunga lista di crimini commessi dal regime comunista nella sua spietata dittatura.

 

Zhang Lin, nato nel 1963 a Bengbu, nella provincia di Anhui, è un dissidente cinese perseguitato dal regime comunista cinese. Tenuto sotto stretta sorveglianza dal Pcc per anni, è poi emigrato in America, dove ha raccontato spesso le sue esperienze e testimoniato i crimini del Partito contro la popolazione cinese.

 
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